Il primissimo invito che Donald Trump ha fatto alla Casa Bianca, dove dal 21 gennaio prossimo albergherà per 4 anni, è stato fatto ad una leader europea non più europea: mentre è finito poco fa l’incontro con Barack Obama nello studio ovale per lo storico passaggio di consegne, il primo invito mandato da Trump è stato recapitato alla premier britannica Theresa May, leader del Paese che dopo la Brexit si è staccato dall’Europa. In un certo qual modo l’invito è sempre più simbolico visto che non solo rigetta subito il ponte storico Usa-Uk ma accomuna i due popoli che in questo 2016 hanno fatto una scelta assai poco “prevedibile” e aprendo nuove frontiere mai pensate prima. Nella nota diffusa dall’ufficio della May, riportata da Reuters, si legge: «Donald Trump ha invitato la premier britannica Theresa May a fargli visita al più presto nel corso della prima telefonata intercorsa fra i due da quando il magnate è stato eletto alla presidenza degli Stati Uniti. I due si sono trovati d’accordo sul fatto che le relazioni Usa-Regno Unito sono “molto importanti e molto speciali, e che accrescerle sarà una priorità per entrambi».



Dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti non poteva mancare un carro allegorico per il magnate per il carnevale di Viareggio. Una delle manifestazioni più note del nostro paese ha infatti già previsto una maschera dedicata al magnate. Donald Trump, come si legge su Rainews, sarà protagonista dell’opera satirica dei fratelli Umberto e Stefano Cinquini dal titolo “Bang bang” ambientata in un Saloon del Far West: sul carro sarà allestito un gigantesco volto di Trump sul quale ballerà una Statua della Libertà con in mano una pistola. Al Carnevale di Viareggio sfilerà anche la maschera “Mad Donald Trump”, che propone in chiave allegorica il neo presidente Usa nelle vesti di un clown pronto a servire cibi a basso costo, pur di sconfiggere Hillary Clinton. Anche le gaffe di Donald Trump hanno ispirato i maestri della cartapesta: ci sarà la maschera di Rodolfo Mazzone dal titolo “Lo S trump alato” in cui Donald Trump appare in marcia trionfale verso la Casa Bianca, mentre Hillary Clinton cerca di impallinarlo.



Donald Trump è destinatario non solo di messaggi di congratulazione da parte di esponenti politici e non da parte del nostro paese ma anche di regali. Il Consorzio Grana Padano ha infatti inviato al neo presidente degli Stati Uniti, eletto ieri al termine del voto in Usa, una forma di formaggio per porre l’accento sull’embargo alla Russia. “Abbiamo inviato una forma di Grana Padano come grimaldello per scardinare l’embargo fortemente voluto dagli Stati Uniti nei confronti della Russia”, ha spiegato il direttore generale del Consorzio Stefano Berni, come riporta il Corriere della Sera. “La nostra iniziativa, oltre a essere un augurio in vista di questa importantissima avventura – ha aggiuinto – vuole diventare un motivo di riflessione per eliminare barriere che stanno producendo gravi danni economici a chi, in Italia e nel resto d’Europa, esportava i propri prodotti in Russia. Nel nostro caso specifico stiamo parlando di circa 50 mila forme all’anno, per un valore economico al consumo di oltre 40 milioni di euro”.



Ma ora Donald Trump cosa farà nei suoi primi giorni alla Casa Bianca? Dopo l’insediamento ufficiale che arriverà il 21 gennaio 2017, il neo presidente degli Stati Uniti comincerà a livello effettivo a governare sulla prima potenza economica al mondo. E lì si potrà vedere quali saranno i veri provvedimenti confermati dalla campagna elettorale e invece cosa dovrà “rimangiarsi” derubricandola a provocazione elettorale. A prima vista Donald Trump dovrà decidere tanto, ma tanto anche arriverà con l’influenza di Mike Pence e Rudy Giuliani i suoi due veri scudieri che lo “proteggeranno” durante i 4 anni alla Casa Bianca: nei primi 100 giorni di governo le promesse sono già fatte da Trump, con i risultati delle elezioni che ora lo legittimano a tradurle in pratica. E allora sotto con l’abolizione dell’Obamacare, la discussa anche se rivoluzionaria assicurazione sanitaria Usa, simbolo del precedente presidente americano. Nel suo programma figurano anche 1.000 miliardi di dollari di investimenti nelle infrastrutture in dieci anni grazie a partenariati pubblico-privati e investimenti privati incoraggiati da sgravi fiscali. altro punto che sembra confermato, ma farà sempre più discutere, è quel muro al confine con il Messico che verrà finanziato dagli Usa e poi interamente rimborsato dal Messico. E sull’estero? Lì al momento non sembrano esserci immediati provvedimenti se non un colloquio con Putin che potrà dire molto sul futuro a medio termine delle prossime vicende internazionali.

