“L’invio dei militari della Nato in Lettonia è un grosso errore perché va nella direzione di creare una nuova guerra fredda con la Russia. E’ una scelta che oggi non ha alcun senso perché che con Vladimir Putin bisogna cercare di parlare. Mosca è un partner assolutamente fondamentale nella lotta al terrorismo, che in questo momento è la minaccia più grave che incombe sull’Occidente”. E’ l’analisi del generale Fabrizio Castagnetti, ex capo di Stato maggiore dell’Esercito Italiano. L’Italia si è impegnata con la Nato a inviare 140 soldati in Lettonia a partire dal 2018 per partecipare alla missione a guida canadese. Ad annunciarlo è stato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, durante una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Qual è la logica dell’invio di soldati italiani in Lettonia?
L’invio dei soldati italiani avviene su sollecitazione dei Paesi Baltici, che hanno chiesto di avere delle unità di pronto intervento. Le truppe italiane saranno molto limitate, e ritengo che sia giusto limitarle.
Quella della Nato è una mossa normale o creerà un inasprimento della tensione?
Non la definirei una mossa normale. Per comprendere quanto sta avvenendo nell’Est Europa occorre tornare indietro nel tempo. Tutto è iniziato quando, su pressione Usa, la Nato ha deciso di installare delle batterie antimissile in Polonia. Quando ero ancora in servizio come generale, chiesi a chi di dovere perché si stesse facendo questo passo. La spiegazione fu: “E’ una priorità della Nato per difendere l’Europa da missili in arrivo”. A quel punto domandai un po’ sorpreso: “In arrivo da dove?”. Le risposte che mi furono date erano le più inverosimili, e includevano Paesi arabi che non c’entravano nulla con quell’area geografica.
Che cosa c’entrano le batterie antimissile con la missione Nato in Lettonia?
La dislocazione delle batterie antimissile in Polonia è stata avvertita da Putin come una mossa contro la Russia. Poi ci sono state in ordine di tempo l’annessione della Crimea e la guerra in Ucraina. Anche l’invio dei battaglioni in Lettonia è visto da Putin, ritengo in modo obiettivo, come una mossa contro la Russia. Si sta ricreando piano piano un clima da piccola guerra fredda, che considero assolutamente sbagliato.
Quale impatto possono avere questi 140 soldati italiani?
Si tratta di tre battaglioni e quindi numericamente è un piccolo contingente che serve più che altro a dare un segnale. Tutti questi segnali però vanno in un’unica direzione. La guerra fredda oggi non ha alcun senso, con la Russia bisogna parlare e cercare degli accordi in modo diplomatico. Anche perché Mosca è un partner assolutamente fondamentale nella lotta al terrorismo, che in questo momento è la minaccia più grave che incombe sull’Occidente.
Per Putin in Occidente c’è “un’isteria anti-russa”. Perché questa presa di posizione così dura?
Parlare di intero Occidente è sbagliato perché comprende tanti Paesi che non c’entrano nulla. Sicuramente però ci sono state delle dichiarazioni che vanno in questo senso. Gli Stati Uniti hanno voluto le sanzioni, che poi sono state replicate senza che i singoli governi europei siano stati interessati dalla decisione. Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, ha poi affermato addirittura che bisogna rivedere le opzioni militari in Siria, sottintendendo che ciò va fatto in contrapposizione con la Russia. E la stessa Angela Merkel ha detto che sta pensando a nuove sanzioni contro Mosca.
Lei come giudica le sanzioni contro la Russia?
Alcuni fatti sono davvero incomprensibili. Mosca è stata sanzionata per avere aiutato i ribelli di etnia russa in Ucraina con qualche soldato travestito, sostegno logistico e invio di armi. Nello stesso tempo Arabia Saudita e altri Paesi arabi del Golfo stanno bombardando lo Yemen dove è in corso una guerra civile, continuando a mietere vittime tra i civili. Sullo Yemen nessuno dice niente, mentre quando i russi bombardano Aleppo succede il finimondo. Ci sono due pesi e due misure, e questo non va bene.
Come valuta invece gli aerei russi che volano vicino al confine con i paesi Nato?
La Russia non ha nessuna intenzione di invadere i Paesi Baltici. E’ pur vero che vicino al confine volano degli aeroplani russi, ma anche gli aerei occidentali fanno altrettanto. Sono fatti che sono sempre avvenuti e che vanno valutati con equilibrio.
(Pietro Vernizzi)