In tanti reagiscono nel mondo all’ennesimo attentato, questa volta ad Istanbul in Turchia: un panorama internazionale sotto attacco, dell’Isis, del fondamentalismo islamico e in generale del terrorismo. Dopo i 10 morti e le decine di ferite tra i turisti nel centro di Istanbul, si prova a ricominciare in Turchia con le indagini contro l’attentatore e presunti collegati sospetti all’attentato di ieri in piazza dell’obelisco. Dopo i tre russi fermati per legami sospetti con il fondamentalismo, il ministro dell’interno turco, Efkan Ala, in conferenza stampa congiunta stamani con l’omologo tedesco Thomas de Maiziere, ha affermato che un altro sospetto è stato arrestato vicino alla piazza Sutanahmet, luogo dell’esplosione terribile. Indagini che lavorano sulle immagini della piazza dove si cercano altri attentatori oltre al saudita dell’Isis ritenuto al momento l’unico kamikaze. Parla anche il Papa dal Vaticano, che commenta così: «Vi invito a pregare per le vittime di Istanbul, che il Signore il Misericordioso dia pace eterna ai defunti, conforto ai familiari fermezza solidale all’intera società e converta il cuore dei violenti».



Dopo l’attentato a Istanbul è stata chiusa la spianata di fronte alla Moschea Blu della città turca, nella zona turistica è panico dopo l’attacco di ieri che ha compiuto la strage di 10 turisti uccisi, tra cui 8 tedeschi. La Turchia è sotto tensione per l’ennesimo attentato di Istanbul e del Paese in generale, con il forte rischio che anche questa volta si parli di Isis: la rivendicazione c’è stata e anche il presidente Erdogan lo ha confermato. Resta da capire l’origine e le intenzioni del kamikaze che si è fatto esplodere nella piazza Sultanahmet vicino all’obelisco di Teodosio. Si parla di un militante Daesh di origini saudite, ma ovviamente sono in corso le indagini per fare chiarezza sull’attentato: sembri si tratti di Nabil Fadli, come riportano le agenzie internazionali. Intanto, tre cittadini russi sono stati arrestati nella provincia di Antalya per sospetti legami con l’Isis e con l’attentato di ieri. L’accusa, che andrò ancora confermata nelle prossime ore, è aver fornito supporto logistico ai jihadisti responsabili dell’attacco ad Istanbul.



Bisogna purtroppo tornare a parlare di un attacco terrorista stavolta in Turchia nella Istanbul dei turisti. Il bollettino parla di dieci persone morte tra cui otto cittadini tedeschi e uno del Perù, quindici i cittadini feriti. In piazza Sultanahmet vicino all’obelisco di Teodosio si è fatto esplodere un kamikaze che il Governo turco ha sottolineato essere militante dell’Is e di origine saudita. L’uomo si chiamava Nabil Fadli ed era un cittadini siriano nato in Arabia Saudita. Come riportato dall’edizione online di Repubblica la cancelliera della Germania Angela Merkel ha sottolineato: “E’ necessario intervenire subito contro il terrorismo internazionale che ha mostrato il suo brutto volto e dobbiamo agire in modo deciso contro tutto quello che sta accadendo”. Alla Germania è arrivato subito il messaggio di cordoglio e appogio del Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi.



Un anno fa pensavamo o forse speravamo che quella del Charlie Hebdo sarebbe stata l’ultima strage di un gruppo senza cuore, di un qualcosa che volevamo e potevamo fermare. Proprio un anno dopo siamo costretti a tornare a raccontare una storia terribile, fatta di terrore e di violenza. Dieci persone hanno perso la vita ad Istanbul in Turchia nei pressi di piazza Sultanahmet vicino al famosissimo obelisco di Teodosio. Un kamikaze e un esplosione hanno fatto morire dei poveri innocenti in una guerra silenziosa che quando esplode fa male e lo fa all’improvviso, senza preavviso. Una storia che vorremmo smettere subito di raccontare, ma che purtroppo siamo costretti a vedere troppe volte sui patinati schermi delle nostre televisioni. Una storia che però deve assolutamente finire, trovando il modo di fermare la voglia di uccidere la nostra anima, quella della tranquillità.