Aveva attaccato duramente Donald Trump in campagna elettorale l’attore Robert De Niro. L’attore aveva criticato la candidatura del magnate alla Casa Bianca con un video in cui aveva dichiarato: “E’ così stupido. E’ un cane, un maiale. Un artista della stronzata. Non paga le tasse, è un disastro nazionale. Mi fa arrabbiare il fatto che questo paese sia arrivato al punto di consentire a quest’idiota di arrivare sin qui”. E ora che Donald Trump ha vinto le elezioni Usa 2016 ed è diventato il nuovo presidente Robert De Niro non esclude la possibilità di emigrare in Italia. Lo ha detto durante lo show di Jimmy Kimmel, come riporta l’Huffington Post. “Sono un cittadino italiano, probabilmente dovrò trasferirmi lì”, ha dichiarato De Niro. E su Donald Trump ha aggiunto: “Prenderlo a pugni? Non posso, è il presidente. Devo rispettare il suo ruolo, vediamo cosa farà e se davvero darà seguito a certe affermazioni. Come vediamo in molte città, tante persone sono arrabbiate e stanno protestando”. Robert De Niro è nato a New York e ha ricevuto ufficialmente la cittadinanza italiana il 18 ottobre del 2006.

Donald Trump presidente degli Stati Uniti, e il suo “collega” di “The Apprentice” italiano Flavio Briatore esulta: dopo la vittoria incredibile alle elezioni Usa 2016, il magnate repubblicano riceve dall’Italia le congratulazioni dell’amico imprenditore, spesso colleghi in affari e anche “padre e discepolo” nel fortunato programma Usa-Italia sul mondo dell’imprenditoria in stile “show”. Con una intervista alla Stampa questa mattina, Flavio Briatore commenta gioioso la sconfitta di Hillary Clinton alle Presidenziali: «I sondaggisti, gli opinionisti, sono soggiogati dai poteri forti e anche incapaci di vedere quello che realmente accade intorno a loro. Io sono un imprenditore e ho il dovere e la necessità di capire i fenomeni che mi accadono intorno. Ed era chiaro che l’America voleva cambiare. Nella settimana che ha preceduto il voto nel gruppo di Donald Trump erano tutti molto ottimisti. Mentre i santoni cercavano di convincere il mondo che non ce l’avrebbe fatta». Il “mio amico Donald”, come lo chiama spesso Briatore, ha vinto contro tutto e tutti, contro quei salotti che spesso anche qui il buon marito di Elisabetta Gregoriani contesta: «solo in Italia c’è il pregiudizio sui soldi: un riflesso da comunisti. Donald è una novità per la politica degli Usa. Gli stati Uniti sono stati dominati per vent’anni da tre famiglie: i Bush, gli Obama, i Clinton. La gente era stufa”. “Donald è molto più moderato di quel che dicono. Lui è prima di tutto un imprenditore che tende al risultato. Formerà intorno a sé una squadra forte, come ha fatto sempre nel suo lavoro e procederà con il suo programma», chiude l’intervista a Briatore sul neo presidente degli Stati Uniti d’America.

