Ancora un altro feroce attacco contro la comunità cristiana in Pakistan. Continua l’inarrestabile persecuzione nel mondo contro chi professa la religione cattolica. L’ultimo efferato delitto è stato compiuto a Lahore, seconda città pakistana e tra le prime trenta del mondo. Nel mirino due chiese, una cattolica e l’altra protestante. Al momento i morti accertati sono una trentina e più di settanta i feriti, molti gravi. Sangue e lacrime di innocenti hanno macchiato ancora una volta quelle terre senza pace. Papa Francesco, dopo aver pregato per tutte le vittime dell’attentato, ha lanciato un appello affinché possa interrompersi questa scia infinita di morti e feriti.



E’ stato, secondo le parole di alcuni testimoni, il tempestivo intervento di una guardia della sicurezza ad impedire che il numero delle vittime fosse ben più elevato. Il militare infatti è riuscito a fermare un uomo che stava tentando di introdursi all’interno della chiesa dove al momento dell’esplosione si stava celebrando la messa. L’attentatore, non riuscendo a compiere la sua missione, ha azionato il meccanismo esplosivo che portava addosso lasciandosi così esplodere. Anche il poliziotto, intervenuto per tentare di fermare l’attentatore, è morto a seguito della deflagrazione. Se il kamikaze fosse riuscito a varcare la soglia della chiesa, a quell’ora gremita di gente, l’esplosione all’interno avrebbe certamente provocato un numero ben più elevato di vittime. Tutti i feriti sono stati portati presso l’ospedale più vicino e si attendono notizie sulle loro condizioni di salute.



La reazione dei cittadini non si è fatta attendere: la folla ha infatti individuato due sospetti che sono stati prima linciati e poi bruciati vivi all’angolo di una strada. Fonti informative locali hanno riferito che per eseguire l’attentato sono stati utilizzati dai quindici ai venti chilogrammi di esplosivo. L’attentato è stato poi rivendicato dal gruppo talebano “Jamaat-ul-Akrar”. Il portavoce del gruppo terroristico ha riferito, attraverso una e-mail, che la scia di sangue causata dagli attentati continuerà fin quando non verrà istituita definitivamente la Sharia: l’insieme delle norme giuridiche e sociali che si basano sui fondamenti del Corano ed in quanto tali definite Leggi Divine. Se da una parte la comunità pachistana ha annunciato tre giorni di lutto, le autorità locali e il governo sono stati accusati dalla popolazione di non prendere adeguate misure di prevenzione e di punizione contro gli autori di queste stragi.



Le varie agenzie di stampa, nelle fasi concitate dell’evento, hanno riportato notizie a volte discordanti riguardo al numero delle vittime e alle modalità dell’attentato. Prima si è parlato di due esplosioni distinte ma ravvicinate, poi invece è stato il canale televisivo Geo News a riportare la testimonianza di cittadini presenti al momento della strage. Questi hanno dichiarato che prima delle esplosioni ci sono stati dei colpi di arma da fuoco. Anche sul numero delle vittime le notizie sono ancora in continuo mutamento.