Si avvicina l’elemento di svolta della Campagna Primarie Usa 2016 per Democratici e Repubblicani: domani il Super Tuesday irrompe nella sfida tra i vari candidati, 15 stati al voto per eleggere il proprio candidato ideale e tra Clinton e Trump in grande forma per gli altri si stanno definendo le varie trame per limitare i danni. Soprattutto è il ciclone Donald Trump che crea sempre più polemiche su ogni fronte, specie (incredibilmente) per i vertici dei repubblicani stessi che vedono di cattivo occhio che nel loro partito possa esserci un candidato così ormai border line. L’obiettivo del maggioranza del moloc Repubblicano è quello di provare ogni arma possibile contro la strapotenza nei sondaggi e nei voti finora del miliardario dalla sparata facile: se domani dovesse sbancare, come prevedibile, anche il Super martedì, allora scenderebbe in campo l’estrema ratio del partito conservatore. Con Marco Rubio, l’ultima speranza dei moderati, battuto da Trump, allora potrebbero proporsi queste alternative: o Mitt Romney, l’ex candidato repubblicano che venne sconfitto da Barack Obama nel 2012, oppure addirittura Michael Bloomberg, l’indipendente ex sindaco di New York, che dovrebbe sciogliere le riserve su una sua possibile candidatura a giorni. In tutti i casi, non sarebbero scelte semplici e il rischio è che comunque a metà primarie cambiare i candidati potrebbe rivelarsi ancora più un boomerang a favore di Trump.