Si è tenuta questa mattina l’importante conferenza internazionale con a tema il futuro dell’Ucraina, del conflitto con la Russia e delle sanzioni adottate dall’Unione Europea contro Putin. L’evento, dal titolo “Le strade per una soluzione del conflitto in Ucraina orientale” organizzato dall’Ukrainian Institute of strategies of global development and adaptation (Uisgda), con la collaborazione di Link Campus University, Eurasiatx, Centro Euriasiatico di Comunicazione e Conoscere Euroasia, si è tenuto a Roma con illustri commentatori e professori internazionali con grande conoscenza dell’area eurasiatica. Secondo il Direttore dell’Uisgda, Viktor Levytskyy, le sanzioni funzionano “benissimo” contro la Russia: «Hanno ottenuto l’effetto di danneggiare l’economia europea, quella russa e la popolazione ucraina ma di certo non aiutano a uscire dal conflitto». Come già aveva anticipato nell’intervista esclusiva sul nostro quotidiano (clicca qui per leggere l’intervista completa al Sussidiario), il direttore ucraino considera le sanzioni come una grande sciagura che non sta migliorando anzi sta inasprendo l’annoso conflitto tra Ucraina e Russia. La piattaforma di intellettuali ucraini ed esperti internazionali rappresentati anche se in minima parte in questa conferenza, intende offrire una soluzione diversa da quella diffusa dalla propaganda ideologica, continua sempre Levytskyy. «Occorre concentrare lo sforzo sull’armonizzazione e non sulla separazione: una strada che anche la religione ultimamente non percorre prendendo posizione per una delle due parti». Frutto dell’intero dibattito avvenuto nella mattinata è stato poi il giudizio comune sui prossimi avvenimenti elettorali che saranno decisivi per capire realmente le direttive dei vari Paesi: «Le elezioni di ottobre saranno dunque decisive e l’esito dovrà essere a tutto il territorio”, ha chiosato il direttore e professore Levytskyy. Situazione complessa, molto difficile da comprendere negli aspetti più particolari e che prevedono una forte conoscenza degli aspetti nazionali di Russia e Ucraina; ma è proprio il mettersi insieme di questo “pool” di esperti politici e grandi uomini di cultura che si propone non di risolvere il conflitto, ma di provare ad offrire un punto di vista ideale e non ideologico. Difficile, ma non impossibile.



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