Dopo aver assistito al terzo dibattito televisivo delle Elezioni Usa 2016 tra Clinton e Trump possiamo affermarlo con relativa sicurezza: adesso è quasi finita. Ci si attendeva il coniglio dal cilindro, la mossa ad effetto capace di risollevare le sorti di un’intera campagna elettorale: ma Trump non ce l’ha fatta, Hillary è sopravvissuta a quello che probabilmente è stato l’ultimo ostacolo sulla strada della vittoria. Nel rispondere che dirà “al momento opportuno” se accetterà l’esito del voto e che sta “creando un po’ di suspense”, Trump dimostra di non essere consapevole del contesto in cui si trova: è la lotta per la Presidenza degli Stati Uniti d’America, non un programma televisivo nel quale bisogna generare attesa in vista del prossimo episodio. Il dibattito verrà ricordato per questo passaggio ma c’è stato molto altro, con i due candidati che hanno dimostrato ancora una volta di essere su posizioni opposte praticamente su tutto. Se Trump fosse riuscito a mantenere la condotta della prima metà del duello per l’intera durata del confronto probabilmente ne sarebbe uscito vincitore: era apparso calmo, misurato, con la situazione sotto controllo. Hillary però è stata brava a stuzzicarlo in maniera neanche troppo sottile, ad esempio quando ha detto che in caso di vittoria Trump sarà il pupazzo di Putin alla Casa Bianca; a quest’accusa, infatti, The Donald ha replicato come farebbe un bambino:”Quale pupazzo? Tu sei il pupazzo” (Dario D’Angelo).



Che Madonna fosse schierata contro Donald Trump – come praticamente tutta l’America culturale, artistica, politica e mediatica – non bisognava aspettare il terzo dibattito in diretta tv dove il magnate repubblicano ha di nuovo perso contro Hillary Clinton. Eppure, più o meno parallelamente al confronto senza esclusioni di colpi a Las Vegas tra i due rivali verso la Casa Bianca, la cantante e regina del pop mondiale da ormai 30 anni fa una promessa “elettorale” assai curiosa, per non dire provocatoria. Dal palco di Amy Schumer, comica celebre in Usa, al Madison Square Garden di New York, Madonna ha voluto parlare direttamente sulle Elezioni Usa 2016 proponendo un trattamento “speciale” per gli elettori ancora incerti. «Se votate Hillary vi faccio un p….o, sono davvero brava in ogni passaggio, guardia negli occhio e…» vi risparmiamo i dettagli insomma. Ma la regina la signora Veronica Ciccone ha voluto così spingere gli elettori a non votare Trump, il “male assoluto”, e per convincere tutti maschietti la proposta hot di un rapporto orale a tutti gli elettori dem d’America. 58 e non sentirli, la proposta di Madonna passerà certamente come la più clamorosa dell’intera campagna elettorale…



Donald Trump ha perso, anche questa volta, contro Hillary Clinton nel dibattito in tv che ha chiuso la campagna elettorale, almeno per i confronti in pubblico con entrambi i candidati Democratici e Repubblicani. Ha perso ma le accuse continue sul suo sessismo sfrenato contro il genere femminile hanno fatto infuriare le “donne” di Trump che anche ieri sera hanno fatto quadrato attorno al loro Donald. Un fortino di difesa che non sembra avere punti deboli, almeno per quanto riguarda la loro versione di Trump, a differenza di quello originale che di punti deboli in queste settimane ne ha messi in evidenza anche troppi, specie a livello comunicativo dove si pensava che avrebbe sbaragliato la concorrenza. «Credo in mio marito, credo in mio marito. E’ stato tutto organizzato dall’opposizione. E con quei dettagli… Hanno mai controllato il passato di queste donne?, hanno alcun fatto?», grida la moglie Melania dopo il dibattito. «Sono i media, è la Nbc, è Access Hollywood, la stampa che strizza sempre l’occhio alla sinistra. È tutto bene organizzato. Non vogliono che si parli di Wikileaks, dell’emailgate, di Bengasi e di tutte le altre cose. Non vogliono parlare di questo e allora decidono ‘”acciamo invece qualcosa che danneggi la campagna di Trump”», ripetono in corso Melania con anche le figlie Ivanka e Tiffany. 



