“Sto pensando di andarmene, ho sempre detto che volevo rimanere in Siria, ma adesso ho cambiato idea”. Chi dice così è Samaan Daoud, cristiano che vive a Damasco, intervistato più volte da ilsussidiario.net e che questa volta lascia capire tutto lo sconforto dei siriani, in particolare i cristiani, vittime sacrificali di una guerra a cui, come dice Samaan Daoud , non sentono di appartenere. “Ho un figlio di 17 anni e l’anno prossimo verrà chiamato sotto le armi a combattere, ma per cosa? Noi cristiani siamo sempre stati di serie B in Siria. Per quanto Assad ci permettesse una certa libertà, a un cristiano sono vietate tutte le cariche pubbliche importanti. E adesso abbiamo Isis alle porte e ci chiedono di morire per loro”. Già, l’esercito jihadista nonostante mesi di bombardamenti americani è sempre più forte e vittorioso e dilaga in Siria. Padre Jacques Murad è un sacerdote rapito il giorno dopo la caduta di Palmira, appartenente allo stesso gruppo religioso di Padre Dall’Oglio, di cui dopo anni di rapimento non si sa più nulla. “Era a casa mia un mese fa” dice Samaan “è stato rapito perché era un operatore di pace che riusciva a mantenere il dialogo tra musulmani e cristiani”.
Samaan, tu conoscevi padre Jacques?
Sì, eravamo amici. Non veniva a Damasco molto spesso, ma quando veniva ci incontravamo sempre. L’ho chiamato alle nove di mattina il giorno che è stato rapito, ma non rispondeva. Adesso il telefono non squilla più.
Cosa c’è dietro questo rapimento? Lui apparteneva alla stessa comunità di Padre Dall’Oglio, rapito anche lui e di cui non si sa più nulla.
Quando ci siamo visti l’ultima volta, un mese fa circa, qui a cena a casa mia, abbiamo parlato di tante cose. Gli avevo detto di stare attento perché lui si trovava in una zona proprio in mezzo ai combattimenti.
Ma perché rapirlo, e proprio adesso?
Padre Jacques era un vero operatore di pace, si è dato tanto da fare per rendere tranquilla la zona dove viveva, specialmente un anno fa quando ci fu l’arrivo di miliziani dell’Isis nel suo villaggio.
Che cosa fece?
Riuscì a convincere l’imam a mandare via questi gruppi armati che creavano tensione fra cristiani e musulmani, riportò la pace e il dialogo fra le due comunità. Padre Jacques è stato la chiave di sicurezza tra il governo siriano e la comunità religiosa sunnita. Secondo me il suo rapimento è collegato alla cattura di Palmira.
Perché?
Palmira non è lontana dalla sua zona e l’Isis si sta allargando in quell’area, il suo villaggio è la chiave per raggiungere l’interno del paese. Avere intorno uno come lui per i miliziani sarebbe stato un problema, esattamente come successe con padre Dall’Oglio che a Raqqa si prodigava per la pace. Eliminando loro, eliminano un grosso problema. Per l’Isis è fondamentale creare tensioni e odio fra le comunità. Isis ha voluto farlo scomparire così non c’è una voce razionale che può calmare la situazione.
A proposito di Palmira, cosa è successo veramente? Qualche giorno fa l’esercito siriano aveva proclamato la sua conquista.
La presa di Palmira è avvenuta anche dal di dentro, è evidente che alcuni abitanti si sono aggregati all’Isis.
L’esercito siriano non era in grado di difenderla?
L’esercito ha respinto l’attacco quando i miliziani si sono avvicinati da ovest e da sud perché avevano la schiena coperta. Ma quando Isis ha provato a entrare da nord non hanno trovato resistenza perché alcuni abitanti stavano passando dalla loro parte. L’area di Palmira è un’area molto estesa, prima del 2012 c’erano oltre 60mila abitanti e non è facile da controllare anche perché ha tanti ingressi.
Adesso l’Isis è davvero vicino a Damasco, avete paura?
Il piano di Isis non credo sia quello di attaccare direttamente Damasco, ma creare un arco che va dall’Iraq con una punta nelle vicinanze di Damasco. Tagliando così la Siria a metà. Stanno cercando di scendere dalle montagne dal confine dal Libano dove ci sono adesso molte battaglie per dominare l’autostrada fino a Homs. Se chiudono la strada Homs cade nella trappola e questo vuol dire bloccare gli aiuti che arrivano dalla costa fino a Damasco e di conseguenza far morire di fame Damasco.
Come è possibile questa marcia vittoriosa nonostante mesi di bombardamenti americani?
Da quando la coalizione sta bombardando, quanti mesi sono passati, quante tonnellate di bombe hanno gettato? E Isis è adesso a due chilometri da Baghdad. Quella americana è una strategia militare ridicola, inutile.
L’errore dell’occidente è stato quello di non sostener militarmente Assad, pensi che adesso si cambierà strategia?
Non ho fiducia, l’Europa non conta più niente politicamente, neanche la Francia che all’inizio sembrava intenzionata ad agire. Parlano solo gli americani. Usano questo nemico contro Assad per far cadere Assad, ma non capiscono che con la sua caduta la Siria diventerà come la Libia dopo la caduta di Gheddafi. All’America forse fa comodo, ma l’Europa può accettare una cosa del genere?
E dunque?
Ci sarà una spartizione del paese, la Turchia mangerà la zona di Aleppo, la Russia si prenderà la costa e il resto all’Isis costringendo così Israele a intervenire per difendere i suoi confini. Torneremo al Libano degli anni ottanta.
Che cosa pensate, che speranze hanno i cristiani siriani?
Sto pensando adesso per la prima volta di lasciare la Siria, perché non posso lasciare che mio figlio di 17 anni l’anno prossimo vada a morire per un paese che per i cristiani non ha fatto nulla a parte una tolleranza di facciata e adesso ci chiedono di morire per loro. Siamo stati lasciati soli dall’occidente.
(Paolo Vites)