Brucia ancora la sconfitta di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali Usa 2016. La candidata democratica non è riuscita a diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti nonostante abbia avuto la maggioranza dei voti popolari: il meccanismo di voto degli Usa infatti prevede i Grandi Elettori e proprio per questo è stato il candidato repubblicano Donald Trump ad avere la meglio e a diventare il 45esimo presidente. La delusione tra gli elettori di Hillary Clinton è però tanta. In particolare in California, come riporta l’agenzia di stampa Agi, dove l’ex first lady ha ottenuto il 61,5% di consensi, la sconfitta non è solo politica ma anche per l’industria digitale. Tanto che sui social network i californiani che sperano in una secessione dagli Stati Uniti, pur di non dover vivere sotto la presidenza di Donald Trump, hanno coniato l’hashtag #Calexit sulla scia di Brexit, l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Secessione della California in vista?



Sembrerà folle ma la sconfitta di Hillary Clinton alle Elezioni Usa 2016, ha gettato con i risultati deludenti e la vittoria di Trump non solo i Democratici americani nello sconforto e nell’analisi della batosta clamorosa, ma a riflesso anche sulle principali piazze democratiche di centrosinistra europee il danno della sconfitta di Hillary va molto oltre i vari “rapporti diplomatici” tra i paesi. È per il motivo per cui ha vinto Trump che anche in casa nostra ci si interroga su un mondo che ora vive una forte spinta di ribellione e di movimenti politici anti-sistema; Hillary perde ma ad esempio del Pd nostrano la situazione vede un ritorno poderoso delle richieste della sinistra dem contro l’ala più morbida del partito. In buona sostanza, con l generale spostamento verso gli estremi, il Pd di Bersani e Speranza potrebbe tornare di gran carriera a richiedere una linea molto più di sinistra visto che più ci si sposta verso Partito della Nazione, o Centro e simili, si perdono consensi – come i casi di Usa e Francia stanno a dimostrare. Renzi dovrà riflettere anche su questo punto, in attesa della scadenza elettorale del referendum.



Se da una parte l’attenzione dell’America resta puntata su Donald Trump, neo Presidente degli Stati Uniti, non si spengono le luci sulla sconfitta Hillary Clinton. La delusione è tanta, soprattutto da parte delle donne del jet set, a partire da Madonna, ma molto meno da parte delle donne “comuni”, operaie e casalinghe in primis. Secondo Quotidiano.net, l’ex first lady sarebbe stata tradita proprio da questa importante fetta di elettori, che ha considerato Clinton troppo old style e forse eccessivamente legata al potere. Sebbene rispetto al suo avversario la candidata democratica abbia ottenuto il 12% in più dei voti da parte delle donne, una buona fetta rappresentata da lavoratrici, mogli di soldati e americane della classe media hanno preferito Melania, neo first lady e incarnazione del mito americano. Il vero asso nella manica di Trump, per buona pace di Hillary, dunque, è stato rappresentato proprio dalle “elettrici della porta accanto”, definite oggi “le Ivanka Voters”. Con la sua sconfitta, dunque, l’America dovrà attendere ancora prima di una presidenza in rosa.



Dopo che Hillary Clinton ha perso le elezioni Usa 2016 il settimanale americano Newsweek ha ritirato 125mila copie della rivista: erano stat infatti stampate e consegnate in anticipo alle edicole anche copie con il volto di Hillary Clinton e la scritta ‘Madam President’. Come riferisce The Post Internazionale, le copie della rivista di analisi politica erano state distribuite martedì scorso, prima del voto per le presidenziali Usa avvenuto ieri. Newsweek aveva stampato anche copie con il volto di Donald Trump nel caso il magnate avesse vinto le elezioni americane. Ma nemmeno 12 ore dopo l’annuncio della vittoria di Donald Trump, le copie con la foto di Hillary Clinton sono state ritirate. Tony Romando, amministratore delegato di Topix Media, il partner di Newsweek che stampa i numeri speciali della rivista, ha ammesso l’errore, sottolineando però che sono state vendute solo 17 riviste delle 125mila stampate con l’immagine di Hillary Clinton: “Tutte le copie in circolazione sono state ritirate, e ora procederemo alla redistribuzione dei numeri con la copertina dedicata a Donald Trump, sperando vadano bene nelle vendite”. (clicca qui per vedere le due copertine).

Hillary Clinton non è riuscita a diventare la prima donna presidente degli Stati Uniti ma forse la strada è ormai segnata per il futuro. Dopo il risultato del voto di ieri alle presidenziali Usa 2016, voto che ha visto trionfare il candidato repubblicano Donald Trump, la candidata democratica Hillary Clinton si è detta convinta che prima o poi sarà la volta di una donna alla Casa Bianca. E, come riposta l’agenzia di stampa Askanews, sul social network Twitter, sono giò in tanti ad invocare la candidatura di Michelle Obama, moglie del presidente uscente Barack, alle presidenziali Usa 2020. “Michelle Go”, “Michelle sei la nostra unica speranza”, sono infatti alcuni dei tweet che sono stati pubblicati online. Gli elettori democratici sono infatti rimasti delusi dai risultati del voto e dalla vittoria di Donald Trump. Ma lo choc sta forse lasciando già spazio alla volontà di lottare per il futuro e per l’ipotesi di una donna alla Casa Bianca nel 2020.

