I quattro italiani rapiti in Libia sono vivi: un gruppo di malviventi ha chiesto il riscatto per liberarli. Alla base del gesto quindi nessun intento politico o richieste di scambi con gli scafisti in galera nel nostro Paese. La richiesta di riscatto è stata fatta attraverso mediatori dell’Intelligence per la liberazione di Gino Pollicardo, Fausto Piano, Filippo Calcagno e Salvatore Failla, rapiti il 20 luglio scorso nella zona di Mellitah. Il sottosegretario con delega ai servizi Marco Minniti ha dichiarato che ci troviamo di fronte a un sequestro a scopo estorsivo e che la vicenda di conseguenza potrebbe essere più facile da gestire. Esclusa l’ipotesi dei trafficanti anche dal premier di Tripoli Khalifa al Ghweil, che ha affermato che si tratta di “criminali che vogliono turbare le relazioni che vogliamo instaurare con l’Italia”. Intanto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha chiesto “prudenza e riserbo per riportare a casa” gli italiani e ha invitato a “non inseguire il carosello di rivendicazioni, ipotesi e retroscena che vengono fatti in modo più o meno strumentale”. Parole condivise anche dal titolare del Viminale Angelino Alfano. Si teme che i quattro tecnici italiani possano essere venduti ad organizzazioni jihadiste legate all’Isis. (Serena Marotta)