“La Turchia ha già pronti 20mila uomini per un intervento di terra con l’obiettivo di creare una ‘zona cuscinetto’ in territorio siriano. Sarà il primo passo per spazzare via tanto l’Isis quanto Assad e creare un Nuovo Impero Ottomano in Siria”. A prevederlo è Carlo Jean, generale e analista militare, nel giorno in cui la Nato si riunisce a Bruxelles su richiesta di Ankara per decidere insieme le operazioni militari da intraprendere contro i separatisti curdi del Pkk e l’Isis. Ieri intanto si è verificata una violenta controffensiva dei ribelli curdi del Pkk, dopo che l’esercito turco li aveva attaccati a colpi di artiglieria a partire dalla giornata di venerdì.



Generale, che cosa si deciderà nel vertice Nato di oggi?

Molto verosimilmente la Nato non prenderà nessun decisione, in quanto alcuni Stati membri sono contrari a qualsiasi intervento. Ciò soprattutto nei confronti dei curdi del Pkk, che pur essendo considerati un’organizzazione terroristica non rappresentano una minaccia esterna alla Turchia. Lo stesso Isis del resto ha compiuto un attentato in territorio turco, ma non può essere considerato un elemento di pericolo per la sicurezza della Turchia.



Quali sono le richieste della Turchia?

Ankara ha chiesto alla Nato di riunirsi ai sensi dell’articolo 4, che si limita a invocare “cooperazione e coordinamento di misure di sicurezza”, e non dell’articolo 5, che richiede una “difesa collettiva”. Il problema è che molti Paesi Nato sono contrari e l’articolo 5 richiede l’unanimità.

Chi si oppone a raid aerei della Nato contro l’Isis?

In primo luogo la Germania. Berlino è stata disponibile a fornire armi ai curdi, ma non ha mai inviato le sue forze contro il Califfato.

Qual è il piano degli Stati Uniti?

Gli Stati Uniti combattono l’Isis grazie all’appoggio di Assad, ma con l’obiettivo di sostituirlo. Gli Usa del resto sono condizionati dalla decisione di non impiegare truppe a terra, di non assumersi responsabilità oltre a un certo livello e di essere amici tanto della Turchia quanto dell’Iraq, che però hanno interessi opposti tra loro.



Qual è invece la strategia della Turchia?

La Turchia vuole combattere contemporaneamente l’Isis e Assad.

Non è una contraddizione?

Di solito il nemico del tuo nemico è un amico, mentre in Medio Oriente non è così.

E’ una guerra tutti contro tutti?

Praticamente sì. La Turchia fa parte di una coalizione anti-Isis, ma in pratica appoggia anche il Califfato in quanto rappresentante dei sunniti contro gli sciiti. Lo Stato Islamico nel frattempo combatte sia contro i curdi sia contro gli sciiti. Il quadro è quindi molto complicato. Già nel 2012 la Turchia ha dato ospitalità all’ex vicepresidente irakeno, Tareq al-Hascemi, il quale teneva i rapporti con l’Isis e ha negoziato la liberazione dei 43 diplomatici turchi presi in ostaggio a Mosul.

 

Quali sono le vere priorità di Erdogan?

La principale priorità di Erdogan è quella di costituire una zona cuscinetto in territorio siriano, che fermerebbe anche l’espansione dei curdi siriani verso Occidente. Una zona controllata dalla stessa Turchia anziché dai curdi, che altrimenti rischiano di arrivare fino al Mediterraneo.

 

In che modo si costituirà la “zona cuscinetto”?

La Turchia per realizzare la “zona cuscinetto” interverrà con le truppe di terra, cioè con un corpo di spedizione di 20mila uomini. Questi ultimi combatteranno contro l’Isis, ma nel contempo anche contro Assad, in quanto andranno a occupare una parte di territorio siriano pari a 100 chilometri per 30, cioè 3mila chilometri quadrati. In questa zona Erdogan concentrerà una parte dei rifugiati presenti in Turchia, che ormai sono 1 milione e 800mila.

 

Come risponderà Assad?

L’operazione turca provocherà un’escalation da parte della Siria, perché Damasco non potrà accettare che i turchi entrino nel suo territorio.

 

Quali conseguenze avrà questa escalation?

Tanto Assad quanto l’Isis saranno fatti fuori per opera della Turchia.

 

Gli Stati Uniti staranno a guardare?

Il principale problema è che i principali alleati degli americani sono i curdi siriani dell’Ypg, che sono però alleati del Pkk il quale combatte contro la Turchia. Erdogan dunque non bombarda solo l’Isis ma anche il Pkk che ha difeso Kobane.

 

Abbattuto Assad e spazzato via l’Isis, chi occuperà quella zona?

Verrà fuori una situazione in stile libico, sempre che non sia stabilito una sorta di “Nuovo Impero Ottomano” che metterà a posto le cose, fino a quando i popoli della zona riusciranno a trovare un accordo di solidarietà nazionale.

 

(Pietro Vernizzi)