Un approfondito articolo del giornalista Guido Olimpio sul Corriere della sera analizza particolari poco noti della realtà islamica, quella che ha scelto la guerra e il terrorismo. Si sapeva che in Siria i miliziani di al Qaeda portassero avanti una guerra personale separata da quella dell’Isis, ma nell’articolo Olimpio estende il quadro a tutto il mondo islamico, dallo Yemen al Sudan e alla Libia. Lo scorso 9 settembre, si legge, al Qaeda ha diffuso una registrazione audio in cui si dice apertamente di non riconoscere l’autorità del califfo autoproclamatosi Abu Bakr al Baghdadi. Anche se nello stesso messaggio si dice che chi si trova in Siria o in Iraq dovrebbe collaborare a “uccidere i crociati, i laici e gli sciiti”. A sua volta recentemente l’Isis ha invitato i suoi militanti ad uccidere alcuni esponenti qaedisti ad esempio Mokhtar Belmokhtar, il militante algerino capo del gruppo Murabitun. Insieme a lui vanno uccisi tutti i suoi miliziani che operano oggi in Libia. Nel mirino dell’Isis anche due leader egiziani di al Qaeda, Hisham Ali Ashmawi e Imad Abdul Hamid, anche loro oggi impegnati in Libia.