Un attentato nel sud del Pakistan ha provocato la morte di 43 persone, tra cui 16 donne. È accaduto oggi su un autobus a Karaki, dove viaggiava una piccola setta degli ismaeliti, dalle 50 alle 60 persone, che sono state colpite in testa. Erano diretti in una moschea, quando gli assalitori, arrivati a bordo di tre motociclette, hanno fatto irruzione nel bus e sparato a sangue freddo contro i passeggeri. A rivendicare l’attentato i talebani del gruppo armato del Tehrik-e-Taleban Pakistan (Ttp). Gli ismaeliti sono una piccola comunità di fede sciita, aventi come leader spirituale il principe Karim Aga Khan IV. L’autobus è stato attaccato nell’area di Safoora Chowk. Il gruppo di militanti Jundullah (“soldati di Allah”), che ha rivendicato l’attentato, è nato da una scissione dal movimento dei talebani del Pakistan, nato nel 2007 dall’unione di varie milizie tribali. Proprio lo corso novembre il gruppo ha annunciato il suo sostegno allo Stato islamico (Is). «Continueremo a colpire gli infedeli», hanno detto gli assalitori dopo l’attacco di oggi a Karachi. (Serena Marotta)