Probabilmente quasi nessuno di voi sa, perché nessuno ve lo ha detto, che alcuni giorni fa sono state arrestate due giovani donne negli Stati Uniti perché avrebbero tentato di fabbricare una bomba da far esplodere a New York. E che nel far questo si sarebbero ispirate alla dottrina di Al Qaeda, con cui erano entrate in contatto e di cui seguivano i precetti. 



Questa notizia, che pure dovrebbe avere una rilevanza di un certo livello, sui media italiani non ha trovato spazio alcuno e con essa alcuni dettagli sui quali forse occorrerebbe riflettere e farsi qualche domanda. A patto di avere la voglia di interrogarsi su cose che potrebbero risultare imbarazzanti per molti. Riportano i mezzi di comunicazione americani che le due donne, di 28 e 31 anni, si chiamano Noelle Velentzas e Asia Siddiqui, conosciuta in passato per aver intrattenuto contatti con Al Qaeda nella penisola arabica.



Concentriamoci dunque sul secondo nominativo e sulla sua provenienza, visto che pur essendo cittadina americana viene dal Pakistan. A nessuno torna alla mente una certa Aafia Siddiqui, denominata “Lady Al Qaeda”? Di lei abbiamo già parlato su questo giornale, non molto tempo fa. Quarantadue anni, originaria del Pakistan, laureata in scienze neurologiche al Massachusetts Institute of Technology, negli Usa dunque, e ora detenuta in Texas dopo l’arresto in Afghanistan perché trovata in possesso di non meglio identificati materiali chimici; di lei non si sa praticamente nulla di certo, ma si contano le sue presunte apparizioni ai quattro capi del globo e soprattutto del quadrante asiatico e mediorientale.



La sola certezza su di lei, oltre la condanna e la detenzione, è che ogni movimento terroristico di matrice islamica che prenda degli ostaggi ne chiede regolarmente la liberazione proponendo lo scambio di prigionieri. Ora, non sta a me dire o supporre chissà quali scenari, ma mi sorprendono molto in primis l’assenza di rimbalzo sui media italiani e in parte europei della notizia di un possibile attentato sventato a New York; e in secondo luogo come nessuno si sia posto la domanda se possa esistere o meno un qualche legame fra i due personaggi. Forse non esiste, ma forse esiste e nessuno si pone il quesito. Si fanno spesso assonanze fra circostanze e nomi che nulla hanno a che fare l’uno con l’altra per il solo gusto di farle, eppure in questo caso al di qua dell’Atlantico la notizia addirittura nemmeno rimbalza.

Ma del resto funziona così nel tempo di internet e dell’informazione globalizzata che tutto dice tranne la verità vera. Al giorno d’oggi se le notizie non le invia Isis tramite Twitter non sono nemmeno degne di nota, ma mi pare piuttosto bizzarro che una circostanza di questo genere venga totalmente ignorata; lo ripeto, affinché non si equivochi sulle parole, non si sta qui affermando che vi sia un qualche legame fra due persone magari ignote l’una all’altra, ma semplicemente sostenendo che quando si ha a che fare con personaggi di questo genere è peggio non farsi delle domande che darsi delle cattive risposte. Ma si sa che l’Occidente ha smesso da tempo di pensare e di farsi delle domande, proprio per paura di quelle risposte.