Il risultato delle Elezioni Usa 2016 è ovviamente incerto, ma il terzo dibattito tra Trump e Clinton sembra essere andato, con qualche dubbio e riserva, alla candidata dei Democratici. Ma i nodi polemici emersi durante il confronto accesissimo ancora una volta sono stati svariati: la mitologia raccontava come il pomo della discordia avesse generato caos tra le più belle dell’Olimpo e che abbia poi scatenato la guerra di Troia (con la promessa di Atena a Paride delle più bella del reame, Elena) ma ieri sera è bastato un Vladimir Putin qualsiasi per arrivare al caos incredibile. Un vero pomo della discordia, questo è stato Putin ieri sera per i candidati rivali verso la Casa Bianca: «hai legami con la Russia e stai cercando di sabotare i democratici», attacca Clinton, replica di Trump «non lo conosco, ma comunque con lui avrei rapporti migliori rispetti a quelli che avrei con Hillary». «Beh, perché Putin come presidente Usa preferirebbe un fantoccio», contro replica velenosa della democratica: a quel punto la discordia scoppia in rissa dialettica «sei tu il fantoccio!!» attacco il magnate che poi riporta a Clinton come Putin le stia antipatico solo perché è “più intelligente di lei”… Altro che Olimpo, qui si toccano gli Inferi…

E’ andato in scena stanotte ora italiana il terzo e ultimo dibattito Trump – Clinton in vista del voto del prossimo 8 novembre per le presidenziali americane. Nel corso del dibattito Donald Trump si è rifiutato di promettere che accetterà il risultato delle elezioni se dovesse perdere: “Non so se accetterò il risultato”, ha infatti affermato il candidato repubblicano alla Casa Bianca. Quello di Las Vegas è stato un dibattito pieno di accuse e toni molto duri tra i due candidati. Hillary Clinton ha replicato sottolineando che Donald Trump è “il candidato più pericoloso della nostra storia”. Secondo i sondaggi a caldo, come riporta La Repubblica, Clinton ha vinto anche questo dibattito. Nella rilevazione effettuata dalla Cnn, l’ex first Lady ha prevalso per il 52% degli interpellati contro il 39% del miliardario repubblicano. E anche per il Washington Post Trump ha perso l’occasione per recuperare terreno dopo gli ultimi scandali che lo hanno visto protagonista nelle scorse settimane per frasi sessiste nei confronti delle donne.

Si è concluso poco fa il dibattito tra Donald Trump e Hillary Clinton. Tanti contenuti e soliti attacchi personali. Si parte con un tema molto caro agli elettori americani: la Corte Suprema. Wallace prova a incalzare i due sfidanti sulle prossime nomine e sul tema aborto. La Clinton punta sulla protezione del diritto all’aborto e sul non concedere autonomia legislativa in questo tema agli stati federali. Trump dice invece che la scelta in materia di diritto all’aborto deve spettare agli Stati federali e rimarca che a differenza dello sfidante lui è pro vita. Il faccia a faccia prosegue sul tema armi. Trump si pone a difesa del secondo emendamento che regola la circolazione e l’uso di armi. La Clinton propone invece una riforma a tutela comunque del senso di quell’emendamento. Il confronto si concentra poi a lungo sulla politica estera. Trump attacca le scelte in Siria dell’amministazione Obama, le relazioni poco lungimiranti con la Russia e gli sfavorevoli accordi commerciali esteri. La democratica prova a difendersi accusando Trump di essere il candidato del Cremlino e difendendo l’attività da Segretario di Stato nel Medio Oriente. Si prosegue con il tema economico con la democratica che promette maggiori investimenti in campo di energie rinnovabili, aumento del salario minimo e posti di lavoro per la classe media. Trump la accusa di voler alzare sensibilmente le tasse e afferma che con lui il PIL crescerà almeno del 4% annuo, differentemente dal deludente 1% riflesso negli ultimi mesi. Dibattito intenso e privo di strette di mano sia in apertura che in chiusura con Trump che non risponde sulle azioni da intraprendere in caso di possibile sconfitta. Mancano 20 giorni alle elezioni e la corsa alla Casa Bianca resta apertissima.

