In un reportage pubblicato oggi sul sito del Corriere della sera, si racconta di come nel’Iraq occupato e brutalizzato dai terroristi islamici, i cristiani stiano cercando di organizzare milizie da combattimento. Si tratta in realtà di uno sparuto gruppo per il momento, circa un migliaio soprattutto profughi da Mosul e dai villaggi della piana di Ninive dove dall’agosto scorso sono giunti i miliziani di Isis. Con loro anche assiri della comunità della diaspora in arrivo dalla Svezia e anche qualche americano e canadese. Si chiamano Npu che significa Unità di protezione della piana di Ninive e dicono che dopo i recenti attacchi contro i cristiani caldei in Siria arriveranno altri volontari. Al proposito i musulmani hanno rapiti circa 400 cristiani e sembra siano stati rinchiusi a Raqqa e a Shaddadeh, capitali degli jihadisti sunniti in Siria. I volontari cristiani lamentano la mancanza di armi pesanti mentre sono costretti a comprarsi i kalashnikov con i propri soldi. Sperano che Europa e Stati Uniti li sostengano mandando armi. “È giunto finalmente il tempo che i cristiani lottino per i loro interessi” dice uno dei comandanti di queste milizie.