Cari appassionati di Elezioni Usa 2016, vi dobbiamo delle scuse. Siamo 6 giorni (sei!) dal voto, da due giorni siamo entrati ufficialmente nel mese di novembre, e siamo ancora qui a parlarvi della cosiddetta sorpresa d’ottobre. Eppure non è colpa nostra se James Coney, il capo dell’FBI, ha deciso di rimescolare le carte della corsa alla Casa Bianca tra Hillary Clinton e Donald Trump proprio a pochi metri dalla linea d’arrivo. Ciò che possiamo fare, oltre a monitorare i sondaggi fino all’Election Day, è applicare uno degli insegnamenti di Tucidide, lo storico ateniese a detta del quale, essendo la storia ciclica, bisognava per forza di cose conoscere il passato per interpretare il presente e tentare di immaginare il futuro. Così, approfittando dei numeri offerti dal portale fivethirtyeight.com, diamo un’occhiata alle sorprese d’ottobre del passato, all’impatto che hanno avuto sulle elezioni statunitensi, per provare a capire se anche stavolta Hillary Clinton si salverà le penne. 



La sorpresa d’ottobre delle Elezioni del 1960 si inserì nel contesto di una sfida che vedeva opposto il democratico Hubert Humphrey al repubblicano Richard Nixon. All’epoca dei fatti, l’allora Presidente in carica, il democratico Lyndon Jhonson, aveva deciso di rinunciare a correre nelle primarie a causa dell’esito fallimentare della guerra del Vietnam da lui condotta. Ad ottenere la nomination, in seguito all’uccisione di Robert Kennedy, fu proprio Humphrey, che però non riuscì nell’impresa di riunire la base di un partito dilaniato da divisioni interne. La sorpresa che per poco non determinò l’andamento delle Elezioni del 1960 arrivò proprio dal Presidente Johnson, che a pochi giorni dal voto annunciò l’intenzione di porre fine ai bombardamenti nel Nord del Vietnam e di aprire le trattative per la pace. La decisione fu accolta con sollievo dalla maggioranza degli americani, stanchi di proseguire un conflitto che aveva segnato profondamente la nazione. Prima dell’annuncio di Johnson, Nixon era in testa su Humphrey di 3 punti percentuale; nei sondaggi dell’ultima settimana, invece, Nixon era in testa di un solo punto, che poi riuscì a conservare anche nelle urne. Bilancio finale? Sorpresa d’ottobre importante, ma non decisiva.



Quella del 2000 fu una sorpresa d’ottobre “atipica”. Intanto bisogna dire che non fu proprio d’ottobre, dal momento che si materializzò il 2 novembre, a soli cinque giorni dal voto. A destare clamore fu però la sostanza stessa dello scoop, che in questo caso riguardava George W. Bush. La WCSH-TV e la WPXT-TV di Portland fecero uscire la notizia per cui il candidato Repubblicano era stato arrestato nel 1976 per guida in stato di ebbrezza nelle vicinanze della residenza estiva di famiglia a Kennebunkport, Maine. Bush, pur senza nascondere l’irritazione per il tempismo sospetto della diffusione della notizia, ammise che la storia dell’arresto era vera e che ne era pentito seriamente. A sua parziale discolpa, però, Bush aggiunse che in concomitanza con la sua conversione religiosa alla fede cattolica aveva cambiato decisamente vita e che l’ultimo bicchiere di alcool risaliva al suo 40esimo compleanno, 14 anni prima. Dal punto di vista elettorale questa sorpresa d’ottobre, per quanto datata, ebbe però un grandissimo impatto sulla corsa alla Casa Bianca. Bush, che inizialmente era sopra del 4% rispetto ad Al Gore nei sondaggi prima che l’arresto venisse a galla, negli ultimi rilevamenti era accreditato di un vantaggio del 3%. Il giorno del voto, però, Al Gore ottenne l’1% in più su scala nazionale rispetto a Bush, che divenne Presidente soltanto grazie alla vittoria risicata in Florida e al sistema elettorale statunitense che si sviluppa stato per stato. Bilancio finale? Sorpresa d’ottobre quasi decisiva: quasi però…



Nel 2004, a pochissimi giorni dal voto, con gli Stati Uniti nel pieno della guerra al terrorismo seguita agli attacchi dell’11 settembre, Osama Bin Laden, leader di Al-Qaeda, diffuse un video nel quale prendeva in giro l’allora Presidente Bush. Prima di quel video, il candidato Repubblicano aveva un vantaggio nei sondaggi su scala nazionale del 3%, che si ridusse al 2% nella media finale prima del voto e si confermò tale a scrutinio effettuato. Il democratico Kerry, uscito sconfitto dalle Elezioni del 2004, disse che in realtà ad essere penalizzato dalla sorpresa d’ottobre era stato proprio lui, ma ciò che ci interessa sono i numeri: la sorpresa d’ottobre, di nuovo, non fu decisiva.

Queste sono solo alcune delle sorprese d’ottobre che hanno funestato la campagna elettorale delle Elezioni statunitensi nel corso degli anni. In comune hanno che non sono mai risultate decisive per l’esito del voto; mai hanno spostato più di 2 punti percentuale. Visto l’andamento degli ultimi sondaggi in questi giorni, Trump sembra poter rimontare anche di più. Ma sarebbe un risultato eccezionale, senza precedenti. Se Hillary Clinton perderà la possibilità di salire alla Casa Bianca per colpa di una notizia giunta a pochi giorni dall’Election Day, la storia verrà riscritta. Se Donald Trump diventerà Presidente lo farà in un modo che nessuno avrebbe potuto ipotizzare. E nella miriade di se che ci assillano, fa un certo effetto pensare che 6 giorni e anche queste Elezioni Usa 2016 saranno un caso statistico da analizzare…(Dario D’Angelo)