Per la prima volta a settant’anni circa dalla fine della Seconda guerra mondiale il Giappone rivela ufficialmente uno dei suoi più orribili segreti, gli esperimenti fatti su prigionieri americani di guerra vivi. La cosa era risaputa, tanto che nell’immediato dopoguerra un tribunale di guerra aveva denunciato quei fatti, condannando 23 persone. Cinque vennero condannati a morte, quattro all’ergastolo, uno si suicidò e gli altri furono condannati a pene minori. Ma alla fine degli anni cinquanta vennero tutti rilasciati libere e tutto venne rimosso. Adesso per la prima volta l’università giapponese di Kyoto ammette ufficialmente quanto accadde con una mostra dedicata a quegli episodi. Nove piloti di un aereo americano caduto sul suolo giapponese il 5 maggio 1945, a guerra ormai agli sgoccioli, vennero usati come cavie umane. Tra i trattamenti a cui vennero sottoposti, iniezioni endovena di acqua di mare per determinare se l’acqua salata poteva essere usata come sostituto nelle iniezioni saline e vivisezioni. Ad alcuni venne rimosso il fegato per determinare se sarebbero sopravvissuti, ad alti vennero rimosse parti del cervello per capire se poteva essere una cura contro l’epilessia. Nessuno dei soldati americani sopravvisse agli esperimenti e i loro resti vennero distrutti per nascondere ogni cosa. 



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