Donald Trump, oggi atteso alla Casa Bianca su invito del presidente Stati Uniti uscente, Barack Obama, nei prossimi giorni dovrà pianificare gli uomini per formare il suo governo, conscio probabilmente del fatto che anche lui sarà rimasto sorpreso dal voto finale e dai risultati delle Elezioni Usa. Ora però è il presidente e molto dipenderà per i primi mesi di governo – che saranno difficili per via di un Congresso largamente repubblicano ma non certo idilliaco nei rapporti con Donald Trump – dalle scelte che porrà in sede di governo, sui piani economico, politico, miliare e anche sociale. È molto probabile che il vero uomo forte del suo nuovo governo – assieme al Vice Mike Pence, uomo fondamentale per la breccia nei cuori dei conservatori – sarà Rudy Giuliani, ex sindaco di New York (nell’era più difficile ovvero quella dell’attentato alle Torri Gemelle), l’artefice di una compagna elettorale condotta fino alla vittoria. Secondo fonti intere vicine a Trump riportate da Reuters, spetterebbe a Giuliani il Ministero della Giustizia per provare quella rivoluzione anche in ambito giuridico prospettato dal magnate repubblicano durante la sua campagna elettorale.

Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America: le elezioni presidenziali Usa 2016 hanno decretato il successo del repubblicano, che ha battuto in maniera netta la democratica Hillary Clinton. Ma prima che il tycoon si insedi alla Casa Bianca bisogna aspettare più di due mesi: in questo lasso temporale il presidente uscente Barack Obama seguirà le ultime tappe della sua agenda. È atteso a Berlino, dove incontrerà i principali leader europei, ma parteciperà anche ad un vertice internazionale in Sudamerica. Il discorso sullo stato dell’Unione, atteso per fine gennaio-inizio febbraio, sarà dunque il primo vero atto politico di Donald Trump. In questa fase assisteremo ad una sorta di “interregno”, nel corso del quale si completerà il processo elettorale. Il nuovo Congresso dovrà, infatti, confermare il voto dei “Grandi Elettori” al suo insediamento, mentre Donald Trump dovrà scegliere i membri della sua amministrazione, da quelli del governo ai vertici delle agenzie federali.

Dopo aver vinto le elezioni presidenziali Usa 2016, Donald Trump ha segnato una nuova data sul calendario: il 20 gennaio 2017 è, infatti, il giorno della sua investitura in qualità di nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Si tratta di un momento clou, perché il presidente uscente Barack Obama passerà il testimone al tycoon. L’Inauguration Day sarà caratterizzato dal giuramento, a cui seguirà la tradizione parata a Washington, lungo Pennsylvania Avenue, arteria che collega Capitol Hill, la sede del Congresso, e la Casa Bianca. Nel cosiddetto “State of the Union” Donald Trump terrà un discorso davanti al Congresso per tracciare le linee programmatiche della sua agenda legislativa e le linee guida del programma che vuole attuare durante il suo primo anno di mandato. Negli Stati Uniti, infatti, ogni anno si apre con il discorso del presidente sullo stato dell’Unione. Nell’immediato, però, l’agenda di Donald Trump prevede l’incontro con Barack Obama: dovrebbe avvenire proprio oggi, giovedì 10 novembre 2016.

Tutti si congratulano con Donald Trump per la vittoria contro Hillary Clinton alle elezioni presidenziali Usa 2016, ma serpeggia un po’ di incertezza circa i rapporti internazionali. L’Iran, ad esempio, avverte: “Dovrebbero attuare ciò che hanno accettato secondo le regole internazionali con l’accordo sul nucleare. Preoccupato anche il Vaticano: “C’è bisogno di lavorare tutti per cambiare la situazione mondiale che è di grande lacerazione”, il commento del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. Sono arrivate anche le felicitazioni del presidente russo Vladimir Putini, pronto a ricostruire i rapporti con gli Stati Uniti, mentre il premier conservatore ungherese Viktor Orban è entusiasta: “Che magnifica notizia. La democrazia è ancora viva”. Congratulazioni anche dalla Cina e dalla Turchia, ma da Ankara si aspettano l’estradizione di Fethullah Gulen, autore e esecutore del tentativo di colpo di stato del 15 luglio. Ciò rappresenterebbe per il premier Binali Yildirim un nuovo inizio nei rapporti Turchia-Usa.