Le indagini sull’omicidio dell’esponente dell’opposizione Boris Nemtsov puntano sempre di più sulla pista cecena. Dopo i due fermati, Anzor Gubashev, 32 anni, e Zaur Dadayev, 33, cugini, ieri sera un terzo ceceno braccato dalle forze dell’ordine si è fatto esplodere per evitare di essere catturato. L’ipotesi è che si tratti di una vendetta dei fondamentalisti islamici nei confronti del politico russo, colpevole di aver sostenuto i giornalisti di Charlie Hebdo dopo la strage di Parigi. Destano però domande i profili dei due arrestati: uno faceva la guardia di sicurezza in un ipermercato, il secondo per dieci anni era stato membro della polizia del ministero dell’interno ceceno, dunque dalla parte di Mosca. Le ipotesi si sa negli intrighi russi sono sempre molteplici: c’è chi dice che potrebbero essere uomini prezzolati di Putin scelti fra i ceceni proprio per depistare le indagini. D’altronde anche nel caso della giornalista Anna Politkovskaya i fermati e poi condannati erano dei ceceni, mentre la donna era una fiera oppositrice di Putin. Tornando al caso del suicidio, è accaduto ieri sera a Grozny in Cecenia. L’uomo era stato accerchiato dalle forze di polizia e quando gli è stato detto di arrendersi prima ha lanciato una granata verso gli agenti poi ne ha fatta esplodere una seconda uccidendosi. 



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