Il Cile fa un nuovo passo verso la depenalizzazione dell’aborto. La Commissione di Sanità della Camera ha dato il via libera alla mozione che autorizza il Parlamento a legiferare sul progetto che potrebbe portare all’approvazione del cosiddetto “aborto terapeutico”. Il disegno di legge autorizza in particolare l’interruzione di gravidanza in tre casi eccezionali: quando il feto presenta malformazioni, quando la madre è rimasta incinta in seguito a uno stupro e quando la gravidanza mette in pericolo la vita della donna. Non sono ovviamente mancate le polemiche: Radio Vaticana fa sapere che la Conferenza episcopale cilena ha già creato una pagina web intitolata “Grazie alla vita” in cui sono raccolti tutti i documenti della Chiesa locale sull’argomento. “L’aborto non comporta mai una cura da quelle esperienze traumatiche e non è mai terapeutico”, si legge nel testo. “Noi sosteniamo che l’aborto non è di per sé un’azione terapeutica per salvare la vita di una madre in pericolo, anche quando la morte della persona concepita è una possibilità prevista, non voluta, non ricercata”. Secondo monsignor Fernando Chomali, arcivescovo di Concepción, “questo progetto di legge è sordo a tante esperienze meravigliose dove donne, in situazioni drammatiche e dolorose frutto della gravidanza, grazie all’accompagnamento, all’amore, all’aiuto di diversi tipi hanno partorito e sono andate avanti”.