Mr. Obama cares. Al presidente americano importa la riduzione del debito pubblico ellenico. Era la frase che il primo ministro Alexis Tsipras voleva sentire, consapevole che il messaggio arrivasse fino a Berlino, la prossima tappa del viaggio europeo di Obama. Ma quest’ultimo ha aggiunto altro: continuate nelle riforme (che vanno a rilento o sono in “stand by”) e favorite gli investimenti esteri (difficili da attrarre per l’alta tassazione e un’asfissiante burocrazia). All’Europa ha spiegato che l’austerità non porta prosperità.
Ovviamente ci sono stati elogi per la Grecia: “Le riforme non sono state facili, ma necessarie per rendere la Grecia più competitiva”. Il capo del governo greco da parte sua ha sottolineato che Atene ha difeso negli anni i valori di libertà, democrazia, uguaglianza e diritti umani: “Nonostante tutte le difficoltà, siamo riusciti a restare in piedi difendendo i nostri valori. Spero che molto presto il duro lavoro e i sacrifici del popolo ottengano risposta positiva nei negoziati sulla crisi del debito”.
Ora è “cruciale” raggiungere un accordo per una riduzione del debito greco: “I creditori non possono guardare all’austerity come strategia – ha detto il presidente Usa – chiediamo ai creditori di aiutare la Grecia nella strada della ripresa. La Grecia ha bisogno dello spazio necessario per riprendere a crescere e a creare posti di lavoro”.
Che ai “syrizei” interessasse soltanto la frase sul debito lo si è visto ieri nel corso dei dibattiti mattutini. Sulle riforme – “ci stiamo lavorando” – e sugli investimenti – “siamo noi che decidiamo” – hanno glissato. Per loro la visita del presidente americano è stato un trionfo, e la legittimazione delle richieste di Atene. Va sostenuta la narrazione che Obama appoggia Atene nella battaglia per la riduzione del debito pubblico: la “golden share” di questo governo. D’altra parte, Tsipras non aveva bisogno di altro. Spera che l’arrivo ad Atene di Obama possa portare ad una conclusione. E infatti si è dichiarato “ottimista” sul fatto che il Presidente americano farà pressione perché la Merkel dia il via libera per il taglio del debito in quanto pensa che i patti vadano rispettati.
Ma non è scontato che Obama voglia mettere in difficoltà la Cancelliera. E poco importa se tra due mesi si insedierà un nuovo presidente Usa, al quale pare non interessi il problema del debito ellenico. In questo momento a Tsipras serve una sponsor di peso. Serve un’icona che adotti la sua posizione. Comunque vedremo cosa farà Trump, ha aggiunto Tsipras, il quale ha ammesso che gli è stato consigliato il libro del neo presidente “The art of the deal”.
Forse di questi consigli ne avrà bisogno, perché da mercoledì sono ripresi i colloqui con la Troika e in agenda sono segnati capitoli di una certa difficoltà (sistema fiscale e pensionistico più legislazione del lavoro). A proposito di questo nuovo giro di trattative, Atene avrebbe chiesto a Obama di favorire una chiusura positiva e in tempi brevi di questa seconda e difficile “valutazione”.
Da oggi, Atene, una città blindata per tre giorni, ritorna alla sua normalità. In un grande albergo continuano le trattative con la Troika, nell’area del Politecnico continuano gli scontri tra polizia e anarchici. Oggi 17 novembre si commemorano i caduti del Politecnico. E come da tradizione ci saranno battaglie di strada con molotov, incendi e vandalismi. Ovviamente è previsto un corteo che si dirigerà all’Ambasciata americana.