“L’incontro tra Papa Francesco e il presidente iraniano Rouhani è un momento decisivo per entrambe le parti. Non mi stupirei se dopo questo primo colloquio Bergoglio decidesse di visitare personalmente Teheran”. Lo sottolinea John Allen, giornalista americano, caporedattore di Crux, il sito del Boston Globe specializzato in tematiche vaticane. Per anni Allen è stato corrispondente dalla Santa Sede per CNN e The New York Times e ha scritto due biografie di Papa Benedetto XVI. Martedì Papa Francesco e il presidente iraniano si incontreranno in Vaticano, e secondo alcune indiscrezioni presto Bergoglio potrebbe ricambiare la visita.
Come valuta questo incontro tra Papa Francesco e Rouhani?
Il rapporto tra la Santa Sede e l’Iran è molto importante, specialmente nella prospettiva di un Pontefice che vuole essere un Papa di pace. Dal punto di vista geopolitico l’Iran è decisivo, in quanto esercita un’influenza su Siria, Iraq e sull’intero mondo musulmano.
Che cosa si aspetta da questa visita?
Questo è il primo incontro tra Papa Francesco e Rouhani dopo l’accordo nucleare, che ovviamente il Vaticano ha sostenuto. E’ quindi un’opportunità attraverso cui il Papa può incoraggiare nuovi passi in avanti su strade di pace. Non è possibile risolvere il conflitto in Siria senza un ruolo positivo dell’Iran, e certamente questo è uno dei temi che il Papa metterà in agenda incontrando Rouhani.
L’ambasciatore iraniano a Roma ha detto che i rapporti tra le due parti sono sempre stati positivi. Secondo lei perché?
Esiste una vicinanza tra cattolicesimo e islam sciita. Gli sciiti sono quella parte dell’Islam che non si basano solo sulle sacre scritture, ma anche sulla loro interpretazione da parte del clero e su una corrente di devozione popolare molto forte. Questa somiglianza ha portato Iran e Vaticano a instaurare un rapporto molto stretto anche dal punto di vista diplomatico. La Santa Sede vuole essere una forza di pace e si rende conto del fatto che in questo secolo non sarà facile raggiungere questo obiettivo senza un cambiamento di linea dentro al mondo musulmano.
Quale ruolo può giocare Teheran?
Perché ciò avvenga occorre il coinvolgimento dell’Iran, che non vuole essere soltanto una forza regionale ma anche una potenza mondiale. Per questo Teheran ha deciso di instaurare un dialogo non soltanto con i grandi potenti del mondo, ma anche con i leader spirituali come Papa Francesco. Tanto la Santa Sede quanto l’Iran hanno quindi motivi abbastanza ovvi per stabilire un rapporto reciproco.
Che cosa può fare Rouhani per quanto riguarda i cristiani perseguitati?
La realtà è che in Paesi come l’Egitto, l’Iraq, la Siria, gli sciiti sono una minoranza come i cristiani e molte volte subiscono gli stessi problemi. D’altra parte i cristiani in Iran incontrano numerose difficoltà. Per esempio i pastori cristiani in Iran molte volte finiscono in galera. Ci sono inoltre problemi nella costruzione delle chiese, ed esistono forme di sorveglianza da parte dei servizi di sicurezza che i cristiani dicono essere abbastanza pesante e invasivo.
Gli Usa che cosa ne pensano dell’incontro tra il Papa e Rouhani?
La Santa Sede è un’istituzione globale con cui gli Usa godono di buoni rapporti. Gli Stati Uniti sono dunque soddisfatti per l’esistenza di una voce morale come quella di Papa Francesco in grado di instaurare il dialogo con l’Iran. Nello stesso tempo Washington ha dei problemi con la linea dell’Iran e non vuole che il messaggio al mondo sia che Teheran ha ricevuto una benedizione papale. Nell’atteggiamento americano c’è quindi un po’ di ambiguità. Da un lato gli Usa sperano che la Santa Sede sia in grado di compiere delle pressioni positive sull’Iran, ma nello stesso tempo non vogliono che l’opinione pubblica si convinca che nel Paese mediorientale tutto vada bene.
Dopo questo incontro, il Papa visiterà l’Iran come ipotizzato da alcuni giornali?
Se accadesse non mi meraviglierei. I papi ormai sono sempre più dei “globetrotter”, e Papa Francesco in particolare ha detto che vuole raggiungere le “periferie” del mondo. Non sarebbe quindi un grande shock se decidesse di recarsi in Iran, anzi sarebbe abbastanza naturale. Tra la Santa Sede e il popolo iraniano esiste un rapporto diplomatico, politico, culturale e anche religioso che dura da secoli. La soluzione trovata sulla questione nucleare rende questo viaggio ancora più fattibile.
(Pietro Vernizzi)