Jacques Mourad, sacerdote appartenente alla stessa comunità di Paolo Dall’Oglio, è stato rapito in Siria probabilmente già lunedì scorso. Secondo le recenti notizie, sarebbe stato sequestrato da due uomini armati nel Monastero di Mar Elian tra il 18 e il 21 maggio. Amico e collaboratore di padre Dall’Oglio, è stato uno dei primi monaci della comunità di Mar Musa: Mourad è da 12 anni nel monastero, impegnato in prima persona nel promuovere il dialogo interreligioso e l’avvicinamento culturale tra le due grandi religioni monoteiste. Ultimamente, nonostante i pericoli fossero aumentati, non aveva voluto abbandonare la sua gente. Grande personalità, umile ma coraggioso, insieme ad un avvocato aveva assunto la funzione di mediatore per la piccola cittadina, per garantire che la città di 35 mila abitanti fosse risparmiata dagli scontri armati. Inoltre aveva in passato negoziato con il fronte al-Nusra, per la liberazione di alcuni ostaggi. Il suo attivismo lo aveva portato a cercare aiuti per la sopravvivenza dei profughi, trovando anche la collaborazione di donatori musulmani. In una mail recente aveva scritto che nel monastero c’era bisogno di acqua, latte, medicine. Descrivendo la drammatica situazione che si sta vivendo in Siria in questi giorni in cui si assiste a una recrudescenza degli attacchi da parte delle forze jihadisti.
Mercoledì scorso padre Mourad aveva scritto un ulteriore messaggio nel quale riferiva che i jihadisti si stavano avvicinando e che avevano decapitato centinaia di persone. Anche se Qaryatayn era ormai da tempo al centro di sanguinosi scontri, il sacerdote non se era voluto andare. Continuava a ospitare i profughi nel monastero. Profughi che ormai sono centinaia: soprattutto donne, vecchi e bambini. Secondo le testimonianze di chi lo aveva recentemente contattato era molto preoccupato, consapevole dei rischi e dei pericoli, ma intenzionato a rimanere con il suo popolo e ad aiutarlo. Le porte del monastero erano più che mai aperte a cristiani e musulmani, i monaci uno dei pochi punti di riferimento rimasti in un territorio martoriato.