Hillary Clinton è apparsa delusa ma sempre convinta dei valori del suo paese. La candidata democratica che ha perso ieri le elezioni a presidente degli Stati Uniti ha commentato così l’esito del voto che ha visto trionfare l’avversario repubblicano Donald Trump. Questo è stato infatti il discorso rivolto ai suoi sostenitori, come riporta Rainews: “Mi dispiace non aver vinto, ma sono orgogliosa e grata per la campagna energica e piena di valori costruita insieme a voi. Il Paese che amiamo deve essere speranzoso e inclusivo. Abbiamo visto che la nostra nazione è divisa più profondamente di quanto pensassimo. Ma io continuo a credere nell’America e l’amerò sempre”. Su Donald Trump Hillary Clinton ha poi aggiunto che “sarà il nostro presidente. Rispettiamo e proteggiamo Trump. Rispettiamo i nostri valori e difendiamoli. La democrazia richiede la nostra partecipazione. Facciamo avanzare i nostri valori, l’economia, il pianeta, abbattiamo le barriere per gli americani: il sogno americano è per tutti: donne, comunità Lgbt, migranti, cittadini di religioni diverse; per chiunque”.

Non mancano le curiosità nell’analisi della sconfitta di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali Usa 2016. Ad esempio, molti si chiedono quanto sia costata la campagna elettorale alla democratica che ha perso il duello con Donald Trump per la Casa Bianca. Ha mandato in fumo 1,3 miliardi di dollari, ben più dei 795 milioni investiti dal nuovo presidente degli Stati Uniti. Stando a quanto riportato dal Centre for Responsive Politics, la campagna elettorale per le presidenziali 2016 avrebbe “bruciato” complessivamente 7 miliardi di dollari, circa 6,2 miliardi di euro. Questa somma supera addirittura la spesa annuale degli americani in cereali e cibo per animali domestici. L’indagine ha approfondito le spese dei candidati: Hillary Clinton ha speso 125,1 milioni di dollari per la propaganda sui media, che a Donald Trump è costata invece 30,4 milioni di dollari. Per quanto riguarda lo staff, Hillary Clinton ha versato 60,5 milioni di dollari in stipendi, mentre non è chiara la spesa in questo caso di Donald Trump. La candidata democratica, infine, ha totalizzato 1,68 miliardi di dollari per la sua raccolta fondi, meno della metà, invece, ha raccolto Donald Trump, fermatosi a 512 milioni di euro.

Hillary Clinton ha perso le elezioni presidenziali Usa 2016 e ora il Partito democratico si ritrova a fare i conti con l’eredità dissipata di Barack Obama: è stato rovesciato, infatti, l’importante risultato elettorale ottenuto dal presidente uscente. C’è una curiosità, però, sulle votazioni: l’isola di Guam ha votato per l’ex first lady. Si tratta della più grande isola dell’arcipelago delle Marianne, il lembo più occidentale degli Stati Uniti: una superficie di 514,3 chilometri quadrati che ospita 170mila abitanti. L’esito del voto ha decreato la vittoria di Hillary Clinton con il 71,63% delle preferenze, mentre a Donald Trump è stato riconosciuto il 24,16% e a Emidio Soltysik il 4,22%. Gli elettori di questo territorio non incorporato hanno, però, espresso solo un’opinione: l’isola non è rappresentata nel Collegio elettorale. Un record negativo è stato però registrato: l’isola di Guam finora aveva sempre scelto il candidato che risultava vincente a livello nazionale.

Hillary Clinton poteva essere la prima donna presidente degli Stati Uniti, ma ad un passo dalla Casa Bianca è stata battuta da Donald Trump. Ha lavorato una vita per questo obiettivo, ma la democratica è stata battuta dal tycoon che era osteggiato tra l’altro da gran parte del suo partito. Sarebbe stata la prima presidente alla guida degli Stati Uniti e la quindicesima donna più potente al mondo. In quest’ultima classifica rientrano Janet Yellen, Christine Lagarde e Kristalina Georgieva, numeri uno rispettivamente di Federal Reserve, Fondo Monetario Internazionale e World Bank. Avrebbe potuto spostare il peso delle donne all’interno del G7 affiancandosi alla neo-premier britannica Theresa May e alla tedesca Angela Merkel, ma ora Hillary Clinton si ritrova a riflettere sul suo futuro oltre che a raccogliere i cocci del suo sogno infranto. Qualche democratico, infatti, pensa già a Michelle Obama per il 2020.