La sua colpa è stata quella di ascoltare alcuni cd di musica pop di gruppi occidentali mentre si trovava in negozio col padre a Mosul, capitale dello stato islamico siriano. Qualcuno evidentemente ha fatto la spia e il ragazzino è stato arrestato, processato in poche ore e immediatamente condannato a morte mediante decapitazione pubblica. E’ la prima volta che nell’oramai sanguinaria storia di violenze dello stato islamico una persona viene condannata a morte per aver ascoltato musica (ci si domanda come tali cd possano essere arrivati in quelle terre disgraziate) e il fatto ha causato non poco malcontento tra i cittadini di Mosul, nonostante ormai da tempo la barbarica legge islamica sia in funzione. Omosessuali vengono regolarmente gettati dai tetti degli edifici mentre ai ladri vengono tagliate le mani e le donne soffrono violenze continue. Con una norma di tempo fa lo stato islamico aveva proibito l’ascolto di ogni tipo di musica nelle macchine, nelle feste, nei negozi e in pubblico con la motivazione che le canzoni e la musica “impediscono di pensare a Dio e al Corano e creano corruzione nel cuore delle persone”.