I cristiani che stanno tornando nelle città irachene liberate dall’occupazione dell’Isis trovano una realtà sconcertante, che però era facile immaginare, anche se l’impatto con la realtà è sempre devastante. Come riporta il quotidiano inglese Daily Mail, i cristiani che hanno rimesso piede a Ninive, una delle più antiche e famose città del nord Iraq, domenica scorsa mentre volevano celebrare la messa, si sono trovati davanti chiese incendiate, statue della Madonna decapitate, banconi e suppellettili varie distrutti. In particolare la chiesa principale quella di St. Addai era in condizioni pietose. Le tombe del locale cimitero erano state profanate con i resti dei cadaveri gettati via mentre i confessionali erano stati usati come gabinetti. Nonostante questo i fedeli hanno celebrato lo stesso la liturgia in mezzo alle rovine, un modo per testimoniare come la loro fede era sopravvissuta nonostante la barbara distruzione. In mezzo a loro anche i soldati della milizia assiro cristiana che si occupa della protezione della zona appena liberata. Ma la gran parte dei cristiani fuggiti da Ninive rimane nei campi profughi, incerta se tornare nella città perché il futuro è quanto mai oscuro. 



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