Dopo la mezzanotte scade il rimborso da versare nel FMI da parte del governo di Atene, che si aggira intorno a 1,6 miliardi di euro e che non è stato pagato. Di fatto siamo caduti nel default, ma alcune possibilità di provare a rimediare a questa disperata situazione ci sono. E’ stato richiesto un rinvio lungo al Fondo, ci vorrà però il settanta per cento dei voti positivi. Al momento sappiamo solo che è stata effettuata questa richiesta, ma non sono ancora arrivate delle notizie che inquadrano la situazione finale. La paura del no è molta, perchè questa potrebbe portare a una situazione davvero molto difficile da rimediare. Aspettiamo notizie.
Il momento davvero complicato della Grecia fa discutere tutta Europa anche perchè la paura è che ci siano delle ripercussione anche sulle altre nazioni. E’ chiaro l’appello che hanno lanciato un gruppo di economisti tra i quali figura Massimo D’Alemam Thomas Piketty e il Premio Nobel Joseph Stiglitz. Questi predicano i leader europei di evitare la scrittura di una pagina brutta di storia. L’obiettivo rimane quello di aiutare la Grecia a essere in grado di pagare 1,6 miliardi alla Fmi. Non sarà però di certo facile.
I volti noti del nostro paese, non solo chi si intende di economia, lanciano le loro proposte preoccupati da una situazione sempre più difficile. I problemi legati alla Grecia creano apprensione anche agli italiani, che potrebbero presto subirne le conseguenze vivendo nel loro paese momenti di grande difficoltà, ancor peggio di oggi. Il noto attore Massimo Boldi ha così tweetato: “Perchè non tenere due monete come nel 2001, lira ed euro insieme”. Le reazioni del pubblico sono molto colorite, alcune anche eccessivamente. Ironico il post di Marco che scrive: “Massimo ci vorrebbero due portafogli”, oppure Simo che non ha proprio nessun dubbio: “Massimo solo la Lira e Sempre!!!!!“.
Il momento difficile del paese ellenico sta condizionando anche il resto dell’Europa. La crisi ha trascinato a picco Piazza Affari, con delle chiusure a dir poco preoccupanti. Incidenza pesante a Milano dove la Borsa conferma il listino peggiore dell’intero continente europeo. L’indice Ftse Mib ha perso il 5,17% con anche l’Ftse All Share che è crollato del 4,99%. Sono andate male anche le altre piazze europee nella giornata di ieri con Madrid seconda dietro alla città italiana. Vanno quindi persi quasi 300 miliardi di euro, un fattore che potrebbe quindi creare dei grossi problemi al vecchio continente.
La situazione in Grecia è davvero complicata, ma tra una polemica e un’altra c’è chi prova con l’ingegno a trovare una soluzione. Ci sta provando l’inglese Thom Feeney di appena 29 che sulla piattaforma Indegogo ha lanciato domenica scorsa una raccolta fondi online. Certo sarà molto complicato in una settimana riuscire a raccogliere 1,6 miliardi di euro, cifra che la Grecia deve presentare al Fondo Monetario Internazionale. L’idea è quella che con tre euro a persona se tutti i 500milioni di cittadini europei dovessero contribuire si potrebbe sanare l’immenso debito. Al momento il risultato è ancora molto lontano dall’obiettivo, fermo a 100mila euro. Oltre a donare 3 euro si possono acquistare anche prodotti tipici della Grecia. Con tre euro vi potete portare a casa una cartolina di Tsipras, con sei euro un’insalata di feta, con 10 una bottiglia del tipico liquore del paese ouzo e per 25 una bottiglia di vino, lo riporta IlSecoloXIX.it.
E’ in corso in questi minuti la riunione telefonica dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo annunciata dal presidente Jeroen Dijsselbloem. Concluso il vertice, il primo ministro ellenico Alexis Tsipras riceverà una risposta riguardo la controproposta avanzata oggi in cui la Grecia chiede la ristrutturazione del debito e un programma di salvataggio di due anni all’European Stabilization Mechanism (ESM). Si tenta dunque di giungere a un accordo in extremis a poche ore dalla scadenza del programma di aiuti e del rimborso delle rate di giugno al Fondo monetario internazionale. La Germania ha però già fatto sapere che non prenderà in considerazione l’ipotesi di un terzo salvataggio per la Grecia prima dell’esito del referendum di domenica prossima.
La Germania “non prenderà in considerazione l’ipotesi di un terzo salvataggio per la Grecia, come proposto da Atene, prima dell’esito del referendum di domenica prossima”. Lo avrebbe detto la cancelliera Angela Merkel appena pochi minuti prima della riunione telefonica dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo in programma alle 19 di oggi, come annunciato dal presidente Jeroen Dijsselbloem. Durante il vertice dovrebbe essere discusso il nuovo piano di assistenza finanziaria proposto oggi da Alexis Tsipras, ma dalla Grecia è arrivato lo stop. “Prima del referendum greco del 5 luglio, da parte tedesca non possiamo discutere una nuova domanda di aiuti”.
Dopo la proposta dell’ultimo minuto presentata alla Grecia dal presidente della commissione Ue Jean-Claude Juncker per tentare di raggiungere un accordo entro la mezzanotte, il premier ellenico Alexis Tsipras avrebbe rilanciato avanzando a sua volta una controproposta. Secondo Gianni Pittella, presidente del gruppo S&D all’Europarlamento, “in queste ore s’è riaperto il dialogo: Juncker ha elaborato una proposta migliorativa su pensioni e lavoro che non è stata respinta da Atene, la stanno esaminando, e speriamo in un sì nelle prossime ore”.