Il dibattito continua a concentrarsi sul tema politica estera. Sulla guerra in Siria Trump attacca l’ex Segretario di Stato per il sostegno e ai ribelli e la volontà di rovesciare il governo di Assad. Il repubblicano indica poi le conseguenze di questo scellerato, a suo avviso, intervento in Siria: aumento di immigrati negli USA, probabilmente ancora fedeli alla jihad. La Clinton risponde che lei non ha mai fatto entrare persone non controllate ma allo stesso tempo non pu chiudere la porta in faccia a donne e bambini che scappano dalla guerra. Sulla minaccia terroristica la Clinton promette di sconfiggerla. Altro tema proposto da Chris Wallace: il debito pubblico. Trump dice che con lui alla presidenza il PIL crescerà almento del 4% annuo e l’industria manifatturiera americana tornerà finalmente a crescere. Il repubblicano dice di voler coinvolgere negli accordi commerciali esteri gli imprenditori americani togliendo il monopolio ai politici di professione. La Clinton prova a screditare l’avversario indicando un articolo sul New York Times del 1987 nel quale il tycoon criticava la politica economica del Presidente Ronald Regan. L’ex First Lady prosegue affermando di voler incentivare la crescita della classe media. “Faremo le cose meglio di Regan” – replica Trump. Il moderatore pone sul tavolo il tema sanità. Trump dice di voler abrogare l’Obama Care sostituendola con una riforma più sostenibile a livello economico. La Clinton risponde difendendo la riforma sanitaria e promettendo aumenti al fondo di previdenza sanitaria. Si chiude con Wallace che concede 1 minuto a testa ai candidati. La Clinton lo sfrutta dicendo che lei si vuole essere il presidente di tutti gli americani cercando di investire sul lavoro. Inoltre rivendica la sua esperienza politica e la sua maggior competenza rispetto all’avversario. Trump risponde che la Clinton vuole solo prendere i soldi dai più poveri per darli ai più ricchi. Posti di lavoro, crescita dell’apparato militare e azioni per gli ispanici e i blacks, questi i punti su cui Trump si concentrerà se diventerà presidene. Nessuna stretta di mano alla fine del dibattito tra i due.

Chris Wallace chiede spiegazioni alla democratica sulla Clinton Foundation, la quale risponde che l’attività umanitaria della sua fondazione sia incredibile. Trump chiede il motivo per cui la fondazione non restituisce i soldi che arrivano da stati omofobi e contro le donne come l’Arabia Saudita, visto che la Clinton tanto ci tiene a mostrarsi in difesa delle donne. La democratica risponde che il repubblicano è il primo candidato alla Casa Bianca a non voler presentare la sua dichiarazione dei redditi. Il moderatore chiede spiegazioni sulle accuse di brogli elettorali rivolte qualche giorno fa. Trump precisa che quasi la totalità di televisioni, giornali e siti d’informazione non facciano altro che screditarlo sottoponendo gli americani a un autentico lavaggio di cervello. La Clinton, a suo dire, non si sarebbe nemmeno dovuta presentare alle elezioni, considerato il caso email cancellate. L’ex Segretario di Stato accusa l’avversario di voler ogni volta denigrare la democrazia americana come già fatto accusando Obama di non essere nato negli USA. Si passa poi alla politica estera. Estrema attualità: conseguenze immediate alla liberazione di Mosul. Altre truppe per supportare processi di peace keeping? La Clinton si dice soddisfatta di quello fatto in Siria finora ma dichiara di non voler inviare altri militari in quella zona. Chiede piuttosto una no fly zone e un’accelerazione negli accordi di pace. Trump risponde che Mosul era già americana. “Poi è stata persa perchè ai militari è stato ordinato di abbandonare la città. Ora si cerca di ritornare a Mosul ma i capi dell’Isis se ne sono già andati. Perchè tutto questo? Per fare un favore all’Iran e per mostrare un presunto successo in chiave estera dell’amministrazione Obama-Clinton.” – conclude il tycoon. La democratica dice che Trump era favorevole esattamente come lei alla guerra in Iraq. Prosegue affermando che Mosul è importante e nega ogni favore ad altra nazione.

