Circa settecento persone, in maggior parte donne, ma anche bambini, sono state liberate la scorsa settimana secondo le autorità nigeriane. Erano tra le persone rapite dai terroristi islamici di Boko Haram, la liberazione è arrivata grazie a una offensiva dell’esercito nigeriano. Non si tratterebbe però delle ragazze rapite oltre un anno fa da un campus universitario. Alcune di esse hanno raccontato i mesi di prigionia, autentici racconti dell’orrore. Molte di esse, hanno detto, sono state uccise a colpi di pietre cioè lapidate quando i terroristi hanno capito di essere braccati e le donne si rifiutavano di seguirli nella fuga. Al momento del loro rapimento invece sono state costrette ad assistere al massacro dei loro uomini e dei ragazzi, altre sono state obbligate a sposarsi con i terroristi. Per tutto il tempo della prigionia non sono mai state lasciate sole, anche quando andavano al gabinetto erano costantemente sorvegliate dai miliziani e sempre tenute incatenate. Mangiavano una sola volta al giorno e sempre del mais disseccato cosa che ha prodotto numerosi casi di malnutrizione. Ogni giorno moriva almeno una di loro, hanno detto.