Il terzo ed ultimo dibattito Clinton-Trump di queste Elezioni Usa 2016 passerà alla storia come il faccia a faccia in cui per la prima volta un candidato alla Presidenza ha messo in dubbio la legittimità del processo democratico del Paese, ma è stato molto altro. Gran parte del merito va dato a Chris Wallace, il moderatore designato per arbitrare il confronto alla University of Nevada di Las Vegas, che è stato il giornalista più abile tra i 4 chiamati a tirare fuori il meglio (e il peggio) dei due candidati alla Casa Bianca nel corso dei tre dibattiti programmati. Ecco allora una carrellata dei momenti più importanti degli ultimi 90 minuti di faccia a faccia Clinton-Trump.
Partiamo da una curiosità: il look di Hillary, ad esempio. L’ex Segretario di Stato ha sfoderato un abbigliamento total-white, e c’è chi ha letto in questa scelta un significato ben preciso. Considerando che nel primo duello la Clinton si era vestita di rosso e che al secondo aveva optato per il blu, ecco che per il terzo e ultimo confronto la scelta non poteva che ricadere sul bianco, colore mancante per completare un’ideale bandiera americana. Ma questa non è stata l’unica lettura data all’outfit di Hillary: c’è chi nel bianco ha visto un richiamo ad uno dei colori distintivi del movimento per il suffragio femminile, e chi crede che la Clinton abbia voluto ricalcare il look di Geraldine Ferraro, la democratica italo-americana che nel 1984 fu la prima donna a correre per la vice-presidenza alla Casa Bianca, che nel giorno in cui accettò la nomination si presentò proprio con un abbigliamento total-white.
Tra i momenti più rivisti di questo ultimo dibattito c’è sicuramente quello in cui Donald Trump si rivolge a Hillary Clinton dicendole che è una “nasty woman”. La traduzione di questa definizione in italiano è “donnaccia”: dire ad una donna candidata alla Casa Bianca che è disgustosa o sporca come ha fatto Trump, in un’altra elezione sarebbe stato probabilmente il punto più basso di tutta la campagna elettorale. Viste le uscite di Donald di questi mesi, sulle donne e non solo, si è trattato dell’ennesima caduta di stile di un aspirante presidente che manca del phisique du role necessario per guidare gli Stati Uniti. Clicca qui per il video in Trump dice a Clinton di essere una donnaccia.
I tre dibattiti televisivi tra Clinton e Trump hanno almeno una cosa in comune: The Donald è convinto di averli vinti tutti. Così come avvenuto dopo il duello del 26 settembre all’Hofstra University di New York o dopo quello del 9 ottobre alla Washington University di St. Louis, anche questa volta in piena notte Trump ha preso il suo smartphone e ha iniziato a twittare ringraziamenti agli americani per averlo eletto vincitore del confronto. A sostegno di questa tesi Trump ha pubblicato le foto di tutti quei siti di news che lo indicano come vincitore del dibattito, ma ad onor del vero va ricordato che i sondaggi più attendibili, tra cui quelli della Cnn e del New York Times, hanno sancito l’opposto: ovvero che ad essere andata meglio secondo i telespettatori è stata Hillary Clinton. Trump però sembra ignorare questo dato ed è talmente soddisfatto della sua performance da sfornare cinguettii di questo genere.
Al termine del dibattito tra Hillary Clinton e il padre, il figlio del tycoon Donald Trump Jr, parlando con Sean Hannity della Fox News, si è detto convinto che ad uscire vincitore dal faccia a faccia sia stato proprio il papà. L’erede di casa Trump ha motivato la sua tesi dicendo che il mestiere del padre, a differenza di Hillary che lo fa da una vita, non è fare il politico. Trump, ha detto il figlio, per tutta la sua vita ha creato posti di lavoro, costruito cose e creato benefici per i lavoratori; se avesse speso la sua vita come Clinton in politica, Trump sarebbe adesso il “più grande politico nella storia del mondo”, ha detto Donald Jr. Il 38enne figlio del miliardario ha anche detto che a differenza di Hillary, per Trump arrivare alla Casa Bianca costituirebbe un “passo verso il basso”, e che se sta cercando di vincere è perché vuole garantire a tutti i cittadini l’opportunità di vivere il sogno americano com’è capitato a lui. Non nascondiamo che davanti a questa affermazione ci è tornata in mente la celebre favola della volpe e l’uva: come l’animale sminuisce il grappolo che aveva messo nel mirino poiché incapace di raggiungerlo visto il suo posizionamento troppo in alto sulla vite, così la famiglia Trump inizia a sottostimare l’importanza di queste Elezioni. Ed è forse questo l’ennesimo segnale che conferma una sensazione ormai diffusa: la sconfitta di Donald Trump è sempre più vicina. Del resto si spiega in questo modo la scelta di non voler garantire l’accettazione del risultato in caso di vittoria di Hillary. Per come Trump vede la vita, ammettere una sconfitta non è tra le opzioni sul tavolo: meglio provare a cercare giustificazioni e alibi che ammortizzino l’impatto di un insuccesso su scala mondiale. Tra tentare di ribaltare i pronostici e cercare di limitare i danni, Trump ha scelto la via più comoda, ma la meno onorevole. (Dario D’Angelo)