La Grecia non pagherà gli 1,7 miliardi di euro che deve rimborsare al Fondo monetario internazionale. Lo ha annunciato oggi il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis, confermando le voci emerse già nella serata di ieri. Scade infatti oggi il termine per il rimborso del debito al Fmi, ma la Grecia non ha intenzione di pagare. Come spiegato dal consigliere esecutivo della Bce Benoit Coeuré in un’intervista a “Les Echos”, l’ipotesi che la Grecia esca dall’euro “non può più essere esclusa”, ma il premier greco Alexis Tsipras starebbe adesso valutando un’ultima possibilità di accordo avanzata dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Nel giorno in cui termina il programma di aiuti europei alla Grecia e in cui scade anche il termine per il rimborso del debito di 1,7 miliardi al Fmi, Alexis Tsipras starebbe valutando un’offerta dell’ultimo minuto avanzata dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. “La Ue non abbandonerà il popolo greco e la porta resta aperta, ma il tempo sta scadendo”, ha confermato il portavoce della Commissione Margaritis Schinas, spiegando che l’esecutivo “lavorerà per una soluzione fino all’ultimo minuto”. La proposta che il premier ellenico starebbe considerando è quella pubblicata domenica dalla Commissione che starebbe lavorando a un piano di investimenti per la Grecia da 35 miliardi di euro fino al 2020.
“Una cosa è chiedere flessibilità nel rispetto delle regole. Un’altra è pensare di essere il più furbo di tutti, essere cioè quello che le regole non le rispetta”. Matteo Renzi attacca così il premier greco Alexis Tsipras che ha chiesto al popolo greco di votare “no” al referendum di domenica prossima. Il capo del governo italiano decide quindi di scherarsi con Angela Merkel contro il collega ellenico e, intervistato da Roberto Napoletano per Il Sole 24 Ore, chiarisce la sua posizione sulla crisi greca. “I negoziati li ha interrotti Varoufakis, purtroppo. Il problema non è su chi ha sbagliato per primo, questo non è l’asilo – ha aggiunto Renzi – Il punto è che la Grecia può ottenere condizioni diverse ma deve rispettare le regole. Altrimenti non c’è più una comunità”. Se “c’è il tana libera tutti sulle regole”, allora “che succede in Spagna a ottobre? E in Francia tra un anno e mezzo?”, si chiede il premier. “Noi vogliamo salvare la Grecia, ma devono volerlo anche i greci. Altrimenti non funziona”.
Grecia a un passo dal default ma il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker respinge al mittente le accuse e taccia come irresponsabile il comportamento di Alexis Tsipras. “Abbiamo lavorato a un pacchetto socialmente più equo e mi aspettavo che anche il governo greco lavorasse in questa direzione”, ha detto Juncker, sottolineando le responsabilità del governo greco che ha deciso di interrompere unilateralmente le trattative con i creditori. Juncker ha rincarato la dose sottolineando come nel piano non ci fosse “stupida austerità” e ha invitato i leader politici greci “a prendersi le proprie responsabilità”, criticando in particolare il comportamento di Tsipras che ha invitato direttamente i greci a votare “no” al referendum che si terrà domenica prossima. Poi, rivolgendosi al popolo greco, ha spiegato che i cittadini “devono sapere che la porta è ancora aperta, devono sapere la verità”.
Se vince il no “dovremo forse dire addio all’euro”, ma se vince il sì il suo governo si farà da parte. Lo ha detto il premier greco Alexis Tsipras parlando del referendum di domenica 5 luglio durante un’intervista alla tv pubblica Ert. “Se il popolo greco vuole procedere con i piani di austerità in eterno, piani che ci impediranno di risollevare la testa, noi lo rispetteremo ma non saremo noi a darvi attuazione”, ha spiegato il leader di Syriza confermando l’intenzione di dimettersi nel caso in cui dovesse avere la meglio il “sì”. Tsipras è però tornato a chiedere ai cittadini di votare il “no” che permetterebbe alla Grecia di avere “strumenti più forti” per affrontare i successivi colloqui con i creditori. Una vittoria del “no”, ha aggiunto, potrebbe inoltre significare l’uscita dall’euro.
Quali saranno le conseguenze dirette per l’Italia, nel caso in cui si realizzi il default della Grecia? Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervistato da “Corriere.it”, ha spiegato che l’eventuale default di Atene non avrebbe conseguenze dirette sul debito pubblico italiano, in quanto “i 10,2 miliardi di euro di prestiti bilaterali e i 27,2 confluiti nel fondo sono già stati contabilizzati”. Di fronte ad un possibile attacco speculativo nei confronti del debito pubblico italiano, che potrebbe provocare una nuova impennata dello spread, Padoan ha ricordato che “la Bce ha le armi per contrastarlo”, riferendosi alle operazioni di alleggerimento quantitativo (quantitative easing), e che potrebbe arrivare, teoricamente, fino all’acquisto illimitato di titoli dei paesi membri. A proposito del referendum che si terrà domenica prossima in Grecia, Padoan ha rivelato che il ministro greco dell’Economia Yanis Varoufakis si è detto pronto ad accettare la decisione dei greci, anche nel caso in cui fosse contraria all’orientamento di Syriza, che ha chiesto agli ellenici di votare per il no.