L’Europa promuove il piano proposto da Atene per ottenere nuovi aiuti e scongiurare l’uscita dall’euro. Uno dei primi a commentare è stato il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, che ha definito “esaurienti” le riforme che la Grecia si impegna ad attuare, anche se “dovranno essere valutate sulla base della loro fattibilità”. Secondo il il ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan, “in queste ore si stanno facendo importanti passi avanti verso una soluzione per la Grecia. Serve una soluzione condivisa e orientata a una crescita sostenibile e duratura. L’Italia continua a lavorare per questa soluzione”, ha scritto su Twitter.
“Speriamo che domani o domenica ci sia un accordo con la Grecia”. Lo ha detto Matteo Renzi al termine dell’incontro bilaterale a Palazzo Chigi con il primo ministro irlandese Enda Kenny. “Speriamo di non rivederci anche domenica, che significa accordo sabato tra i ministri dell’Economia senza ulteriori summit”, ha aggiunto il presidente del Consiglio secondo cui sarà “un accordo non dissimile, non lontano, da quello di cui si discuteva 15-20 giorni fa”. In tutti i casi, ogni tipo di accordo “sarà importante perché le sofferenza dei greci ci stanno a cuore”, ha aggiunto Renzi che si è detto ottimista “rispetto al passato sull’accordo sulla Grecia. Ma il problema non è solo Grecia, la questione è il tipo di Europa che vogliamo. Salvare la Grecia è cruciale, ma lo è anche immaginare l’Europa per la prossima generazione”.
Si è tenuto poco fa un vertice tra i creditori internazionali della Grecia, riuniti in teleconferenza per valutare le riforme proposte dal governo greco per ottenere un nuovo programma di aiuti dall’European stability mechanism (Esm). Al summit hanno partecipato il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, quello della Commissione europea Jean-Claude Juncker, la direttrice del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde e il numero uno dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. Proprio quest’ultimo stamattina aveva definito “completa” la proposta presentata da Atene, spiegando che forse si potrà arrivare a un accordo già nella giornata di sabato.
Il calo dei prezzi degli immobili in Grecia ha reso il mercato più appetibile e l’interesse per le case in Grecia è cresciuto con un aumento della domanda dall’estero del 60 per cento. Lo rende noto il sito di “Immobiliare.it”. “L’aumento delle ricerche – chiarisce Carlo Giordano, amministratore delegato di “Immobiliare.it” – è fortemente connesso all’esposizione mediatica della Grecia, che occupa le prime pagine di tutti i giornali del mondo: dal clamore legato alla sua possibile uscita dall’Euro e dalle conseguenti ricadute sul costo del mattone è derivato il forte incremento delle consultazioni nei motori di ricerca da parte di utenti internazionali”. Tra le nazioni a caccia dell’affare in Grecia ci sono la Russia, con un aumento del 244 per cento rispetto al periodo che ha preceduto il famoso referendum, l’Italia con +194 per cento, la Francia con +156 per cento e la Turchia (+105 per cento). A seguire ci sono gli Stati Uniti, l’Australia e il Canada. Mentre è in calo la ricerca da parte del Regno Unito e della Germania (-5 per cento). “Per quanto riguarda le domande provenienti dall’Italia – aggiunge Giordano – occorre ricordare che da sempre la Grecia è una delle principali destinazioni per i cittadini che puntano ad acquistare una casa per le vacanze all’estero: il probabile ulteriore calo dei prezzi rende il mercato immobiliare greco più appetibile del solito”.
Dovrebbe arrivare nella giornata di oggi un primo giudizio dei creditori internazionali sulle proposte presentate nella tarda serata di ieri dal governo greco. Lo ha fatto sapere il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, citato dall’agenzia Bloomberg. Il piano della Grecia prevede tagli e riforme per dodici miliardi di euro, ma in cambio avrebbe chiesto all’Esm (European Stability Mechanism) un prestito triennale da 53,5 miliardi di euro che dovrebbe permettere di saldare i debiti in scadenza e coprire le spese elleniche almeno fino al 2018.
Il governo greco ha presentato nella serata di ieri il documento contenente tutte le riforme che si impegna ad attuare in cambio di nuovi aiuti europei. Aumento dell’Iva in alcuni settori, riforma delle pensioni, aumento delle tasse sui beni di lusso, lotta all’evasione fiscale: sono alcune delle misure annunciate da Alexis Tsipras per un valore complessivo di circa 12 miliardi. In cambio, secondo recenti indiscrezioni, l’esecutivo ellenico avrebbe chiesto aiuti per 53 miliardi di euro. La proposta della Grecia dovrà adesso essere valutata dalle istituzioni europee (Bce, Ue e Esm) mentre nella giornata di oggi il testo verrà sottoposto al Parlamento di Atene. Rimane da capire se si aprirà la strada anche a una eventuale cancellazione di parte del debito pubblico greco, ipotesi esclusa categoricamente dalla cancelliera tedesca Angela Merkel ma che il governo greco ritiene indispensabile.
La Grecia ha sofferto in passato e soffre tuttora, “ma soffrirebbe ancora di più se uscisse dall’euro”. Ne è convinto Olivier Blanchard, capo economista del Fondo monetario internazionale intervenuto in conferenza stampa per presentare l’aggiornamento del World Economic Outlook (WEO). “Continuiamo a sperare e a lavorare per un accordo che consenta alla Grecia di rimanere nell’euro”, ha aggiunto, spiegando che finora gli sviluppi in Grecia “non hanno comportato alcun contagio significativo” anche perché “i collegamenti tra l’economia greca e quella mondiale sono limitati e questo è rassicurante”. Inoltre, ha detto ancora Blanchard, “un’azione politica tempestiva dovrebbe contribuire a gestire tali rischi qualora dovessero materializzarsi”. Se però dovesse effettivamente esserci una ristrutturazione del debito, il Fmi non parteciperà: “Abbiamo delle regole e sono buone regole. Abbiamo 188 Paesi membri, la maggior parte dei quali sono più poveri della Grecia e non hanno avuto le facilitazioni che ora vengono richieste per Atene”.