Esempi di convivenza, dove tutto in Medio Oriente oggi si grida allo scontro. Escursioni tra Israele e Palestina, per conoscere un patrimonio millenario che appartiene a tutta l’umanità. Lezioni per approfondire cosa sta accadendo a pochi passi dall’Europa, dove la nostra civiltà affonda le radici. E’ questo e altro ancora il “Middle East Community Program”, un’esperienza unica di tre settimane rivolta agli studenti universitari italiani in programma dal 23 agosto al 13 settembre, con base a Betlemme, la culla della Cristianità.
Un programma fitto di incontri ed escursioni proposto dall’Associazione pro Terra Sancta, ONG al servizio della Custodia di Terra Santa, per rendere il più completo possibile l’approccio a questo intricato contesto internazionale. Dentro un’attualità drammatica, dove la terra che ha visto la nascita del Cristianesimo oggi rischia di assisterne alla sua scomparsa. Con il rapido accadere degli eventi, gli organizzatori non hanno potuto infatti escludere dal programma un ampia parte dedicata alle minoranze perseguitate, puntando – anche in questo caso – ai preziosi modelli di convivenza che la storia del Medio Oriente ci ha consegnato.
Il punto di partenza è la conoscenza del territorio che, per i vari risvolti politici, per la ricchezza della sua storia e per i suoi luoghi unici, si pone al centro della contesa israelo-palestinese. Non solo come oggetto dello scontro – ed è questa la novità proposta del Middle East Community Program – ma anche come spazio d’incontro tra le diverse comunità. La visita ai luoghi culturalmente e storicamente significativi permetterà quindi di affrontare in modo diretto tematiche sociali, politiche e religiose, che spesso si intrecciano con naturalezza da migliaia di anni.
Il programma rappresenta un’opportunità unica di conoscere una realtà complessa e affascinante, approfondendo gli argomenti più dibattuti della politica mediorientale attraverso un’esperienza diretta sul campo e avvalendosi della testimonianza di opinion leader coinvolti in questo contesto.
Questa esperienza propone, infine, la visita di opere caritatevoli e di progetti sociali, educativi e culturali. L’incontro con queste iniziative è stato pensato non solo per scoprire l’importanza dell’antica e articolata presenza cristiana in Medio Oriente, ma anche per incontrare persone e storie che rendano concreta la dimensione dell’incontro nel volto di un altro, le pietre vive che abitano quei luoghi da 2000 anni. In un momento storico così delicato l’Associazione pro Terra Sancta vuole presentare situazioni di convivenza possibile tra diversi popoli, culture e religioni. Mai partendo da un’ideologia o da modelli ideali, ma mostrando realtà già esistenti, persone, opere e progetti sociali, che raccontano e testimoniano questo incontro che, seppur difficile, diventa possibile nella Terra che Dio ha scelto per farsi incontro all’uomo.
Ecco perché l’idea di un’esperienza rivolta principalmente ai giovani universitari. Come ha ricordato qualche giorno fa in un’intervista fra Pierbattista Pizzaballa: “c’è tendenza a dimenticare, dopo i primi momenti di interesse, i nostri fratelli che continuano a morire in Medio Oriente. E’ importante e necessario non arrendersi, continuare a credere che sia possibile fare qualcosa, che non si sia alla fine della nostra storia, ma che sia invece possibile conservare quel patrimonio unico che il Medio Oriente ha preservato fino ad oggi”. Il Middle East Community program tenta di rispondere, in qualche modo all’appello lanciato dal Custode di Terra Santa proprio qualche giorno fa. Portando a toccare con mano quelle pietre intrise di storia, favorendo l’incontro con chi ci è genitore nella fede e nella cultura.
E’ possibile scoprire di più sul programma e iscriversi accedendo al sito internet da questo link:
http://www.proterrasancta.org/it/training-program-sul-medio-oriente/