-Si procede con il tema economico. La Clinton annuncia nuovi posti di lavori puntando sulle energie rinnovabili e dice di voler aumentare il salario minimo. In aggiunta chiede parità di sesso in numerosi settori di lavoro e di voler aumentare le tasse dei più ricchi per creare nuovi posti di lavoro per la classe media. Il repubblicano definisce un disastro il piano previdenziario proposto dall’avversario e chiede alla nazione il massimo sforzo per evitare che la Clinton ritorni alla Casa Bianca. Breve inciso in chiave estera del tycoon: ok cooperazioni con altri stati come l’Arabia Saudita ma basta accordi commerciali sfavorevoli agli statunitensi, come il NAFTA. La Clinton risponde che alzerà le tasse solo ai più ricchi mentre il piano economico di Trump avrà come conseguenza un innalzamento del debito pubblico. Inoltre, richiama alla memoria l’ottima attività economica negli anni ’90 della presidenza Bill Clinton. Trump indica come gli USA siano in stagnazione economica, considerata la debole crescita dell’1% espressa nell’ultimo semestre, e conferma di voler interrompere il dumping cinese affermando che il lavoro deve essere prerogativa degli statunitensi. La Clinton risponde che Trump non può farlo perchè nel suo passato da imprenditore non faceva lavorare gli americani ma proprio i cinesi. Il repubblicano chiede all’avversario perchè negli ultimi 15 anni non ha già fatto quello che promette. Per la seconda volta Trump si rivolge agli americani dicendo che a tutti i costi occorre evitare la presidenza Clinton. Lei prova a respingere le accuse rivendicando la sua esperienza, a suo dire espressione di competenza in chiave politica a differenza di Trump. Quest’ultimo si dice invece orgoglioso della sua carriera da imprenditore rimarcando i vari insuccessi dell’avversario in campo economico. Si arriva successivamente alle accuse di molestie sessuali indirizzate a Trump, il quale rigetta tutto al mittente accusando lo staff della Clinton e le accusatrici, alla ricerca di fama. Il tycoon sottolinea gli scontri al dibattito di Trump a Chicago, accusando il partito democratico di pagare i facinorosi. Il repubblicano rivela come sia più importante concentrarsi sulle bugie dette dalla Clinton all’FBI nell’inchiesta per le 30mila email cancellate.

Chris Wallace propone il tema immigrazione. Trump dichiara che in platea sono sedute 4 madri di ragazzi uccisi da immigrati clandesitini. Il repubblicano attacca la politica migratoria, a suo avviso troppo permessiva, dell’amministrazione Obama. Il newyorchese conferma di voler costruire un muro al confine con il Messico, necessario per risolvere i problemi sorti negli 8 anni di amministrazione democratica. La Clinton dice invece di aver incontrato una ragazza preoccupata per la possibile deportazione dei suoi genitori in caso di vittoria di Trump. Secondo la democratica la risposta di Trump ai flussi migratoria non è in linea con i valori statunitensi. Il candidato alla presidenza dei repubblicani ricorda che nel 2006 la Clinton stessa voleva il muro. Quest’ultima non nega dicendo che era a favore della sicurezza ma a differenza dell’avversario lei non chiama i clandestini con appellativi spregevoli. Trump risponde chiedendo distinzione tra i rifugiati politici e i clandestini. Wallace chiede spiegazioni alla Clinton su delle email pubblicate da Wikileaks, in tema di mercato unico. Lei minimizza alludendo a spionaggio russo in favore di Trump. Mentre Wallace chiede silenzio al pubblico, molto rumoroso quest’oggi, il miliardario newyorchese dice che con lui alla presidenza non ci saranno confini aperti e verrà eliminato il radicalismo islamico. Su Putin precisa di non conoscerlo ma accusa l’attività da Segretario di Stato della Clinton, a suo avviso, inadatta nei rapporti con la Russia soprattutto in Siria. La Clinton reagisce accusando il Cremlino per i cyberattacchi subiti alla Casa Bianca. Il repubblicano professa calma considerando che non ci sono sentenze definitive.

