Si è riunito poco fa il consiglio dei ministri greco per fare il punto sul pacchetto di riforme da presentare in sede europea per tentare di ottenere il terzo programma di aiuti. Lo fa sapere l’agenzia di stampa “LaPresse”, spiegando che la riunione è stata preceduta da un vertice preparatorio al quale hanno partecipato il premier ellenico Alexis Tsipras, il vice primo ministro Yanis Dragasakis, il neo ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos (nominato dopo le dimissioni di Yanis Varoufakis), e i ministri Giorgos Stathakis e Nikos Kotzias. Le proposte dovranno arrivare entro la mezzanotte di oggi e, secondo quanto emerso nelle scorse ore, dovrebbero prevedere tagli e aumenti di tasse per dodici miliardi di euro complessivi.
“Gli sviluppi in Grecia finora non hanno comportato alcun contagio significativo” e “un’azione politica tempestiva dovrebbe contribuire a gestire tali rischi qualora dovessero materializzarsi”. Lo fa sapere il Fondo monetario internazionale nel suo World Economic Outlook (WEO). “Naturalmente noi continuiamo a sperare e lavorare per una soluzione positiva nella quale la Grecia resti nella zona euro”, ha spiegato Olivier Blanchard, consigliere economico e direttore Ricerca del Fmi, aggiungendo che “considerata la drammaticità degli sviluppi in Grecia gli effetti nel resto dell’economia mondiale dell’ulteriore deterioramento dell’economia ellenica dovrebbero essere limitati”. Per quanto riguarda la situazione economica, la ripresa nella zona euro “sembra sostanzialmente avviata, con una generale robusta ripresa della domanda interna e un aumento dell’inflazione”. Tuttavia, dice ancora il Fmi, “le previsioni sono state riviste al rialzo per molti paesi della zona euro, ma in Grecia gli sviluppi potrebbero comportare un onere più pesante del previsto”.
E’ atteso entro la mezzanotte di oggi il piano di riforme che la Grecia si impegna ad attuare per ottenere il terzo programma di aiuti dopo quelli del 2010 e del 2012. Il programma dovrebbe prevedere tagli alle spese e aumenti di tasse per dodici miliardi di euro complessivi, ma ogni dettaglio sarà più chiaro solamente nelle prossime ore. Intanto il presidente del Consiglio dell’Unione europea Donald Tusk ha fatto sapere su Twitter di aver sentito poco fa il premier ellenico Alexis Tsipras: “Spero di ricevere oggi proposte di riforme concrete e realistiche”, ha spiegato Tusk, aggiungendo che “un’azione politica tempestiva potrebbe aiutare a gestire tali rischi se si dovessero materializzare”.
Entro la mezzanotte di oggi, giovedì 9 luglio, la Grecia dovrà presentare il pacchetto di riforme per poter ottenere il terzo salvataggio. L’ipotesi Grexit non è però ancora esclusa e i cittadini stanno correndo ai ripari: come riportato dall’Ansa, negli ultimi dieci giorni (quindi da quando è stato annunciato il referendum di domenica scorsa) è stato registrato un boom di richieste di documenti e permessi per l’espatrio. Solo nella giornata di ieri in 1580 hanno presentato richiesta per il passaporto (50% in più rispetto al 2014). In allarme anche le banche che rimarranno chiuse fino al 13 luglio: Louka Katseli, presidente del direttorato della Banca centrale greca, ha comunque fatto sapere che i depositi fino a 100mila euro “sono garantiti” e che da martedì prossimo “potranno riprendere i servizi bancari”.
