“Se si dovesse verificare un’uscita della Grecia dall’euro, la responsabilità storica peserà su chi l’ha provocata. I greci hanno dimostrato una grandissima dignità votando no al referendum, e continueranno a farlo anche nell’ipotesi estrema di una Grexit”. A evidenziarlo è Teodoro Andreadis Synghellakis, giornalista di Alpha Tv e autore del libro-intervista a Tsipras pubblicato da Bordeaux Edizioni con il titolo “Alexis Tsipras. La mia sinistra”. Ieri il presidente del Consiglio greco, Tsipras, è intervenuto nel Parlamento europeo sottolineando come “ci sono distorsioni del passato che devono essere superate, come la questione delle pensioni. Vogliamo abolire le pensioni baby in un Paese che si trova in una situazione disastrosa. Servono le riforme, ma vogliamo tenerci il criterio di scelta su come suddividere il peso”.



Per Tsipras, la Grecia è stata trasformata in un laboratorio di austerità ma l’esperimento è fallito. Lei che cosa ne pensa?

E’ ciò che hanno sottolineato tutti gli organismi internazionali, a partire da medici e volontari che hanno osservato i casi di denutrizione di molti bambini greci a causa del drastico taglio degli stipendi e della perdita quasi totale di reddito da parte delle loro famiglie. E’ ciò che si nota dall’indice di disoccupazione e dalla caduta del potere di acquisto delle famiglie.



Per la Germania però sono ben altri i problemi…

Con questa campagna mediatica che si è fatta per cercare di mettere la Grecia sul banco degli imputati, pur non riuscendoci, qualcuno ha cercato di fare dimenticare i cinque anni di disastri della Troika che pensava di fare uscire un Paese dalla crisi togliendogli l’ossigeno. Tsipras non ha fatto altro che ribadire quello che in Grecia tutti sanno.

Se la Grecia è così povera, perché tiene in piedi privilegi come quelli delle pensioni?

Anche questo fa parte della campagna mediatica. Quello dei privilegi del welfare greco è in gran parte un falso problema. Quasi tutti i privilegi sono già stati tagliati, mentre per quanto riguarda alcune poche pensioni anticipate il governo è disposto a innalzare la soglia d’età. La pensione media dei greci è pari a 640 euro al mese, mentre il 40% delle persone percepisce una pensione ancora più bassa. In questi anni di crisi inoltre le pensioni sono state tagliate del 48%. E’ pur vero che ci sono delle difficoltà di bilancio per gli enti di previdenza, ma ciò è in gran parte dovuto al fatto che c’è una disoccupazione esplosiva.



Alla fine si riuscirà a raggiungere un accordo?

Voglio sperare di sì. Non mi piace il clima da ultimatum che c’è in Europa, perché non porterà a nulla. Sicuramente entro domenica ci sarà una proposta abbastanza dettagliata da parte del governo greco. Si chiede un piano di tre anni, perché lo stesso Hollande ha sottolineato che piani da sei mesi come li vorrebbe la Merkel non portano a nulla. La sfida è dare più tempo per alcune riforme e attuare un piano reale per il rilancio dell’economia massacrata da questi anni di austerità.

Lei come vede l’ipotesi di un’uscita della Grecia dall’euro?

Non voglio neanche prendere in considerazione la possibilità che la Grecia sia spinta fuori dall’euro. Come sappiamo la Grecia si trova in un punto nodale per il Mediterraneo, per i rapporti Est-Ovest e tra l’Europa e la sponda dell’Africa Settentrionale. Chi in cuor suo sta sperando che si avveri una Grexit, se è un politico con un minimo di capacità critica dovrebbe tenere conto di tutti questi fattori.

 

Di chi sarebbe la responsabilità di una Grexit?

E’ un’ipotesi che se si dovesse verificare graverà come responsabilità storica sulle spalle di chi l’ha provocata, e quindi soprattutto sulla rigidità di quei conservatori europei che hanno sposato l’austerità. Anche se in realtà in Italia gran parte del centrodestra è del tutto contrario a questa ricetta. Comunque una cacciata di Atene non può essere esclusa.

 

Che cosa avverrebbe a quel punto in Grecia?

Certo un’uscita dall’euro comporterebbe delle difficoltà per quanto riguarda le importazioni, una svalutazione della dracma e una caduta del potere d’acquisto. Il popolo greco ha dimostrato di essere molto dignitoso, esprimendo la sua preferenza per il “no” al referendum pur sotto a una pressione mediatica fortissima. Alla fine se fosse costretto a uscire dall’euro, pur con molte difficoltà rimarrebbe in piedi.

 

Se la posizione della Grecia è così nobile, come si spiega la durezza nei suoi confronti da parte non soltanto della Germania ma anche dei Paesi dell’Est?

In parte si spiega con il fatto che non conoscono a fondo la situazione greca, né quanto la mala gestione della situazione economica abbia pesato sul Paese dal punto di vista sociale. In parte inoltre molti Paesi ex comunisti in realtà sono entrati nell’Ue non condividendo appieno lo spirito dell’Unione stessa.

 

Infine quali sono i rischi di contagio per l’Italia?

Come ha detto ieri anche Sangalli, ci potrebbero essere importanti ricadute negative sull’Italia, soprattutto per quanto riguarda il clima di fiducia nel Paese. Invece di andare verso una costruzione dell’Europa politica, andiamo verso la disgregazione di un’Unione che purtroppo in modo poco lungimirante è stata fondata solo sulla moneta.

 

(Pietro Vernizzi)

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