Il giorno dei caucus repubblicani in Nevada è arrivato e il favorito numero uno per la vittoria in questa ennesima tappa delle Primarie Usa 2016 è ancora una volta Donald Trump. Il magnate newyorchese sta pian piano sbaragliando la concorrenza con un modo certamente poco convenzionale di fare politica, ma il suo consenso a dispetto di quanto pronosticavano gli analisti politici mesi fa sembra lontano dallo sgonfiarsi. Il ritiro dalla campagna elettorale del moderato Jeb Bush ha aperto però degli scenari interessanti soprattutto per quanto riguarda Marco Rubio. Il giovane senatore della Florida rappresenta l’alternativa più gradita all’establishment del Gop in assenza di Bush e, come riportato da “Ansa Usa 2016“, Rubio sta cercando di ottenere in queste ore due endorsement capaci di spostare definitvamente gli equilibri della campagna repubblicana. Il primo è proprio quello di Jeb Bush, in passato suo mentore, che una volta uscito di scena potrebbe comunque decidere di puntare su un cavallo che conosce bene e in grado di impensierire l’odiato Trump. Il secondo appoggio al quale punta Rubio è invece quello di Mitt Romney, il candidato repubblicano sconfitto nelle presidenziali del 2012 da Obama, ancora capace di spostare grandi masse di voti. Se Bush e Romney dovessero esprimersi a favore di Rubio ecco che l’uscita di scena di Carson e Kasich, potrebbe essere dietro l’angolo, con l’elettorato moderato del partito dell’Elefante pronto a giocare tutto sul senatore della Florida pur di arrestare l’avanzata di Trump.
Si svolgeranno oggi i caucus in Nevada, ultimo appuntamento delle Primarie Usa 2016 per i repubblicani in attesa del Super Tuesday del primo marzo che fungerà da spartiacque nell’intera campagna elettorale. Arrivati a questo punto della cavalcata è sempre Donald Trump ad essere il favorito per la nomination del Gop alle presidenziali, e la strategia del magnate newyorchese pare quella di delegittimare il più possibile agli occhi degli elettori i suoi sfidanti. Come farlo? Visto che i suoi due rivali più temibili in questo momento sembrano essere Ted Cruz e Marco Rubio, Trump si è espresso nei loro riguardi dicendo che anche se vincessero le primarie repubblicane e poi trionfassero contro il candidato democratico, non potrebbero essere eletti alla Casa Bianca poiché non sono cittadini americani. Ted Cruz è in effetti nato in Canada da madre americana e padre cubano; Marco Rubio è invece nato a Miami, in Florida, da genitori cubani diventati cittadini americani 4 anni dopo la sua nascita. Come riporta “Ansa Usa 2016”, i pareri degli esperti legali concordano però che sia Cruz che Rubio siano a tutti gli effetti cittadini americani e potrebbero dunque essere eletti alla guida del Paese, rispettando il principio della Costituzione che dichiara che solo un cittadino americano può diventare Presidente. Nonostante ciò la campagna mediatica di Trump continuerà, da capire con quali risultati.
Dopo l’abbandono di Jeb Bush, i cinque candidati repubblicani in lizza per le primarie Usa 2016 si sono spostati in Nevada dove oggi sono previsti i caucus. L’unico assente, come riporta Aska News, è John Kasich che ieri è stato richiesto in Virginia è che già previsto per il Super Tuesday del primo marzo. In Iowa i caucus non hanno avvantaggiato Donald Trump per via di una mancata presenza in regione. Diverso quindi il risultato ottenuto alle primarie dove la campagna di Trump gli ha garantito il successo. Anche il Nevada sarà terreno fertile per capire se l’organizzazione di Trump può aver avuto successo. Per ora i sondatti della Real Clear Politics sembrano essere piuttosto positivi, posizionato Trump al 39% delle preferenze. Un vantaggio evidente rispetto a Ted Cruz che invece ha ottenuto solo il 23% e Marco Rubio, in sostituzione di Bush, che non si distacca dal 19%. Kasich al 9% e Ben Carson al 5% sono molto lontani dal primato. Nello specifico Carson è stato danneggiato dallo staff di Cruz che ha prospettato un futuro ritiro del politico. Si sarebbe potuta verificare la stessa cosa anche con Marco Rubio, ma Rick Tyler, portavoce di Cruz, è stato costretto a fare pubbliche scuse all’avversario. L’episodio è legato alla pubblicazione di Tyler di un video su YouTube in cui si era lasciato intendere che il senatore della Florida avesse contestato la Bibbia. In realtà le sue parole andavano nel verso opposto. Sembrerebbe falsa anche la notizia delle dimissioni di Carson subito dopo il Nevada. Il senatore ha infatti affermato il 21 febbraio che non ha intenzione di arrendersi.