E’ iniziato il terzo e ultimo dibattito tra Donald Trump e Hillary Clinton. I due candidati sono entrati e come già avvenuto in precedenza non si sono stretti la mano prima dell’inizio. Chris Wallace, di Fox News, modera il duello. Presenti in prima fila Bill Clinton e la figlia Chelsea, qualche posto di distanza da Melania Trump e i 4 figli di Donald Trump, Ivanka, Donald jr., Tiffany ed Eric. Il primo argomento affrontato dal moderatore è sulle nomine alla Corte Suprema. La Clinton risponde indicando come caratteristiche dei prossimi componenti della Corte Suprema la predisposizione nell’ascolto dei cittadini, delle donne e dei più deboli. Inoltre, l’ex Segretario di Stato indica anche il diritto all’aborto tra i diritti da difendere dai nuovi componenti. Trump chiede il rispetto del 2° emendamento, quello che regola la circolazione e l’uso delle armi in Usa, affermando che se dovesse vincere la Clinton lo stesso sarà certamente modificato. Cosa che non accadrà viceversa con le sue nomine, che avranno una direzione conservatrice. La Clinton prova a parare i colpi dicendo che lei sostiene il 2° emendamento ma conferma che in caso di vittoria ci saranno riforme per limitarne l’abuso, spesso favorito dall’azione della Corte Suprema. Trump rincara la dose andando nello specifico dicendo ciò che ha appena esposto la democratica è la prova del suo accanimento nei confronti del 2° emendamento. Segue il tema aborto. Trump si dichiara pro vita e risponde che nominerà giudici pro vita per poi rilasciare piena autonomia ai vari stati nel regolarsi. La Clinton denuncia l’attività politica di molti stati che a suo dire stanno complicando il percorso di aborto, scelto da numerose donne. Sul tema, la Clinton conferma che secondo lei il feto non ha alcun diritto in quanto non vita cercando di far leva sull’aborto tardivo, spesso causa di morte di molte donne.

Ci siamo. Tra pochissimo Donald Trump e Hillary Clinton entreranno sul palco allestito per l’occasione alla University of Nevada di Las Vegas. L’attesa cresce. Sono attesi, soltanto in America, almeno 90 milioni di spettatori. Qualche ora fa il sito realclearpolitics.com ha mostrato una media dei vari sondaggi che indica un vantaggio di 7 punti percentuali per la candidata democratica. Esito ormai scontato? Tutt’altro. I più attenti osservatori di politica americana ben ricorderanno le varie previsioni errate già mostrate durante le primarie della scorsa primavera. Il caso più eclatante è forse quello delle democratiche del Michigan, quando alla vigilia tutti gli istituti socio-politici elettorali davano la Clinton in vantaggio di almeno 12 punti su Sanders, che poi vinse. Dunque la gara per l’8 novembre si rivela apertissima, considerando che gli stessi sondaggisti danno incerti stati chiave come la Florida, la Georgia e l’Ohio. Fox News poche ore fa ha inoltre pubblicato un fresco opinion poll che indica come sul lato economico la maggioranza degli americani si fidino più di Trump che della Clinton. Va comunque ricordato che sulle altre issues (terrorismo, sicurezza, politica estera, sanità, ecc…) la Clinton pare incassare maggior fiducia rispetto all’avversario. Modera l’incontro Chris Wallace, di Fox News. Pochi momenti e si parte.

Tutto pronto alla University of Nevada di Las Vegas, dove tra pochi minuti inizierà l’ultimo dibattito pubblico tra Donald Trump e Hillary Clinton. I due avversari nella corsa alla Casa Bianca si ritrovano 9 giorni dopo il secondo dibattito di St. Louis (Missouri). In queste ultime settimane la Clinton pare aver aumentato il vantaggio sullo sfidante nei sondaggi. Anche per questo motivo sono in tanti ad aspettarsi oggi un autentico all-in di Trump. Nelle scorse ore la manager della campagna del miliardario newyorchese, Kelyanne Conway, ha annunciato che durante il dibattito Trump si rivolgerà alla nazione sfidandola a un giudizio definitivo sull’affidabilità della Clinton in veste di Presidente.
I colpi di scena restano all’ordine del giorno e poco fa c’è n’è stato un ultimo: Breitbart News ha mandato in onda un’intervista a Leslie Millwee, donna 50enne che ha rivelato alla nazione di aver subito molestie sessuali in 3 diverse circostanze dall’ex presidente, Bill Clinton. Siamo agli sgoccioli di una lunga campagna politica che comunque vada passerà alla storia.

