Dopo aver distrutto le statue di Ninive e i manufatti conservati nel museo di Mosul, i combattenti dell’Isis hanno devastato l’antico sito archeologico di Nimrud, sempre in Iraq. L’ultima operazione dei miliziani dello Stato Islamico ha preso il via ieri, una volta esaurite le preghiere, con l’utilizzo di bulldozer e di altri mezzi pesanti. Il sito archeologico raso al suolo era considerato uno dei più importanti del paese, tanto che secondo l’Unesco si tratta di un vero e proprio “attentato contro l’umanità”. Da parte dei terroristi sono anche giunte voci secondo le quali il loro prossimo obiettivo è Hatra, un’altra città della provincia di Nineveh, la cui costruzione risale a più di 2000 anni fa e che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio Storico.
Riguardo alle devastazioni compiute nel museo di Mosul, una settimana fa era stato anche diffuso un video nel quale erano molto chiare le immagini dei miliziani che, armati di picconi ed asce, distruggevano sistematicamente tutti i reperti archeologici custoditi al suo interno. Gli uomini dello stato islamico ritengono che tutti gli idoli, le statue e i santuari che li conservano sono oggetti di culto e quindi meritevoli di distruzione. Molti dei manufatti presenti nel museo provenivano proprio dalle città di Nimrud e di Hatra.
La posizione dell’Unesco riguardo a questi “crimini di guerra” è stata espressa da Irina Bokova, la direttrice generale dell’organizzazione delle Nazioni Unite, la quale ha fatto appello a tutti i responsabili della regione, sia politici che religiosi, affinché sia posta fine a questa inutile barbarie contro i siti archeologici. Diversi esperti hanno paragonato questi episodi a quelli che nel 2011 furono compiuti dai guerriglieri talebani in Afghanistan, quando vennero distrutte delle statue dei Buddha, in località Bamiyan. La zona del fiume Tigri, dove si trovano sia Nimrud che Mosul e molti altri siti archeologici importanti di epoca assira, è ritenuta a rischio da parte di molti esperti che si aspettano ora nuove azioni da parte dei miliziani islamici. Nimrud, che si trova a circa 30 chilometri a sud di Mosul, nella Bibbia era chiamata Calah e secondo la storia venne fondata da un re assiro, di nome Shalmaneser, negli anni del tredicesimo secolo a.C. Successivamente, durante il regno di Assurbanipal II, la città di Nimrud, che nel frattempo aveva visto crescere la sua popolazione fino a centomila abitanti, venne dichiarata capitale del regno assiro. I primi scavi archeologici nel sito di Nimrud risalgono al 1845 ed andarono avanti fino al 1873, per essere poi ripresi nel ventesimo secolo, a partire dal 1949, e sono terminati a metà degli anni Settanta. Gli scavi hanno portato alla luce molti reperti: oltre al Palazzo Reale, sono stati infatti ritrovati dei basamenti, delle statue, tra le quali quella proprio di re Assurbanipal II e altre sculture, di tipo alato, in cui ad un corpo di animale si associa una testa d’uomo. Dopo la distruzione di Nimrud, si è fatto sentire anche il ministero del Turismo e delle Antichità irachene, dichiarando che gli atti vandalici dei guerriglieri dello Stato Islamico continuano a “sfidare la volontà del mondo e i sentimenti dell’umanità”.