Dopo la chiusura delle frontiere da parte dell’Ungheria, migliaia di migranti si sono riversati in Croazia con l’obiettivo di raggiungere la Slovenia e dà lì l’Austria. In un primo momento il governo croato ha annunciato che le frontiere sarebbero rimaste aperte. Nella notte tra domenica e lunedì però Zagabria ha chiuso il valico con la Serbia a camion e mezzi pesanti, lasciando aperto il transito solo alle auto. Nel frattempo la polizia slovena ha iniziato a costruire un muro alla frontiera con la Croazia, proprio per evitare che i rifugiati entrino nel Paese attraversando boschi e campi. Sulla vicenda abbiamo sentito il giornalista croato Inoslav Besker, corrispondente dall’Italia del quotidiano Jutarnji List secondo cui “quella del governo croato è una posizione realista, non si può fermare il fiume dei migranti e del resto il loro obiettivo non è stabilirsi qui ma raggiungere Germania e Nord Europa. A colpire però – aggiunge Besker – è soprattutto l’atteggiamento della popolazione croata, a maggioranza cattolica, che nell’accogliere i migranti si sta comportando ‘come Dio comanda’ dimostrando tutta la sua umanità”.



Come valuta quanto sta avvenendo in Croazia sul fronte rifugiati?

La situazione che si è creata in Croazia presenta diverse somiglianze rispetto all’Italia. Nei numeri assoluti la massa dei migranti entrati nel mio Paese non è paragonabile ai flussi che hanno raggiunto l’Italia, ma in rapporto alla popolazione è molto più pesante. Queste persone non vogliono insediarsi né in Italia, né in Croazia, né in Ungheria, ma vorrebbero passare oltre per raggiungere una terra promessa che di solito coincide con Paesi dove si trovano già membri della famiglia.



L’Ungheria ha scelto di chiudere le frontiere, mentre la Croazia pur con alcuni distinguo sta facendo passare i migranti. Perché due posizioni così diverse?

La vera questione è che cosa possiamo fare con i migranti. Questi ultimi non vogliono rimanere in Croazia né fornire le loro generalità, per non essere costretti a rimanere nel Paese le cui autorità li hanno identificati. Vogliono solo passare, e del resto è impossibile fermarli. Che cosa si può fare contro di loro? Non si può certo sparare. Proprio per questo quando l’Ungheria ha chiuso le sue frontiere con la Serbia, la Croazia ha reagito aprendo i varchi.



Qual è il piano del governo croato?

Il governo sta navigando a vista, e negli ultimi giorni della settimana scorsa la confusione regnava sovrana. Tutto questo accade del resto nell’imminenza della campagna elettorale, in quanto le elezioni sono attese tra novembre e gennaio.

Come ha reagito la popolazione all’arrivo dei profughi?

E’ quello cui i media hanno prestato minore attenzione. La gente comune croata ha accolto i migranti nelle sue case e li ha accompagnati con le loro macchine verso i confini che essi stessi desideravano raggiungere. Persino i poliziotti si sono mostrati più umani verso i rifugiati di quanto facciano di solito verso i loro stessi cittadini.

Perché le elezioni imminenti hanno spinto il governo croato a lasciar transitare i migranti, anziché a sfruttare la questione in modo demagogico come è avvenuto in altri Paesi?

Il governo croato ha capito che non si poteva fermare il fiume dei migranti, e che anche mettendo un argine in un punto il flusso sarebbe entrato da qualche altra parte. In secondo luogo questa gente non intende fermarsi in Croazia, ma vuole soltanto attraversarla.

 

Come cambierebbe la politica della Croazia se a vincere le elezioni fosse la destra?

I governi, siano essi di destra o di sinistra, hanno un margine limitato per cambiare la politica interna. E’ un po’ come in Italia, dove con il passaggio da Berlusconi a Renzi molte cose sono rimaste uguali. E’ lo stesso che mi attendo possa accadere in Croazia.

 

Che cosa ne pensa della decisione della Slovenia di costruire una barriera al confine con la Croazia?

La Slovenia rappresenta la frontiera esterna della zona Schengen, mentre Croazia, Romania e Bulgaria non vi sono ancora entrate. E del resto la stessa Slovenia ha solo 2 milioni di abitanti, cioè la metà della popolazione croata. Dal punto di vista umano però è un atteggiamento che trovo incomprensibile, egoista e meschino.

 

E’ una decisione che rispecchia i sentimenti della popolazione slovena?

Non posso dire che l’intera popolazione slovena sarà altrettanto egoista, lo vedremo nelle prossime ore. Anche se va rilevato che un gruppo consistente di attivisti sloveni domenica sera sono arrivati al confine con la Croazia e hanno bloccato l’autostrada tra Zagabria e Bregana. Sono stati dunque i cittadini sloveni ad avere alzato l’asticella del confronto contro il loro stesso governo.

 

Quanto ha pesato l’appello del Papa ad accogliere i migranti sul comportamento della popolazione croata?

Ha pesato poco. Quanti hanno accolto i migranti, erano pronti a farlo già prima che il Papa intervenisse. Anche se la Chiesa croata, intesa non come clero ma come popolo di fedeli cui appartiene la grande maggioranza della popolazione, si comporta quasi sempre “come Dio comanda”. Non hanno bisogno che il Papa dica loro di essere uomini e di essere umani, i cristiani croati lo sono già.

 

(Pietro Vernizzi)