Ha vinto lui, ha vinto ancora lui nelle primarie Usa 2016: è Donald Trump il volto nuovo e soprattuto vincente del Partito Repubblicano, ha sbaragliato la concorrenza di Rubio e Cruz anche nel caucus in Nevada dei repubblicani e ora si appresta alla grande battaglia del Super Tuesday con 15 stati al voto per il momento decisivo di queste primarie americane. Trump ci arriva con l’intenzioni di fare man bassa di delegati anche qui, dopo aver vinto in 3 dei primi 4 stati al voto in questi mesi: prende voti trasversalmente e questa non è una grande notizia per i suoi avversari che speravano in un voto dei moderati non schierato con il miliardario che vuole costruire il muro tra America e Messico. Potrebbe inasprirsi lo scontro tra Marco Rubio e lo stesso Donald Trump in questi giorni visto che rimane l’unico vero antagonista alla conquista della candidatura ufficiale a Presidente Usa per i Repubblicani. «La frustrazione non è un progetto politico. Essere arrabbiati non è un progetto politico», ha detto Rubio di recente. Perdere il Super Tuesday probabilmente sarebbe la parola sconfitta definitiva per Rubio che prova ora a rilanciare le sue quote facendo leva sulla serietà del programma e l’eccessiva arroganza del rivale.
Si tratta della terza vittoria consecutiva di Trump che è riuscito a battere i suoi avversari grazie al 45,9& dei voti e conquistando ben 14 delegati. La notizia viene riportata anche da Tgcom24 che cita le parole che il magnate americano ha speso subito dopo la vittoria. “Amo questo Paese ma stiamo andando nella direzione sbagliata”, ha affermato Donald Trump,”manterremo Guantanamo e costruiremo il muro con il Messico”. La vittoria è stata netta rispetto ai suoi avversari che sono rimasti a oltre venti punti di distanza. Il senatore della Florida Marco Rubio ha infatti conquistato solo 7 delegati ed ha ottenuto il 23,9% dei voti. Molto vicino anche Ted Cruz, il senatore del Texas che ha raggiunto il 21,4%, mentre tutti gli altri candidati sono rimasti, come già successo nei giorni scorsi, al di sotto del 5% delle preferenze. Non sono mancate le tradizionali complessità legate ai caucus repubblicani del Nevada e le numerose polemiche che hanno accusato diverse irregolarità oltre che una mancanza di organizzazione. Al centro del mirino ci sarebbero infatti presunte frodi ed intimidazioni del Ku Klux Klan ceh secondo alcuni starebbero sostenendo Donald Trump verso la vittoria. Polemiche anche per i volontari, per via delle magliette e dei gadget indossati per supportare Trump. I social sono diventati veicolo principale di polemiche accese e foto “incriminate”, costringendo ancora una volta il partito repubblicano ad intervenire per rassicurare che non esiste alcuna irregolarità. E’ stato specificato inoltre che secondo la Legge non esiste alcun divieto per i volontari di indossare magliette o gadget per promuovere uno dei candidati.