Fuoco e ancora fuoco. E purtroppo non solo quello: i fumi e i gas cimici sprigionati a Tianjin, nord della Cina, dopo l’esplosione della fabbrica di depositi chimici sono sempre più propagati nell’aria e nell’acqua della città portuale cinese. Purtroppo le solite polemiche sulla sicurezza sul lavoro legate alle imprese aziende tornano di moda e a ragione, dato che almeno 50 persone sono rimaste uccise dalle varie esplosioni della scorsa notte e ci sono più di 700 feriti in tutta la zona. Negli ultimi mesi ci sono almeno altri due episodi in cui le autorità cinese avrebbero dovuto prendere spunto e modificare qualcosa a livello legislativo, e invece niente: il grande apparato industriale cinese è pieno di falle e i controlli si fanno desiderare. A luglio, pochissimo tempo fa, 15 persone erano rimaste vittime di un’altra esplosione di una fabbrica di fuochi d’artificio nella provincia di Hebei e altre 71 aveva perso la vita esattamente un anno fa vicino a Shanghai per una deflagrazione avvenuta in una fabbrica di pezzi di ricambio per automobili. Insomma, questa è una tragedia che in parte poteva essere contenuta.



Purtroppo le fiamme non smettono di divampare in Cina nella metropoli portuale di Tianjin, dopo le numerose esplosioni della notte di una fabbrica di depositi chimici che hanno messo in ginocchio migliaia di cinesi. Le autorità locali, su forte spinta del premier Xi Jinping, hanno messo subito in moto le ricerche per ricostruire i fatti di questa orrenda vicenda. L’agenzia Nuova Cina afferma che la compagnia proprietaria del magazzino andato in fiamme dopo numerose esplosioni sarebbe la Tianjin Dongjiang Port Rui Hai Internationale Logistic: fondata di recente, nel 2011, trasporta materiale chimico da e per il porto tra più importanti della Cina, visto che serve la capitale Pechino lontana solo 100 km. La compagnia presenta un introito annuo, come riporta Repubblica, di circa 30 milioni di yuan (4,2 mln di euro) ed è una delle più importanti della Cina tenendo conto la giovane età. Sembrerebbe inoltre che la polizia locale abbia arrestato immediatamente il capo dell’azienda portuaria



Un schianto incredibile, avvertito come se fosse una bomba nucleare è quello che raccontano i superstiti della spaventosa esplosione avvenuta nel nord della Cina, a Tianjin. Una serie di detonazioni causate molto probabilmente da un deposito di materiali chimici sta sconvolgendo la Cina intera con delle immagini incredibili: purtroppo continua ad aggiornarsi il bilancio delle vittime, salite ora a 50 con circa 700 feriti coinvolti, tra i quali molti sono in gravi condizioni. «Sembrava proprio una bomba nucleare, ha raccontato un testimone alla Bbc»; molti i vigili del fuoco morti per cercare di fermare le fiamme, tanto da far decidere al governo centrale di inviare da Pechino, che dista circa 100 km, più di 200 soldati specializzati in disastri nucleari e chimici.



Purtroppo non si placano gli effetti dell’esplosione che sta sconvolgendo la Cina: ieri sera a Tianjin, nel nord del paese, è esplosa una fabbrica logistica con materiali pericolosi nella parte vicino al porto. Purtroppo già 44 le vittime, di cui molti vigili del fuoco e centinaia di feriti e dispersi. Ma le problematiche non sono solo legate all’esplosione in sé, che intanto sta continuando a bruciare la città, ma per le conseguenze per le scorie nell’ambiente. Arriva il comunicato di Greenpeace Asia in cui viene espressa tutta la preoccupazione per l’evolversi della vicenda: in particolare, viene evidenziato l’allarme sulla situazione dell’aria e dell’acqua che va tenuta monitorata nelle prossime ore. Secondo il governo locale però, le analisi eseguite nella tarda mattina di oggi non hanno rilevato particolari tracce di inquinamento causato dall’esplosione.

E’ di almeno 44 morti e quasi 600 feriti il tragico bilancio delle fortissime esplosioni avvenute questa notte nell’area industriale di Tianjin, città portuale cinese a sud-est di Pechino. L’incidente è avvenuto verso le 23.30 ora locale in un deposito di materiale chimico pericoloso e infiammabile: le prime due deflagrazioni sono avvenute a una trentina di secondi di distanza, seguite da altre che sono state avvertite a chilometri di distanza da almeno 15 milioni di persone. Una palla di fuoco si è alzata in cielo, seguita da una densa colonna di fumo nero. I testimoni hanno parlato di uno scenario apocalittico, con la terra che ha tremato come durante un terremoto: gli esperti hanno fatto sapere che la prima esplosione è stata forte come un sisma di magnitudo di 2.3 gradi della Scala Richter. Adesso l’incendio sembra essere stato domato, ma ancora non si conosce il numero esatto delle vittime e l’entità dei danni.

In Cina sta facendo molto clamore la notizia riguardante l’esplosione a Tianjin. Le ultime notizie riportate da China’s People’s Day parlano di sette morti e altre novità si accavallano sui social network. Su Weibo, uno dei social più popolari in Asia, le persone mostrano alcuni particolari sconvolgenti come porte che sono venute via per la scossa procurata dall’esplosione. La prima esplosione ha provocato una scossa di magnitudo 2.3, come se fossero scoppiate tre tonnellate di TNT, mentre la seconda è stata segnata a 2.9, come 21 tonnellate.

In Cina grande disagio a seguito di un enorme incendio a Tianjin sede di uno dei porti industriali più importanti del nord est della nazione. E’ una citta di sette milioni e mezzo di abitanti ed è piena di industrie e raffinerie. Secondo fonti cinesi l’esplosione sarebbe stata nata all’interno di un contanier da materiale esplosivo e infiammabile, provocando circa 400 feriti che si sono recati anche a piedi al pronto soccorso nell’ospedale di zona. Il tutto è accaduto intorno alla mezzanotte del posto. I media cinesi hanno riportato come due dei vigili del fuoco sul posto abbiano perso i contatti con il resto della squadra che avrebbe visto anche altri sei elementi feriti.