La Gran Bretagna non ha alcuna intenzione di partecipare al programma di aiuti alla Grecia. Lo ha fatto sapere George Osborne, membro del partito Conservatore e attuale cancelliere dello Scacchiere britannico. “La Gran Bretagna non è nell’euro – avrebbe detto, come riportato da alcuni media locali – quindi l’idea che i contribuenti britannici possano essere chiamati in causa per questo accordo greco è completamente sballata”. Lo stesso Osborne avrebbe comunicato la decisione ai colleghi europei prima della riunione dell’Eurogruppo: “I nostri colleghi dell’Eurozona hanno ricevuto un messaggio forte e chiaro sul fatto che non sarà possibile modificare, in questa occasione, la posizione britannica sui programmi di aiuto europei”, ha fatto sapere una fonte del Ministero delle Finanze britannico.
Anche Yanis Varoufakis attacca Alexis Tsipras dopo l’accordo raggiunto ieri a Bruxelles. L’ex ministro delle Finanze greco che una settimana fa ha presentato le sue dimissioni lasciando il posto a Euclides Tsakalotos, è intervenuto in un’intervista al settimanale britannico News Statesman per criticare l’operato del premier ellenico. Varoufakis aveva già pronto “un piano” per far uscire il paese dallo stallo raggiunto dopo la vittoria del “no” al referendum del 5 luglio scorso, ma poi Tsipras “ha accettato il fatto che qualsiasi fosse stata la posizione dei creditori, lui non li avrebbe sfidati”. E alla fine ha ceduto a “proposte assolutamente impossibili, totalmente non attuabili e tossiche, il tipo di proposte che presenti all’altra parte quando non vuoi un accordo”. “Volevo emettere pagherò – ha detto Varoufakis – tagliare il valore dei bond greci acquistati dalla Bce e ridurre unilateralmente il debito, ma il partito ha deciso per il no”.
La Grecia evita il default e l’uscita dall’euro, ma i riflettori sono adesso tutti puntati su Atene e sulle reazioni politiche che non sono tardate ad arrivare. In molti credono infatti che Alexis Tsipras abbia “tradito” il referendum del 5 luglio scorso con il quale il popolo greco aveva nettamente rifiutato le condizioni poste dai creditori internazionali per un nuovo prestito: il nuovo accordo prevede invece un nuovo programma di aiuti del fondo Esm da 86 miliardi in cambio dell’approvazione a tempo di record di alcune riforme e la creazione di un fondo che “privatizzerà asset di Stato per realizzare profitti, e servirà ad abbattere il debito e alla ricapitalizzazione delle banche”. Come riportato dal quotidiano greco Kathimerini, il ministro della Difesa ellenico Panos Kammenos avrebbe già fatto sapere che il suo partito Anel, alleato di Syriza, in Parlamento non voterà a favore dell’accordo. Come se non bastasse, per la prima volta da quando il partito del premier è al governo, il sindacato dei dipendenti pubblici in Grecia ha annunciato uno sciopero di 24 ore per mercoledì prossimo quando andrà probabilmente in scena la votazione sull’intesa già definita “antipopolare”. Alle ore 19 dello stesso giorno è stata organizzata anche una manifestazione di protesta a piazza Syntagma.