Il Consiglio di Stato greco ha respinto il ricorso presentato contro il referendum in programma domenica, quindi la consultazione si svolgerà regolarmente. I seggi apriranno alle ore 7 del 5 luglio e l’Europa rimane con il fiato sospeso in attesa dei risultati le cui conseguenze sono tuttora imprevedibili. Secondo un recente sondaggio realizzato per Bloomberg dall’Istituto di ricerca dell’Università di Macedonia, il 43% degli intervistati potrebbe votare “no” seguendo la linea del governo Tsipras, mentre il fronte del “sì” sarebbe al 42,5%.
Il Consiglio di stato greco dovrebbe valutare in giornata la costituzionalità del referendum in programma domenica 5 luglio. Sarebbero stati due cittadini a presentare ricorso sostenendo che la consultazione indetta dal governo Tsipras sarebbe in contrasto con l’articolo 44 della costituzione ellenica che esclude referendum su questioni che riguardano “la situazione finanziaria dello stato”. Inoltre il quesito referendario non avrebbe la chiarezza espressamente richiesta da una legge del 2011. Non è ancora chiaro quando arriverà la risposta del Consiglio di stato che potrebbe anche bloccare il voto previsto domenica.
“Dite no a ricatti e ultimatum”. Nuovo appello alla nazione di Alexis Tsipras affinché al referendum di domenica prossima in Grecia possa avere la meglio il fronte del “no”. Il primo ministro ellenico ha ribadito che votare no “non significa andar via dall’Europa, ma volere un accordo migliore per il futuro”. Chi vota “sì” accetta “una politica che ha creato problemi al popolo” e “la morte lenta dell’economia e della società”. Quindi l’invito ai cittadini: “Vi chiedo di dire no alla discordia” e “di votare con calma senza accettare ultimatum. Il posto della Grecia è in Europa. Il report del Fmi conferma gli argomenti del mio Governo: il debito non è sostenibile”.
“Un accordo è in vista” anche se nel referendum di domenica prossima dovesse avere la meglio il fronte del “no”. Lo ha detto il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, confermando che quello del 5 luglio non è un voto per decidere se rimanere o meno nell’euro. Varoufakis si è detto inoltre convinto che la Grecia rimarrà nella moneta unica e che il futuro accordo includerà “la ristrutturazione del debito”. Sulla stessa linea le parole del premier ellenico Alexis Tsipras, secondo cui un accordo verrà siglato nelle 48 ore successive al referendum. “Questo accordo può essere il cattivo accordo che ci propongono o uno migliore: più forte è il no, migliore sarà l’accordo”, ha detto.
Non solo il ministro dell’economia Varoufakis, ma anche il premier Tsipras potrebbe dimettersi in caso di vittoria dei sì al referendum che si tiene domenica. Varoufakis lo ha già annunciato ufficialmente, mentre Tsipras lo ha lasciato capire, in quanto sua sconfitta personale nella gestione della lunga trattativa con l’Unione europea. Lo stesso Tsipras ha detto nelle ultime ore che comunque vada il voto ci sarà un accordo entro 48 ore, dando così inutilità al referendum stesso. Secondo gli ultimi sondaggi i sì all’accordo con l’Europa sarebbero in vantaggio seppure di poco, il 44,8%. Un altro sondaggio però dà le due opzioni sostanzialmente in parità. Il ritorno alla dracma è però rifiutato dall’81% dei greci.