Tim Cook, amministratore delegato di Apple dal 2011, lo scorso ottobre ha dichiarato pubblicamente la sua omosessualità. “Anche se non ho mai nascosto il mio orientamento sessuale – aveva dichiarato -, finora non l’ho mai reso pubblico. Quindi voglio essere chiaro: sono orgoglioso di essere gay e considero questo uno dei più grandi regali che Dio potesse farmi”. Adesso dalle colonne del Washington Post lancia un appello contro le leggi sulla libertà religiosa in discussione in diversi Stati Usa. “Proposte – spiega – che razionalizzano l’ingiustizia facendo finta di difendere qualcosa che sta a cuore a molti di noi. Vanno contro i veri principi sui quali è stata fondata la nostra nazione, e possono potenzialmente cancellare decenni di progressi verso una maggiore uguaglianza”. E agginuge che alla Apple “ci impegniamo a fare business in un modo che sia giusto ed equo. Ecco perchè, a nome di Apple, mi oppongo a questa nuova ondata di leggi, ovunque emergano”, chiarendo di avere grande rispetto per la libertà religiosa “ma non penso che la religione debba essere usata come scusa per discriminare”. (Serena Marotta)