Mancano poche ore al terzo e ultimo dibattito televisivo tra Hillary Clinton e Donald Trump. Quest’ultimo si giocherà l’ultimo asso nella manica: il candidato repubblicano si farà accompagnare da una nuova accusatrice di Bill Clinton, la quinta, per provare a liberarsi della pesante accusa di “sessista e molestatore”. Il “jolly” che Donald Trump vuole giocarsi per recuperare terreno e avvicinarsi a Hillary Clinton, secondo La Repubblica, è Leslie Millwee, che 36 anni fa era una reporter di KLMN, una tv locale. La donna sostiene che nel 1980 si ritrovò in tre occasioni ad essere assalita dall’allora governatore dell’Arkansas in una piccola stanza della redazione. Leslie Millwee ha parlato di carezze, palpeggiamenti e atti di autoerotismo contro il suo corpo. Ci sarebbe stato poi un quarto tentativo da parte di Bill Clinton, che si sarebbe anche presentato a casa della donna, la quale però non aprì. La giornalista lasciò il lavoro nella tv locale e solo 18 anni dopo, nel 1998, penso di farsi avanti, ma rinunciò dopo aver visto come fu trattata Monica Lewinsky dai Clinton. Ora, invece, è pronta a raccontare tutto e può contare sul supporto di Karen Pharis, che all’epoca era direttore di KLMN. Così, dunque, Donald Trump spera di riportare in equilibrio il duello con Hillary Clinton per la corsa alla Casa Bianca. Non ci resta che attendere l’ultimo dibattito per capire se può riuscirci.

Dibattito finale a Las Vegas per Hillary Clinton e Donald Trump, che si presenteranno all’appuntamento con obiettivi diversi. Il candidato repubblicano, indietro nei sondaggi, andrà all’attacco della democratica, che dal canto suo non intende essere coinvolta in uno scontro che potrebbe spegnere l’entusiasmo dei suoi elettori e allontanare quelli ancora indecisi. Ma Donald Trump, come evidenziato da Usa Today, deve andare oltre gli attacchi a Hillary Clinton e suo marito per parlare di ciò che farebbe da presidente, quindi del suo programma politico. Prima vi abbiamo parlato degli ospiti di miliardario, che ad esempio ha invitato il fratellastro del presidente Barack Obama, ma nelle ultime ore sono circolati anche gli invitati di Hillary Clinton: il miliardario Mark Cuban e Meg Whitman, che si è occupato della campagna presidenziale di Mitt Romney ed è stato il candidato repubblicano 2010 per il ruolo di governatore della California. 

Il momento è (quasi) arrivato, per i nottambuli amanti del dibattito Trump-Clinton microfoni e telecamere sono tutte pronte per accogliere il terzo e ultimo capitolo della saga nei confronti tv per la Campagna Elettorale verso le Casa Bianca. Le elezioni sono tra meno di un mese e questa sera (notte italiana) Donald Trump dovrà cercare di piazzare il “miracolo” se vorrà riprendere una Hillary in “fuga” con 9 punti di vantaggio negli ultimi sondaggi elettorali. Tutto pronto nella casa dei divertimenti, Las Vegas, che oggi per un giorno si trasforma nel centro anche politico di uno intero Paese. Intanto, a poche ore dal confronto tv, una scena piuttosto curiosa è stata fotografata nell’aeroporto di Las Vegas: in pratica, sono arrivati nel medesimo istante gli aerei privati dei due candidati, diretti verso il grande dibattito che sancirà probabilmente il risultato finale anche per la Casa Bianca. Ecco, curioso il fatto e si vede dalla foto come Trump, almeno in quanto a potenza “aerea” è assai più prestante della rivale democratica: il Boeing 757 comprato nel 2011 da Paul Allen per 100 milioni di dollari. E Hillary? Si ritrova invece un modesto Boeing 737 che di fianco al bolide di Trump sfigura decisamente. Dentro alle urne, però, il cittadino americano cosa deciderà? 

Cresce l’attesa negli Stati Uniti per il terzo e ultimo dibattito tra Donald Trump e Hillary Clinton, ma nel frattempo è scoppiata una battaglia per gli invitati. Il candidato repubblicano porterà con sé Malik Obama, fratellastro dell’attuale presidente, e ha invitato Pat Smith, la madre di un americano ucciso nel 2012 a Bengasi durante l’attacco al consolato Usa. La campagna di Hillary Clinton ha chiesto che le famiglie dei candidati entrino in prossimità dei posti dove devono sedersi. Stando a quanto riportato dal New York Times, in questo modo la candidata democratica eviterà che suo marito, ex presidente, finisca per sedersi tra donne che lo hanno accusato di stupro e violenze sessuali. L’Università del Nevada a Las Vegas ha limitato l’accesso al dibattito agli studenti con i voti migliori: serve almeno una B per chi è iscritto ai master e almeno una C per chi frequenta i corsi di laurea. Si discute anche di una tradizione venuta meno: la stretta di mano. Nel secondo dibattito Donald Trump e Hillary Clinton non si sono stretti la mano e probabilmente questo rituale verrà evitato nel terzo confronto.

