Ramadi, la capitale della più grande provincia irachena, è caduta nelle mani dell’Isis. Si tratta del capoluogo della provincia Anbar, che si trova a 110 chilometri ad ovest di Baghdad. A darne notizia è la televisione panaraba Al Jazeera. Centinaia di uomini delle forze dell’ordine sarebbero in fuga dalla città, anche se il premier iracheno, Haider al Abadi, aveva detto ai suoi uomini di resistere e di non abbandonare le posizioni. Intanto il consiglio della provincia sunnita di Anbar ha votato per un intervento delle milizie sciite nei combattimenti con lo scopo di riconquistare Ramadi. Le milizie sarebbero già pronte ad entrare in azione. Non si sa ancora chi comanda in questo momento: se il califfato ferito o un gruppo di suoi fedeli. Intanto sono circa 500 persone, tra civili e soldati iracheni, ad essere state uccise negli ultimi giorni. Lo ha affermato un portavoce della provincia irachena di Anbar, dichiarando anche che circa 8.000 persone sono fuggite da Ramadi. Persone che si aggiungono agli oltre 114mila residenti che, secondo l’Onu, avevano lasciato la città e i villaggi vicini nel mese di aprile. Il pentagono non ha confermato la notizia, sostenendo che la situazione è “incerta e fluida”. “Continuiamo a sorvegliare i rapporti in base ai quali sono ancora in corso intensi combattimenti e la situazione resta incerta e fluida. È Troppo presto per fare dichiarazioni definitive a proposito della situazione sul campo in questo momento”, ha dichiarato la portavoce della Difesa americana, Maureen Schumann. (Serena Marotta)