Quasi dieci anni dopo la morte del dissidente russo Alexander Litvinenko l’inchiesta pubblica svolta dagli avvocati difensori della famiglia dell’uomo è arrivata alla conclusione. La morte dell’uomo fu “un omicidio ordinato da Valdimir Putin”. I sospetti del genere sono sempre stati evidenti: Alexander Litvinenko morì per avvelenamento causato da una dose di polonium radioattivo dopo una lunga agonia. Il veleno sarebbe stato contenuto in una tazza di tè, bevuta durante un incontro con Dmitry Kovtun, un ex agente del Kgb. Secondo gli avvocati della vedova Marina ci sarebbero anche le prove scientifiche che Kovtun uccise l’ex spia russa. Putin, ha detto l’avvocato Emmerson, “è un tiranno crudele che fa eliminare chiunque gli si opponga e se lo stato russo è responsabile dell’omicidio, allora Putin ne è responsabile”. Commentando la conclusione dell’inchiesta alla Corte Reale di giustizia inglese, la vedova di Litvinenko ha detto che finalmente è stata svelata la verità sulla morte del marito. Intenzione del marito, ha detto ancora, era di dire tutto quello che sapeva sul livello di corruzione di Putin davanti ai massimi organismi di giustizia russi. Da parte sua un portavoce del Cremlino ha già commentato che i risultati dell’inchiesta non dicono nulla di nuovo rispetto alle accuse fatte da tempo nei confronti di Putin e che la Russia non riconoscerà mai tale inchiesta.