Ha acquistato online delle pillole per dimagrire che le sono state fatali. È morta così Eloise Parry, una studentessa di 21 anni di Shrewsbury, in Inghilterra. È accaduto la mattina del 12 aprile, quando la giovane ha ingerito le pillole, pastiglie altamente tossiche contenenti Dinitrofenolo (Dnp), e già all’ora di pranzo si è sentita male. Così si è recata al Royal Shrewsbury Hospital, dove i medici hanno subito capito la gravità della situazione dopo aver effettuato il test di tossicità: non esistono infatti antidoti al Dpn. Inutili i tentativi di salvarla: è morta tre ore dopo. È stata adesso avviata dalla polizia un’inchiesta per individuare dove Eloise abbia acquistato le pillole. «Siamo molto preoccupati – ha detto l’ispettore Jennifer Mattinson – per l’immissione in commercio di queste compresse e stiamo lavorando per capire da chi siano state vendute e come vengano pubblicizzate. L’autopsia stabilirà con esattezza la causa della morte di Eloise, ma in ogni caso mettiamo in guardia la gente: serve un’estrema prudenza quando si acquistano farmaci on line. Sostanze comprate tramite siti non registrati possono mettere seriamente a rischio la salute». All’allarme della polizia si aggiunge quello dell’agenzia sanitaria Food Standards Agency (Fsa): «Si consiglia il pubblico di non prendere compresse o polveri contenenti Dnp – ha spiegato un portavoce – in quanto si tratta di una sostanza chimica industriale, non idonea al consumo umano. Può essere molto pericolosa per la salute umana». La madre della ragazza, Fiona, di 51 anni, ha lanciato un appello per evitare che altre persone acquistino farmaci online: «Non sapevo che Eloise avesse acquistato quelle compresse su Internet. La gente non sa che il Dnp non è una pillola dimagrante miracolosa: è una tossina mortale. È simile nella struttura al trinitrotoluene, noto come tritolo. Così come il Tnt è un esplosivo, il Dnp porta il metabolismo a funzionare a livelli esplosivi, con conseguenze potenzialmente fatali: è altamente tossico, non è idoneo al consumo umano. Come se tutto questo non bastasse, mia figlia ha ingerito un numero di pillole superiore a quanto raccomandato sulla confezione: non aveva la minima idea di quanto fossero pericolose. Come tanti di noi avrà pensato: “Se una compressa funziona, una o due in più non potranno far male”. Quando siamo andate in ospedale lei era lucida, ha guidato lei stessa la macchina. Sembrava che non ci fosse un grande pericolo. Solo quando è arrivato il responso dei test si è capito quanto grave fosse la situazione. Ormai il farmaco era penetrato nell’organismo e lei aveva preso una dose letale. I medici hanno fatto tutto quello che era possibile, ma non c’era più nulla da fare: mia figlia era stata letteralmente “bruciata” internamente». (Serena Marotta)