La Russia in tutta la vicenda della crisi greca è tutt’altro che un attore non protagonista, semplicemente si è sempre tenuta in silenzio e in disparte per vedere l’evolversi della situazione ma sembrerebbe che nella situazione post-voto in Grecia qualcosa si sia mosso. La pensa in questo modo Tiberio Graziani, presidente di IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie) e grande esperto della situazione geopolitica internazionale: in un’ampia intervista a ilsussidiario.net illustra la situazione del rapporto tra Grecia e Russia. «Non è fantapolitica pensare questi due organismi insieme, già negli ultimi mesi Tsipras e Putin spesso si sono parlati e la Russia ha sempre garantito allo stato ellenico, qualora lo volesse, un sostegno economico ingente. Il cambio d’influenza dall’UE alla Russia rimane comunque un ipotesi ma con basi solide». Sempre secondo Graziani, con un’Europa che si dimostra povera dal punto di vista strategico ed economico nel medio-lungo periodo, è legittimo che i paesi con l’Euro più in crisi guardino ad altri organismi più allettanti, e i Brics con la loro Nuova Banca di Sviluppo fondata in queste ore al Summit Brics a Ufa, in questo momento rientrano perfettamente nell’identikit. Conclude infine con un monito chiaro all’Europa il presidente di IsAG: «La Grecia con questo referendum ha di fatto creato un precedente clamoroso anche per altri possibili stati in futuro scontenti delle politiche comunitarie inefficienti dell’UE».
–La banche della Grecia hanno liquidità nei bancomat sufficiente solo fino a lunedì prossimo. Lo ha detto alla tv greca Skai Louka Katseli, presidente dell’Unione delle banche, lo stesso però che nei giorni scorsi aveva fatto sapere che i soldi ci sarebbero stati fino al giorno successivo al referendum (quindi lunedì 6 luglio). Le banche rimarranno chiuse almeno fino al prossimo 13 luglio e al momento i cittadini possono continuare a prelevare un massimo di 60 euro al giorno (120 per i pensionati senza bancomat). Anche la Hellenic Capital Market Commission ha confermato che la Borsa di Atene resterà chiusa fino a lunedì prossimo.
“Non so, questa volta è veramente difficile”. Così il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi avrebbe risposto a un giornalista de Il Sole 24 ore che gli chiedeva se sarebbe stato possibile risolvere la crisi greca. Da escludere anche l’ipotesi che la Russia possa andare in soccorso del governo greco: “Non credo – ha aggiunto Draghi – non mi pare un vero rischio e poi non hanno soldi neanche loro”. Intanto Alexis Tsipras si prepara a presentare il pacchetto di riforme con le quali ottenere un nuovo programma di aiuti: come riportato dal quotidiano ellenico Kathimerini, il premier starebbe pensando a misure per un valore complessivo di 12 miliardi di euro, quattro in più di quelli immaginati all’inizio. Tra gli interventi previsti si parla anche dell’abolizione delle baby pensioni e dell’aumento dell’Iva.
Dovranno arrivare entro la mezzanotte di oggi, giovedì 9 luglio 2015, le proposte della Grecia per tentare di ottenere un nuovo programma di assistenza finanziario dal fondo salva-Stati Esm (European Stability Mechanism). Nella giornata di ieri, dopo l’intervento di Alexis Tsipras all’Europarlamento di Strasburgo riunito in seduta plenaria, il neo ministro delle Finanze ellenico Euclid Tsakalotos ha formalizzato la richiesta di aiuti in una lettera in cui accenna le riforme che l’esecutivo ha intenzione di attuare nel prossimo futuro. Si tratta però solo di impegni generici, mentre tutti i dettagli dovrebbero arrivare proprio nella giornata di oggi: Atene ha fatto sapere di accogliere “con favore l’opportunità di esplorare potenziali misure da prendere in modo che il suo debito pubblico diventi sia sostenibile sia affrontabile nel lungo termine”, quindi si impegna “in un piano di riforme globale nell’area della sostenibilità di bilancio, stabilità finanziaria e crescita economica”. Il governo greco promette anche un immediato intervento su fisco e pensioni, ma anche “misure aggiuntive per rafforzare e modernizzare l’economia”.