Andreas Lubitz, il copilota che ha fatto precipitare volontariamente l’Airbus della Germanwings sulle Alpi francesi, “non era in cura per depressione”. Lo rivela la clinica che aveva in cura il ventottenne nel febbraio e marzo scorso, facendo sapere che l’ultima visita risale al 10 marzo. La struttura non fornisce ulteriori dettagli per motivi di privacy, ma spiega in una nota che Lubitz era in cura per “una diagnosi”, ma non per depressione. Durante le perquisizioni nella sua abitazione sono stati però trovati certificati medici che l’uomo aveva nascosto alla compagnia aerea. “Il fatto che siano stati trovati stracciati alcuni certificati di malattia molto recenti che dicono che non doveva lavorare, anche lo stesso giorno dell’incidente – ha fatto sapere la Procura – sostengono la tesi che il pilota avesse nascosto la sua malattia al suo datore di lavoro e ai suoi colleghi”.



Emergono nuovi dettagli sulla vita di Andreas Lubitz, il copilota tedesco che martedì mattina ha fatto precipitare l’Airbus A320 della Germanwings. Durante le perquisizioni effettuate nelle sue due abitazioni, rivela oggi lo Spiegel, gli investigatori avrebbero trovato alcuni documenti medici che confermerebbero un “trattamento” in corso, oltre a un certificato di malattia valido anche per il giorno in cui è avvenuto il disastro. Sembra dunque confermata l’ipotesi secondo la quale Lubitz avrebbe tenuto nascosto alla Germanwings la propria malattia.



In queste ore si sta passando al setaccio la vita di Andreas Lubitz, il copilota che ha deciso di schiantarsi con un volo della Germanwings sulle Alpi francesi, uccidendo con sé altre 149 persone. È emerso che il ventottenne era stato sei mesi in terapia psichiatrica prima di portare a termine la sua formazione. Secondo quanto riferisce il quotidiano Spiegel, nella perquisizione effettuata nelle due case del copilota dagli investigatori giovedì, sarebbe stato trovato materiale che conferma i problemi psichici del giovane, che nel 2009 aveva avuto problemi di depressione. All’epoca infatti il giovane fu costretto a interrompere la sua formazione aeronautica. La causa del suo gesto potrebbe essere collegata al fatto che il giovane si era appena lasciato con la fidanzata, che avrebbe dovuto sposare l’anno prossimo. Dai documenti trovati nell’abitazione, ci sarebbero, secondo la stampa tedesca, quelli che dimostrano che il copilota sarebbe stato giudicato “in parte non idoneo” al volo.



Andreas Lubitz, il copilota che avrebbe fatto precipitare l’Airbus A320 della Germanwings con 150 persone a bordo, aveva avuto “una pesante crisi di coppia con la sua ragazza”. Lo fa sapere la Bild, rivelando che il ventottenne viveva una “crisi personale” dovuta a una “pena d’amore che lo ha segnato profondamente”. Intanto i media locali fanno sapere che diverse minacce telefoniche sono arrivate nelle ultime ore agli omonimi di Lubitz, nella zona di Montabaur, in Germania. “Ci stanno prendendo d’assalto: da ore riceviamo minacce e insulti telefonici – ha detto un residente – Mio nonno ha 80 anni e cose del genere non gli fanno certo bene”. “Siete parenti di quel maiale di Lubitz, buonanotte”, avrebbe detto la voce anonima.

I due piloti erano seduti in cabina di pilotaggio, venti minuti di chiacchiere, poi il comandante si è alzato per andare in bagno, lasciando i comandi a Andreas Guenter Lubitz, 28 anni, che in passato, nel 2009, aveva sofferto di depressione. È stato lui volontariamente a portarsi via con sé la vita di altre 150 persone che avevano preso il volo Germanwings da Barcellona per raggiungere Dusserdolf, martedì 24 marzo 2015. Ma quel volo li ha portati alla morte. Il copilota ha infatti provocato lo schianto sulle Alpi francesi. Adesso, nelle ultime ore, la polizia tedesca ha sequestrato nella casa del copilota alcuni beni. Nell’appartamento non è stato trovato alcun biglietto che preannunciasse il suicidio. Tra i beni sequestrati, anche il computer di Andreas, un portatile e altri documenti. Si sta indagando per capire i motivi che hanno spinto il copilota alla morte. Secondo la stampa tedesca, Lubitz si era appena lasciato con la fidanzata che avrebbe dovuto sposare il prossimo anno, con la quale conviveva nell’appartamento di Dusseldorf. Il copilota si divideva tra la casa dei suoi genitori, a Montabaur, che è stata perquisita, e il suo appartamento. Quattro ore di perquisizione per cercare qualcosa che potesse chiarire l’accaduto. Al termine delle quali, la polizia ha trovato qualcosa che ora analizzerà, ma di cui non dicono ancora cosa sia, ma che potrebbe essere “una traccia molto significativa per spiegare cosa è successo”. (Serena Marotta)