Nonostante i numerosi impegni, Barack Obama ha ovviamente ricordato gli attentati dell’11 settembre alla Casa Bianca. Si tratta del penultimo anniversario per il politico democratico da presidente, dato che a novembre 2016 ci saranno nuove elezioni presidenziali e Obama non potrà ricandidarsi. Insieme alla moglie Michelle e ai membri del suo staff, il presidente ha osservato un minuto di silenzio nel parco della Casa Bianca a Washington alle 8.46 di mattina, il momento in cui nel 2001 il primo aereo colpì le Torri Gemelle. Dopo il minuto di silenzio, Obama ha scritto un messaggio su Twitter: “14 anni dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre, ricordiamo chi abbiamo perso. Onoriamo chi ha servito per proteggerci. Noi restiamo più forti che mai”.
Si è conclusa da pochi minuti uno dei momenti più intensi del memoriale a Ground Zero per questo 11 settembre, a 14 anni dalla tragedia degli attentati alle Torri Gemelle di New York, ma anche al Pentagono e nei cieli della Pennsylvania. Celebrazioni ci sono lungo tutti gli Stati Uniti d’America, ma appunto il momento più profondo si è tenuto sotto il simbolo di quel tragico 11/9/2001, con la lettura dei nomi di tutte le circa 3mila vittime del crollo delle Twins Tower. Con cittadini normalissimi e comuni che si alternavano nella lettura, sono stati scanditi i nomi e i cognomi di donne, uomini, bambini e anziani che furono coinvolti in ogni modalità e pagando il prezzo della propria vita in quel brutto mattino americano. Vigili del fuoco, passeggeri degli aerei, impiegati nelle Torri e in tutto il World Trade Center, per non parlare degli edifici vicini e dei semplici passanti: sono 3mila le vittime del vile attentato di matrice islamista, rivendicato da Al Qaeda, con il quale l’intero Occidente è stato messo di fronte all’estrema fragilità della vita. le commemorazioni oggi puntano invece a rendere più reale e carnale quell’esperienza impossibile da rielaborare, con un profondo e forte senso di comunità. Almeno da questo punto di vista, un esempio interessante da osservare.
Parlare di eroismo a tavolino è sempre molto semplice, eppure di eroi si tratta quando si pensa ai passeggeri del volo UA 93 che l’11 settembre 2001 fu l’unico a non raggiungere l’obiettivo degli attentati di Al Qaeda più celebri purtroppo al mondo. Dopo le due Torri Gemelle e dopo il Pentagono dove morirono in tutto circa 3mila persone, il quarto obiettivo era la Casa Bianca ma dalle scatole nere del volo di United Airlines si apprese poi la verità. Quel volo misteriosamente schiantato nei campi della Pennysilvania si dirigeva verso la sede politica degli Stati Uniti d’America ma venne fermato nella sua intesa dall’intervento degli eroici, davvero, passeggeri che riuscirono a disinnescare i terroristi a bordo. Non si è invece mai saputo perché alla fine si schiantò il famigerato UA 93, se per decisione dei passeggeri piuttosto che sbattere contro la Casa Bianca, o se per decisione dell’attentare vedendo come stava andando la situazione. Ciò che è certo purtroppo sono le 44 vittime innocenti a cui è dedicato il Memorial a Shanksville: in questa mostra sono presentate foto, video e oggetti che raccontano le storie del volo 93. Ma anche qualche registrazione dalle ultime telefonate fatte dai passeggeri che sono rimaste scolpite nel dramma americano più grave di sempre: «Sono sul volo United 93 ed è stato dirottato da terroristi che dicono di avere una bomba. Sembra che abbiano dirottato aerei contro il World Trade Center e ora vogliono buttare giù anche questo». Da non aggiungere altro a queste parole, per persone comuni che hanno lottato per riprendere il controllo dell’aereo, non salvando se stessi ma salvando molte altre vite.
11 settembre 2001, inutile dire che sappiamo tutti quel giorno cosa abbiamo fatto: assistendo all’attentato alle Torri Gemelle di New York e alla loro tragica caduta, abbiamo avuto tutti più paura e almeno per quel pomeriggio non siamo riusciti a fare altro se non incollarci davanti agli schermi a vedere cosa stava accadendo nella Grande Mela. Ancora più terribile sono stati i primi momenti per i vertici dello stato americano che hanno saputo dell’attentato di matrice islamica a Ground Zero tramite una mail. A 14 anni di distanza il “George W. Bush Presidential LIbrary” pubblica quelle mail arrivate alla Casa Bianca appena dopo le famigerate ore scolpite nella memoria dell’occidente, le 8.46 e le 9.03 locali a New York, quando le Due Torri sono state penetrate dagli aerei di linea dirottati dagli attentatori di Al Qaeda. «Accendi la CNN, è una nuova Pearl Harbour», è questo l’11/9 visto dalla Casa Bianca, con una serie di email arrivate in quelle ore terribili: tutto annullato, presidente Bush trasportato in un bunker e poi direttamente alla Casa Bianca, con tutto quello che stava succedendo (ricordiamo che gli altri due obbiettivi erano il Pentagono e proprio la Casa Bianca, anche se per quest’ultimo il volo si schianto a terra in Pennsylvania, proprio grazie all’intervento eroico dei passeggeri). Sconvolti, attimi e giornate di terrore: tutto questo generò quel incredibile e vile attentato.
Scivola nell’indifferenza dei grandi media il quattordicesimo anniversario degli attentati alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001. Quasi nessun grande media italiano o internazionale oggi ne parla, limitandosi a qualche foto commemorativa. A New York come ogni anno alcuni minuti di silenzio al memoriale che ricorda le quasi tremila vittime di quel giorno mentre in serata è previsto l’usuale Tribute in light, 88 proiettori lanceranno in cielo colone di luci visibili anche a cento chilometri di distanza. Il presidente Obama insieme alla moglie osserverà un minuto di silenzio nel giardino della Casa Bianca insieme ai militari della base di Fort Meade. Momenti di ricordo si terranno anche a Washington e a Shanksville dove si schiantarono altri due aerei. Erano le ore 8.46 e le 9.03 locali a New York, le 9 e 37 al Pentagono e le 10 e 03 nel campo della Pennsylvania.