Nel caso in cui Hillary Clinton dovesse confermare i pronostici della vigilia e uscire vincitrice da queste Elezioni Usa 2016 contro Donald Trump, Bill Clinton diventerebbe il primo “first husband” nella storia degli Stati Uniti d’America e sono in tanti a chiedersi come si muoverebbe nelle nuove vesti l’ex Presidente e governatore dell’Arkansas. Che Bill e Hillary siano molto uniti si è capito in diverse occasioni: dal supporto offerto dalla democratica nel periodo degli scandali sessuali, agli scambi di opinioni nel corso dei due mandati alla Casa Bianca, fino a ieri mattina, quando l’ex Presidente si è presentato in compagnia della moglie presso una scuola elementare situata a Chappaqua, New York, per votare insieme a lei. Dunque, per quanto sia ancora presto per dire chi vincerà queste Elezioni Usa 2016, siamo invece certi che Bill Clinton sarebbe un first husband presente: che non vuol dire appariscente, anzi… 



Tra gli spettatori più interessati di queste Elezioni Usa 2016 che vedono lo scontro finale tra Hillary Clinton e Donald Trump vi è senza dubbio Bill Clinton, dal momento che quest’ultimo non solo è il marito della candidata alla presidenza USA, Hillary, ma ha svolto egli stesso un ruolo da assoluto protagonista sullo scenario politico americano. Egli è infatti stato il 42° presidente degli Stati Uniti, venendo eletto durante le elezioni del novembre 1992, nelle quali sconfisse il presidente uscente George Herbert Bush. Clinton è stato il capo del governo americano per 8 anni, dal 1993 fino al 2001, e appartiene al partito democratico, lo stesso che ha designato la moglie Hillary in vista delle presidenziali del 2016. Bill si è mosso in prima persona durante la campagna elettorale per la moglie e ha rappresentato il principale sponsor per la candidatura a presidente di Hillary. Clinton ha lasciato un ricordo positivo nell’immaginario americano, anche se alcune vicende extra politiche avvenute durante la sua presidenza hanno indelebilmente contrassegnato il giudizio finale su di lui.



William Jefferson Clinton nasce a Hope, piccola cittadina dell’Arkansas, il 19 agosto 1946, privo di padre, morto tre mesi prima in un incidente stradale. Durante la sua infanzia Bill sviluppò una forte passione per il sassofono, coltivando pure l’idea di diventare un musicista. Fu però durante gli anni Sessanta che il giovane scoprì figure come Martin Luther King e John F. Kennedy, rimanendo conquistato dal mondo della politica. Nel 1967 Clinton effettuò uno stage estivo presso il Senato dell’Arkansas, per poi laurearsi nel 1968 in Diplomazia presso la Georgetown University di Washington. Nel 1973 si laureò in legge presso l’Università di Yale, dove conobbe la futura moglie Hillary. I due si sarebbero sposati nel 1975 e dalla loro unione sarebbe nata cinque anni dopo la loro unica figlia, Chelsea.



La carriera politica di Bill Clinton prese definitivamente il via nel 1978, quando egli fu eletto Governatore dell’Arkansas a soli 32 anni. Sfortunatamente egli perse le successive elezioni, che si svolsero nel 1980, riuscendo solo parzialmente a porre mano alle riforme sul sistema educativo che sarebbero diventate un suo cavallo di battaglia. Clinton si ripresentò alle successive elezioni dell’Arkansas, nel 1982, e questa volta vinse nuovamente, dando vita a un governo che sarebbe andato avanti ininterrotto fino al 1992. Durante questo periodo furono portate avanti importanti riforme soprattutto nell’ambito del sistema scolastico locale, all’epoca considerato uno dei peggiori degli USA. Clinton si mosse inoltre verso il miglioramento delle condizioni economiche e sociali degli anziani e delle classi sociali più deboli. 
I primi passi verso la Casa Bianca di Bill Clinton furono mossi nel 1987, quando l’allora governatore dell’Arkansas sostenne la candidatura dell’esponente democratico Micheal Dukakis contro il presidente repubblicano Ronald Reagan. Con l’inizio degli anni Novanta maturò in lui l’idea che il governo degli USA non era impossibile e iniziarono le consultazioni democratiche per eleggere il futuro candidato a presidente per le elezioni del 1992. Alla fine Clinton riuscì a conquistare i voti degli elettori democratici pure nello Stato legato al suo rivale più accanito, il governatore della California Jerry Brown, e così fu l’uomo di punta del partito dell’Asinello in vista del voto. La vittoria contro George H. Bush, che gli analisti davano come assoluto favorito, appariva molto difficile, ma Clinton sovvertì tutte le previsioni, raccogliendo il 43% dei voti contro il 39% a cui si fermò il suo avversario. 

Bill Clinton si insediò ufficialmente alla Casa Bianca il 23 gennaio 1993 e diede vita a un’importante serie di riforme progressiste e legate alla cosiddetta Terza Via. In sostanza, Clinton si fece promotore di riforme volte a coniugare l’economia liberale con le politiche socialiste, come la riforma del welfare state statunitense. Un provvedimento molto importante varato durante il suo governo fu il North American Free Trade Agreement (o NAFTA), entrato in vigore il 1° gennaio 1994 e che prevedeva il libero scambio commerciale tra Stati Uniti, Canada e Messico. Durante i primi anni di governo Clinton si verificò il maggiore periodo di pace militare degli Stati Uniti e il Paese americano conobbe uno sviluppo economico e sociale tra i più importanti della sua storia. Nelle elezioni presidenziali 1996 Clinton fu riconfermato a capo dell’esecutivo, sconfiggendo l’avversario repubblicano Bob Dole.

I primi problemi sorsero nel 1998, quando Clinton subì il processo di impeachment dopo le accuse che gli vennero mosse dalla Camera dei Rappresentanti. Il presidente era accusato di aver negato la sua relazione con la segretaria Monica Lewinsky durante un processo sotto giuramento. Clinton fu assolto dalle accuse nel 1999, ma nello stesso anno l’intervento degli Stati Uniti in Kosovo, dove era in corso un violento conflitto, provocò le reazioni sdegnati dell’opinione pubblica mondiale. La popolarità di Bill Clinton non conobbe gravi stop, tanto più che durante il suo secondo mandato da presidente egli raggiunse indici di gradimento tra il 60 e il 70%. Grazie alle sue battute, al suo carattere gioviale e alle sue politiche indirizzate verso le classi economicamente più deboli, Clinton è ancora oggi ricordato come uno dei presidenti americani più amati. Al termine del suo secondo mandato egli ha sostenuto la candidatura della moglie Hillary, non solo nelle elezioni del 2016, ma già in quelle del 2008, che videro l’affermazione del presidente uscente Barack Obama.