“Per anni nessuno ha detto niente dei massacri di civili operati dagli jihadisti che avanzavano in Siria, per anni Aleppo Ovest è stata bombardata anche con le bombe al gas ma nessuno protestava perché gli Stati Uniti ci facevano credere che erano ribelli democratici che combattevano il regime di un dittatore, Assad”: per Gian Micalessin, contattato da ilsussidiario.net, la svolta nella battaglia di Aleppo mette in luce la miopia che ha guidato tutto l’establishment politico e militare durante l’amministrazione Obama. A passi sempre più decisi infatti le forze russo-siriane sono penetrate anche ad Aleppo Est e preso il controllo della città vecchia: “Tutto questo è possibile solo grazie a Trump e Putin” dice il reporter “che in cinque anni hanno fatto quello che l’Occidente non ha saputo o voluto fare”. Ma la vera svolta, dice ancora, è stato “il mancato bombardamento della Siria da parte degli americani nel 2013, fermato grazie a papa Francesco. E’ stato allora che gli americani hanno perso la guerra”.
Si parla di una liberazione imminente di Aleppo est, sono notizie veritiere?
Siamo sicuramente davanti a una svolta della guerra, svolta dettata da due elementi.
Quali?
Da una parte l’ascesa di Trump, dall’altra la possibilità per Putin di spingere sull’acceleratore dell’offensiva. Trump e Putin insieme stanno cambiando questa guerra dopo cinque anni di spargimenti di sangue.
Ma Trump ancora non ha preso il potere effettivo, siamo ancora in un momento di transizione, cosa intende?
C’è già un effetto diretto che è oggettivo, e cioè che i ribelli sanno che l’America non li sostiene più e non darà loro più armi. Già adesso c’è voce di una possibilità di resa di Aleppo e si parla di un negoziato avviato in Turchia con esponenti dei ribelli che stanno dialogando direttamente con la Russia attraverso Erdogan.
Come si può definire quanto ha fatto l’amministrazione Obama in Siria? Miopia degna di un bambino o disegno strategico preciso?
Si è trattato di un disegno ben preciso dettato da una visione miope. Dai think tank di Washington fino all’establishment politico e militare della Casa Bianca, hanno tutti sostenuto con decisione l’idea di far fuori il regime di Assad e di sostituirlo con un altro tipo di regime. E’ stata una scelta precisa presa con la Turchia, il Qatar e l’Arabia Saudita e avvallata da Inghilterra e Francia. Non dimentichiamoci che il segretario di Stato americano continua a ripetere che il più grande errore dell’amministrazione Obama è stato quello di non aver voluto portare a termine il bombardamento sulla Siria nel 2013.
Cosa sarebbe successo se quel bombardamento fosse stato fatto e perché non avvenne?
E’ stato allora che gli Usa e i loro amici ribelli hanno perso la guerra. Se gli americani avessero bombardato il regime di Assad sarebbe caduto. Ma quel bombardamento non c’è stato per due motivi.
Quali?
L’intervento del papa e l’entrata in gioco di Putin che ha capito che stava per essere spazzato via dal Medio Oriente. Con la vittoria americana avrebbero perso l’ultima base navale navale russa nel Mediterraneo, in Siria, e da quel momento è cominciata la svolta.
Proprio ieri 3mila ribelli che combattevano nella zona di Damasco hanno lasciato le armi ed è stato consentito loro di trasferirsi nella provincia di Idlib. Come mai consentono loro di fuggire?
E’ una delle soluzioni negoziate di pace separata che il regime ha lanciato da anni, non è una novità. I ribelli accettano di abbandonare le postazioni, si evitano spargimenti di sangue e finiscono i combattimenti di ogni tipo.
Ma perché permetter e loro di trasferirsi altrove? Cosa significa la provincia di Idlib, un’enclave dove i ribelli potranno vivere in pace? Non è una soluzione pericolosa per il futuro?
In questa provincia c’è l’ultimo territorio ancora in mano ai ribelli. Attraverso futuri negoziati si deciderà cosa fare, ma per adesso non è pensabile un’offensiva militare in una provincia che è sempre stata a maggioranza dei Fratelli musulmani di ispirazione jihadista. E’ più importante concentrare gli sforzi militari su Aleppo e le periferie di Damasco. Va detto poi che quelli che invece si arrendono vengono integrati nelle milizie del governo, c’è una vera e propria operazione di reintegrazione dei ribelli.
Si dice che i russi stiano vincendo la guerra con un’offensiva sanguinaria che non risparmia ospedali e civili. Cosa può dire in proposito?
Rispondo che per anni non abbiamo mai denunciato quello che hanno fatto i ribelli nella loro avanzata: stragi di civili, decapitazioni, uso di armi improprie. Per anni su Aleppo Ovest sono cadute bombe al gas mentre il quartiere armeno è stato messo a ferro e fuoco dai ribelli e nessuno ha speso una parola perché erano “i ribelli moderati”.
(Paolo Vites)