Ogni giorno che passa la strada che potrebbe portare Donald Trump fino alla Casa Bianca in queste Elezioni Usa 2016 sembra farsi sempre più stretta, impervia e dissestata. Se i sondaggi a livello nazionale rendono evidente il momento difficile attraversato dal candidato Repubblicano, sono soprattutto quelli riguardanti i singoli stati a confermare la previsione che Hillary Clinton diventerà il prossimo Presidente degli Stati Uniti d’America. Il sito a stelle e strisce Politico.com, ad esempio, nelle scorse settimane ha individuato 11 ‘battleground states’, campi di battaglia che nel complesso assegnano 146 Grandi Elettori e risulteranno probabilmente decisivi ai fini dell’elezione dell’uno o dell’altro contendente. Secondo la media dei sondaggi realizzata dallo stesso portale la democratica è attualmente in vantaggio di almeno 5 punti percentuale (oltre dunque il margine d’errore) in 6 degli 11 stati in questione, si tratta di Colorado, Michigan, New Hampshire, Pennsylvania, Virginia e Wisconsin; Trump è invece in testa in Iowa e Ohio, mentre può giocarsela in Florida, Nevada e North Carolina. Anche aggiudicandosi gli ultimi 3 stati però, a meno di non riuscire a sottrarre a Clinton un altro stato tra quelli citati in precedenza o tra quelli già ritenuti di dominio della democratica, Trump uscirebbe certamente sconfitto dall’Election Day. Ma quali sono le reali possibilità di Donald Trump di portare a casa una fetta importante di questi Grandi Elettori? Per farci un’idea analizziamo la situazione in questi sei stati chiave.
– I 16 Grandi Elettori del Michigan sono da considerare di Hillary Clinton. Attualmente la media dei sondaggi vede la Democratica avanti con il 46,4% contro il 37,6% del Repubblicano. Il Grand Old Party non vince nello stato dal 1988 e l’ex Segretario di Stato è in testa nei sondaggi dal mese di luglio, dopo la convention. La rimonta di Trump non passa dal Michigan.
– Quanto detto per il Michigan non vale per la Pennsylvania. Non c’è mappa elettorale in cui Trump raggiunga il magic number di 270 Grandi Elettori che non preveda l’assegnazione della Pennsylvania al Repubblicano. Per il tycoon, però, ci sono diversi ostacoli da considerare: in primis va detto che la Pennsylvania si muove di pari passo con il Michigan dal 1980 e se abbiamo detto che il Michigan sarà sicuramente democratico per Trump non è una buona notizia. Mediamente, a livello di sondaggi, Trump paga da Hillary un ritardo di 7 punti percentuale; gli strateghi del Gop per provare a colmarlo hanno deciso di investire 4,5 milioni di dollari in spot pubblicitari nelle ultime quattro settimane di campagna elettorale, ma non è detto che basterà. I Democratici, infatti, possono contare su una roccaforte come Philadelphia, da sempre fedele al partito dell’asinello, e a meno di una performance stratosferica dei Repubblicani nelle periferie riusciranno a portare a casa anche i 20 Grandi Elettori della Pennsylvania.
– Per quanto Trump abbia annunciato in più di un’occasione di aspettarsi delle sorprese dalla Virginia, al momento la situazione nello stato di Bernie Sanders vede Hillary comandare con circa 11 punti di vantaggio. E dire che fino all’avvento di Obama lo stato era un fortino Repubblicano. Oggi invece una Virginia che si tinge di blu (colore dei democratici) sembra essere così scontata che Clinton non vi investirà nemmeno un dollaro, al contrario dei Repubblicani che hanno stanziato 1,5 milioni di dollari nella speranza di recuperare terreno e i suoi 13 Grandi Elettori .
– Per Hillary Clinton conquistare i 9 Grandi Elettori dello stato “rettangolare” dovrebbe essere un gioco da ragazzi. Nella media dei sondaggi di Politico.com la Democratica conduce 45% a 38.6% e mentre l’ex Segretario di Stato e i suoi ‘surrogates’ hanno battuto la zona tenendo diversi comizi, lo staff della campagna elettorale ha ritenuto non necessario spendere soldi in spot pubblicitari. Dal Colorado, dunque, non ci attendiamo sorprese.
– Questo è probabilmente lo stato in cui Trump ha più possibilità di tentare il sorpasso stando ai sondaggi (è sotto di 5 punti) ma è anche quello più ostico sotto diversi punti di vista. In primo luogo bisogna ricordare che Trump ha avuto problemi in Wisconsin anche durante la cavalcata delle primarie Repubblicane, quando gli elettori del Gop premiarono il suo allora arci-rivale Ted Cruz. A questo bisogna aggiungere le recenti grane con Paul Ryan, speaker della Camera e Repubblicano più alto in grado al Congresso, originario proprio del Wisconsin, che di certo non si spenderà più di tanto per aiutare un candidato che non approva.
– L’ultimo stato chiave è il New Hampshire, ma la situazione sembra cristallizzata in favore di Hillary Clinton. Nella media dei sondaggi la democratica guida con il 45,8% contro il 39,2% del suo rivale: oltre 6 punti di vantaggio che a meno di 20 giorni dal voto dovrebbero mettere l’ex Segretario di Stato al riparo da eventuali brutti tiri da parte di Donald Trump.
Lo andiamo ripetendo da settimane: non è finita finché non è finita. Ma se non succede qualcosa di imprevedibile in uno di questi 6 stati in grado di rimettere in corsa Donald Trump, sarà Hillary a festeggiare la vittoria nell’ormai sempre più vicina notte dell’8 novembre. (Dario D’Angelo)