Nella campagna elettorale Usa, che questa sera vede il terzo e ultimo dibattito tra Trump e Clinton, il veleno inserito negli ultimi giorni, oltre ai tanti gettati sul fuoco dagli ultimi mesi di campagna americana verso la Casa Bianca, ne arriva un altro importante: dopo la rivelazione e pubblicazione di Wikileaks dei documenti e mail tra il manager della campagna dei Democratici John Podestà e molte personalità della stampa e delle tv Usa. Ci sono scambi di messaggi che dimostrano un nutrito legame tra cortesie e complimenti tra Hillary Clinton e la stampa nazionale. Un rapporto molto chiaro che Trump sta cavalcando cercando di recuperare dai suoi di gravi problemi con l’opinione pubblica: Donald vuole infatti dimostrare, e forse lo farà anche stasera nell’ultimo confronto tv prima del voto, come la stampa e il potere della comunicazione in America sia del tutto schierato con la Clinton, producendo materiale illecito e tendenzioso contro lui stesso. Un’ombra che rischia di avere qualche ripercussione, se la Clinton non sarà in grado di gestirla nel dibattito, sul vantaggio enorme che la candidata democratica porta avanti sul rivale e magnate repubblicano. 

Obama è sbottato a poche ore dall’ultimo dibattito tra Trump e Clinton a Las Vegas che dirà molto sulle prossime Elezioni Usa 2016, con le polemiche sul sessismo di Trump e gli attacchi incrociati di praticante tutti i media americani e mondiali che stanno facendo da padrone rispetto ai temi reali della politica interna a stelle e strisce. Mentre era a convegno con Renzi il presidente Usa ha rivolto le ultime accuse a Trump, dopo che solo poche ore prima il candidato repubblicano aveva sostenuto in Colorado «rischio elevatissimo di elezioni truccate, siate vigili contro i brogli. Le frodi elettorali sono molto comuni e loro ci criticano perché denunciamo questo». La risposta di Barack Obama non si è fatta attendere, «Non ho mai visto nella mia vita o nella storia politica moderna alcun candidato presidenziale cercare di screditare le elezioni e il processo elettorale in corso ancor prima del voto. Basta piagnistei, Trump non mostra di avere un carattere adatto a questo tipo di lavoro».

Sul dibattito l’ultimo in tv, tra Donald Trump e Hillary Clinton si abbatte un ennesimo attacco contro l candidato repubblicano che stasera rischia il cappotto: ha perso, anche se non di molto, i primi due confronti e questa sera prova la disperata rimonta. Ma appunto, dovrà fare i conti con un altro attacco mediatico: presentato ieri nei cinema di New York, sbarca “Trumpland” il nuovo film di Michael Moore – regista e cineasta provocatorio già in passato più volte contro Bush e le amministrazioni repubblicane – atto ad affossare il candidato repubblicano. «Nel film alcune scene mostrano cosa accadrebbe con Trump alla Casa Bianca: bombardamenti aerei alle città di frontiera messicane, Rosie O’Donnell, l’attivista per diritti delle persone LGBT, deportata alle isole Samoa…. ». Secondo Moore il film deve dare «ragioni positive per votare la Clinton”, ma nel caso non ci riuscisse il vero obiettivo diventa: Affossare il voto di Trump…». I poteri sono schierati, Moore ci riprova ad entrare nella campagna americana come già successo contro Bush con «Fahrenheit 9/11» con le presunte bugie sulla tragedia delle Torri Gemelle.

L’incombenza del terzo dibattito televisivo tra Hillary Clinton e Donald Trump ci suggerisce che lo spettacolo che questa campagna elettorale per le Elezioni Usa 2016 ci ha garantito per diversi mesi sta purtroppo per terminare. Bisogna che ce ne facciamo una ragione: anche le cose belle finiscono, ma è sbagliato rovinarsi questi ultimi scampoli di politica a stelle e strisce prima del voto, pensando già al momento dell’addio. Soprattutto alla vigilia di un appuntamento che potrebbe determinare uno scossone decisivo alla sfida tra la candidata democratica e quello repubblicano è bene farsi trovare preparati: allora ecco la guida completa con tutto ciò che bisogna sapere sul terzo e ultimo faccia a faccia tra Hillary Clinton e Donald Trump. 

