Da quando la Russia ha scatenato la nuova offensiva contro la zona orientale di Aleppo, quella in mano ai ribelli, lo scorso 15 novembre, sono stati effettuati più di 2300 bombardamenti aerei. Otto gli ospedali e i centri medici colpiti, sei le scuole e molte altre infrastrutture civili. Non vengono colpiti a causa di errori, ma deliberatamente, per fiaccare la città, come spiega a ilsussidiario.net l’ex generale e analista militare Carlo Jean: “Questa è la classica politica militare di Mosca come l’abbiamo già vista in Cecenia: radere al suolo tutto e tutti, senza porsi il problema dei civili fino a quando non cesserà la resistenza dei ribelli, decisi da parte loro ad andare avanti a oltranza”. Un massacro davanti agli occhi del mondo, 271.536 civili intrappolati nella zona est della città destinati alla morte, “mentre le potenze occidentali, senza un chiaro ordine degli Stati Uniti, se ne stanno alla larga dal conflitto con molta cautela”.
Jean, secondo lei è solo una coincidenza che la nuova offensiva aerea su Aleppo sia cominciata non appena Donald Trump è stato eletto?
Difficile dirlo, i russi procedono con i loro piani e le loro strategie senza curarsi di nessuno. Tre giorni fa ad esempio hanno schierato missili anti-navi a Kaliningrad al confine tra Polonia e Lituania, un chiaro messaggio per dire che nessuno deve interferire con loro. Si può comunque dire che abbiano dato un’accelerata alla loro offensiva per cercare di chiudere i giochi prima che la nuova amministrazione Trump diventi effettiva a tutti i livelli, anche in politica estera.
Trump in campagna elettorale ha detto di voler tornare al vecchio isolazionismo americano; ritiene che procederà su questa linea?
No. Gli Stati Uniti non possono tirarsi fuori da alcun gioco di politica estera perché hanno una bilancia commerciale molto negativa che possono correggere solo vendendo dollari, creando ricchezza e per far questo devono far girare i soldi e mantenere così un equilibrio economico. L’America soprattutto non può essere isolazionista perché altrimenti lascerebbero tutto in mano ai cinesi.
Gli interessi della Cina arrivano fino al Medio Oriente?
La Cina è già fortemente presente in questa area, è il più grande partner commerciale dell’Iran e il secondo o terzo della Turchia. Non dimentichiamo poi che importa petrolio da tutti i paesi del Golfo. Anche le aperture di Trump a Putin, ammesso che siano vere, cosa di cui personalmente dubito, sono in funzione anticinese.
Torniamo alla battaglia di Aleppo: come è la situazione dal punto di vista militare?
I russi e l’esercito di Assad stanno spingendo in modo tale da realizzare la conquista della parte est in mano ai ribelli. In questo modo la Siria che conta, quella maggiormente popolata e più importante dal punto di vista economico, sarebbe di nuovo sotto il controllo di Assad.
Una battaglia in cui non ci si fa scrupoli di bombardare gli ospedali e uccidere i civili.
Questa è da sempre la politica militare russa, lo abbiamo visto anche in Cecenia. Mosca non si pone minimamente il problema che dei civili possano morire fino a quando non ottiene il risultato prestabilito.
Nelle ultime ore i ribelli hanno detto all’Onu di essere favorevoli ad aprire al passaggio di medicinali e cibo, ma Mosca e Damasco non hanno dato risposta.
A loro interessa solo che i ribelli si arrendano. Continueranno a bombardare fino a quando non si creerà una situazione simile a quanto successo a Damasco, un accordo con i ribelli per andarsene, il “dove” non lo sa nessuno però.
Con la liberazione di Aleppo cosa succederà dal punto di vista militare?
La guerra in Siria non finirà certamente, ma per Assad sarebbe una grande vittoria dal punto di vista psicologico. Anche perché con una popolazione per l’80 per cento sunnita dominata da una minoranza alawita e dopo tanti morti e massacri, è praticamente impossibile pensare a una riconciliazione nazionale.
Inizialmente Regno Unito e Francia partecipavano alle operazioni militari, adesso sembrano sparite dai giochi.
Senza una decisione forte degli Usa in merito, le potenze europee si tengono a lato di tutto in maniera molto cauta.
Che previsioni fa per la battaglia di Aleppo, si andrà avanti ancora a lungo?
Al momento le forze governative pur con l’appoggio degli hezbollah, degli iraniani e molti altri non sono in grado di conquistare la città con un’offensiva di terra. I bombardamenti aerei andranno avanti ancora per un bel po’.