Sarà resa nota il prossimo 24 agosto la pronuncia del Tribunale Internazionale del Diritto del Mare di Amburgo sulle richieste dell’Italia riguardo il caso dei due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati di aver ucciso due pescatori indiani il 15 febbraio 2012 al largo della costa del Kerala. Lo ha annunciato il presidente del collegio al termine della seconda udienza andata in scena oggi, durante la quale i due Paesi hanno formulato le rispettive repliche. “L’Italia è stata accusata dall’India di essere un Paese che non mantiene la parola. Questa accusa è del tutto inaccettabile. Gli impegni presi in India sul caso sono sempre stati onorati”, ha detto l’ambasciatore a L’Aja Francesco Azzarello rispondendo alle recenti dichiarazioni indiane. Nella prima udienza di ieri, l’Italia ha ufficialmente chiesto il rientro di Girone e la permanenza di Latorre in Italia “affinché possa completare la fase di recupero”. In apertura della seconda udienza ha preso la parola il capo del team legale italiano, Sir Daniel Bethlehem, secondo cui l’India “fa un gioco pericoloso e ha costruito un castello di carte” contro l’Italia con l’obiettivo di “continuare a esercitare la propria giurisdizione”. Una persona “non è colpevole fino a quando non viene giudicata da un tribunale legittimo sulla base di accuse di cui è stata informata in modo tempestivo e alle quali ha potuto rispondere”, ha aggiunto Bethlehem, spiegando che proprio per questo l’atteggiamento dell’India è “sbagliato e pericoloso”.