Partiamo come sempre dallo stabilire le coordinate del dibattito televisivo Clinton-Trump. Il terzo e ultimo confronto tra i candidati alla presidenza Usa andrà in scena oggi, 19 ottobre, alla University of Nevada di Las Vegas (UNLV) quando nello stato americano saranno le 9 di sera, mentre in Italia saranno le 3 di notte. Ormai c’abbiamo fatto il callo: per seguire lo spettacolare duello tv fra Trump e Clinton dobbiamo mettere in conto di rinunciare ad un po’ di sonno. Il dibattito infatti durerà per 90 minuti, cioè quando in Italia saranno le 4 di mattina del 20 ottobre. Come parziale consolazione bisogna dire che nell’ora e mezza del faccia a faccia non sono previste interruzioni pubblicitarie, e per i meno avvezzi con la lingua inglese va detto che i canali all news offriranno la diretta dell’evento con traduzione simultanea in italiano.

A moderare il terzo dibattito tra Donald Trump e Hillary Clintonsarà il giornalista Chris Wallace. Wallace è un tre volte vincitore degli Emmy Awards con la sua trasmissione Fox News Sunday. La sua militanza nella rete conservatrice risale al 2003, prima di allora Wallace lavorò per 14 anni per la Abc. Negli Stati Uniti è conosciuto per la sua aggressività sia con i Democratici che con i Repubblicani. Per la Fox Wallace ha coperto nel corso degli anni moltissimi eventi politici: nel 2016 ha intervistato in esclusiva Barack Obama dopo che il Presidente non appariva sulla Fox dal 2014. Il rapporto “privilegiato” con l’attuale inquilino della Casa Bianca è confermato dalle precedenti interviste realizzate nel 2008, nel 2009 e nel 2013. Come riportato da Politico, è diventata celebre l’intervista che nel 2006 vide protagonista Bill Clinton, al quale Wallace, senza usare toni concilianti, chiese se non avrebbe potuto fare di più durante la sua presidenza per arrestare Osama Bin Laden. 

Il format dell’ultimo dibattito Trump vs Clinton prevede che i 90 minuti siano suddivisi in 6 segmenti da 15 minuti l’uno. In ognuno di questi spezzoni si affronteranno argomenti selezionati dal moderatore Chris Wallace: Clinton e Trump avranno a disposizione due minuti a testa per rispondere ai quesiti e alla fine della risposta dell’avversario avranno una chance per replicare. Il format, per intenderci, è identico a quello del primo dibattito televisivo in cui a prevalere fu Hillary. Come riferisce Politico.com i 6 temi affrontati durante l’ora e mezza probabilmente più importante di queste Elezioni Usa 2016 saranno immigrazione, diritti e debito, Corte Suprema, economia, politica estera e condizioni di salute di ciascun candidato.

Dal momento che stiamo parlando del dibattito Clinton-Trump è chiaro che tutti gli altri candidati minori non sono riusciti nell’impresa di conquistare il 15% nei sondaggi a livello nazionale che gli avrebbe consentito di partecipare al confronto. Questo paragrafo è dedicato in particolare a Gary Johnson, candidato del Partito Libertariano che dopo aver dovuto rinunciare al primo dibattito si era detto certo di riuscire a partecipare ai prossimi due. Alla fine non è stato così: probabilmente il suo essere un gaffeur di prim’ordine non lo ha aiutato…

Solitamente il terzo dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca non fa registrare ascolti superiori ai precedenti. Come sottolineato dai dati Nielsen, il terzo confronto tra Obama e Romney nel 2012 venne seguito da 41 milioni di americani a fronte dei 46 milioni del primo faccia a faccia e dei 45 milioni del secondo. Nel 2008 invece il primo dibattito tra Obama e McCain fu seguito da 52 milioni di americani, quello centrale da 63 milioni e l’ultimo da 56 milioni. In queste Elezioni Usa 2016 il trend sembra essere in discesa: si è passati dalla cifra record del primo dibattito di 84 milioni ai 66.5 dell’ultimo faccia a faccia. Certo è che con un Trump alla disperata ricerca di un colpo da maestro in grado di rimetterlo in carreggiata c’è da attendersi veramente di tutto. Fossimo al posto degli americani non rinunceremmo per niente al mondo a seguire l’evento in diretta: e anche da italiani il consiglio è lo stesso. Meglio perdere qualche ora di sonno e non l’opportunità di dire: c’ero anch’io…(Dario D’Angelo)