“La tolleranza dell’Italia nei confronti dell’islam politico è la principale minaccia alla libertà e ai diritti dei suoi stessi cittadini. In tutta Europa circolano centinaia di milioni di euro che attraverso società fasulle finiscono per finanziare l’estremismo, come ha per esempio rivelato una recente indagine di Andrew Norfolk per The Times”. Wael Farouq, professore egiziano dell’Università Cattolica di Milano e dell’American University del Cairo, commenta così l’attentato che sabato ha distrutto il consolato italiano uccidendo una persona e ferendone altre nove. Oggi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, si trova al Cairo per incontri ufficiali con le autorità egiziane. L’Isis ha rivendicato ufficialmente l’operazione terroristica.



Professor Farouq, quello del Cairo è stato un attentato contro l’Italia?

Non è stato un attentato contro l’Italia né contro le sue istituzioni, ma contro l’umanità. Il terrorismo è appunto un atto contro l’umanità. Finché non lo considereremo in quanto tale, non riusciremo mai a fronteggiarlo. Non riguarda né Renzi né Al Sisi, ma Rabia Abdel Al, il 26enne rimasto ucciso nel luogo dell’esplosione. Questo giovane ben istruito aveva scelto di lavorare come commerciante ambulante pur di non restare senza occupazione. E’ uscito di casa nel primo mattino per andare al lavoro ed è morto. Lo ripeto, è un attentato contro Rabia Abdel Al, e ogni Rabia Abdel Al nel mondo dovrebbe essere preoccupato da questo tipo di attentati.



L’Isis voleva colpire il ruolo del nostro Paese in Libia?

No, questo attentato non c’entra nulla neppure con la Libia. Ha piuttosto a che fare con la natura del terrorismo e del fondamentalismo islamico. Gli attentatori mettono in pratica la violenza perché sono estremisti, e non come una forma di vendetta. E’ un grave errore ridurre la sfida che ci pone oggi il terrorismo a una semplice reazione al ruolo dell’Italia in Libia. Queste persone uccidono a casaccio perché questo è il linguaggio che viene loro più naturale.

La politica autoritaria di Al Sisi di fatto ha provocato un aumento degli attentati in Egitto?



Non possiamo dunque ridurre quanto sta avvenendo in Egitto a una reazione all’attuale regime. Anche in questo caso, il terrorismo e la violenza non sono mai una reazione quanto piuttosto un risultato naturale dell’ideologia e dell’estremismo. Quando si trasforma l’islam da religione a ideologia, non si tratta di una scelta personale bensì di una decisione che si pretende di assumere per l’intera umanità. E quindi bisogna forzare e opporre questo stile di vita all’intera umanità. E’ questa la reale portata del problema. La violenza è un prodotto dell’estremismo, cioè di un’ideologia che vuole imporre un singolo punto di vista a tutti gli altri.

Per Matteo Renzi, “in questo momento l’Egitto sarà salvato solo con la leadership di Al Sisi. Questa è la mia posizione personale, e sono fiero della mia amicizia con lui. Darò il mio sostegno per lui e la direzione della pace”. Che cosa ne pensa di questa affermazione?

Preferisco non commentare ciò che ha detto Renzi. Ritengo però che sia un grave errore sacrificare libertà e diritti per combattere il terrorismo, come sta avvenendo in Egitto. L’obiettivo di chi compie gli attentati è proprio questo. L’islam politico vuole distruggere tutto ciò in favore del quale il popolo egiziano ha compiuto ben due rivoluzioni.

 

Perché due rivoluzioni?

Il 25 gennaio 2011 gli egiziani si sono ribellati alla dittatura di Mubarak, non certo per applicare la Sharia, ma per chiedere dignità, libertà e giustizia sociale. E il 30 giugno 2013 hanno fatto una seconda rivoluzione contro i Fratelli musulmani, reclamando uno Stato liberale, democratico, civile e moderno. Per venire ai giorni nostri, nel momento in cui si danneggiano questi stessi quattro attributi dello Stato per sconfiggere il terrorismo, si finisce per realizzare proprio gli obiettivi degli estremisti. Non dimentichiamoci che l’Egitto sta combattendo la battaglia contro il terrorismo per l’Europa e per il mondo intero. E se dovesse perdere, tutti quanti ne pagheranno il prezzo.

 

Non crede che l’Italia si trovi in prima linea proprio come l’Egitto?

Sì, ma rischia un errore che in qualche modo è l’opposto. L’errore di Italia ed Europa è la loro tolleranza dell’ideologia dell’islam. Una tolleranza che nel Vecchio Continente fa sì che circolino centinaia di milioni di euro in compagnie fasulle che servono di copertura ai Fratelli musulmani, come ha per esempio rivelato una recente indagine di Andrew Norfolk per The Times.

 

Con quali conseguenze?

Questo atteggiamento finirà per danneggiare pesantemente l’Europa. Il fatto di permettere tutto ciò non proteggerà affatto la libertà e i diritti dei cittadini europei. Porre un argine alla propaganda islamista non va considerato come una limitazione al diritto di espressione, ma anzi come un modo per difendere la libertà degli europei. In questo senso Egitto ed Europa sono accomunati da questa sfida: come trovare un equilibrio tra la difesa dei diritti e della libertà personali da un lato e la lotta al terrorismo dall’altra.

 

(Pietro Vernizzi)